Si è discusso e si discute ancora sul luogo di nascita di questo beato: chi ha pensato a qualche località francese, chi ad Arezzo, basandosi su testimonianze di antichi scrittori e sui mss. dei piú vetusti codd. guidoniani, chi di recente ha sostenuto che è originario di Pomposa, giacché in alcune lettere, ancora inedite, afferma di essere "Pomposiano agro exhortus". Circa la precisa data di nascita mancano documenti; generalmente è fatta oscillare fra il 990 e il 1000. All'età di ventidue anni entrò nel celebre monastero di Pomposa ove si formò sotto la direzione dell'abate Guido di Ravenna.
In quel tempo l'apprendimento della musica presentava gravi difficoltà perché mancava una notazione scritta, ed il canto era eseguito ad orecchio. Guido intese portare un ordine nella notazione musicale e cominciò ad attuare un nuovo metodo di insegnamento del canto. Ma, come spesso accade agli innovatori, il suo sistema trovò ostacoli negli stessi monaci di Pomposa, per cui, venuto in disaccordo con lo stesso abate Guido, preferí spontaneamente abbandonare il monastero (ca. 1025).
In alcune biografie si legge che peregrinò vario tempo in Italia e in Europa, ma sembra che la sua nuova dimora fosse proprio Arezzo, dove fu accolto dal vescovo Teodaldo che lo autorizzò alla predicazione e lo incaricò dell'insegnamento della musica ai pueri cantores della cattedrale. Egli attuò il suo nuovo metodo, ottenendo un successo che ne aumentò notevolmente la fama. Su consiglio dello stesso vescovo di Arezzo compose un libro, il Micrologus, in cui esponeva i criteri seguiti nel canto e nella teoria musicale e che dedicò in segno di riconoscenza al presule.
La notizia delle innovazioni del monaco-maestro aretino giunse a Giovanni XIX che ben tre volte lo invitò a Roma. Guido vi si recò verso il 1030-1032 accompagnato dal preposto Pietro e dall'abate Grunwaldo. Dai suoi cantori fece eseguire vari saggi che trovarono piena approvazione nel pontefice, il quale avrebbe voluto che si fermasse nella città eterna per istruirne i cantori, ma Guido, colpito da malaria e per il clima non confacente alla sua salute, preferí ritornare nella sua Arezzo. A Roma ebbe occasione di incontrare il suo vecchio abate di Pomposa, dal quale ricevette le scuse per le incomprensioni subite e l'invito a rientrare nel suo primitivo monastero. Guido promise, ma non mantenne. In qualche biografia invece si afferma che sarebbe succeduto a Guido di Ravenna nell'ufficio di abate. In realtà dopo il rientro da Roma le notizie sul monaco musicista si fanno sporadiche e saltuarie. Probabilmente fu a Fonte Avellana, ove si afferma (a torto) divenisse abate, e a Camaldoli. Questo fatto sembra suffragare l'affermazione che egli sia stato un monaco-eremita camaldolese, ma in proposito manca un accordo fra gli studiosi. E' certo però che continuò nella sua attività musicale, come ne fanno testimonianza i suoi numerosi scritti fra cui vanno ricordati il Praefatio in antipLonarium e le Regulae rithmicae.
Ignoto è l'anno della morte: la data oscilla fra il 1045 e il 1050. Da qualche scrittore dell'Ordine Camaldolese è presentato come beato, ma notizie di culto mancano prima del sec. XVI come pure ogni menzione nei martirologi dell'Ordine. La commemorazione è posta al 7 settembre.
Autore: Gian Domenico Gordini
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