Santi LUPULO (Lupolo) e MODESTO, martiri di Capua.
Sotto l’unica data del 14 ottobre il Martirologio Geronimiano in tre diverse rubriche topografiche commemora un san Lupo. Nella prima rubrica, il santo è ricordato assieme con altri, tra cui è Modesto, ma il dato topico CAP (= Capua) è grossolanamente interpretato per Cappadocia Campania. Al 15 ottobre lo stesso Martirologio celebra: in Capua Lupili; esso cioè fa esclusivo ricordo del capuano Lupilo che non può essere se non il Lupo ricordato nel giorno precedente. Pure al 15 ottobre Rabano Mauro e Notkero a Libulo associano Fortunata di Patria; l’appendice di Adone commemora Lubulo, Modesto e Fortunata.
La forma ipocoristica di Lupus è passata attraverso molte alterazioni: nella tradizione ms. del Geronimiano diventa Lubulus, Lupiblus, Lupilus, Lupillus, Luplilius, Lupubrus, e finalmente il femminile Lupilia; quella locale presenta le forme Libulus, Lubulus, Luphilus.
Particolarmente notevole è la testimonianza del Calendario scritto per il monastero di Epternach tra il 702 e il 706 e annotato per quegli anni dal vescovo anglosassone san Willibrordo, dal quale s'intitola. Esso rispecchia l’uso liturgico della Chiesa di Capua al tempo del vescovo Vittore (541-554) e registra Lupulo fra alcuni santi campani, al 15 ottobre.
Ma il suo culto è attestato principalmente dai mosaici del primo venticinquennio del secolo V che ornavano fino al 1766 l’abside e la cupola della chiesa di san Prisco presso santa Maria di Capua. I mosaici dell’abside raffiguravano due schiere di otto martiri ciascuna: in quella alla sinistra di chi guarda erano rappresentati santi romani e cominciava con Pietro e Lorenzo, quella di destra era formata da santi locali e campani e iniziava con Prisco e Lupulo in uno dei riquadri della fascia o circolo inferiore della cupola, Lupulo era rappresentato assieme a san Rufo.
Nel 1630 M. Monaco pubblicò la riproduzione di questi mosaici argomentando che il martire fosse un levita, anzi un presbitero capuano. La contrapposizione a Lorenzo farebbe pensare meglio a un diacono di Capua, martire in una persecuzione flebilmente locale di epoca imprecisata.
Di una chiesa dedicata a Lupulo in via sant'Angeli ad Formam nelle adiacenze della località Grottula, ma già distrutta nel secolo XI, fa menzione un istrumento del 1030 trovato dal Monaco tra le carte dell’antico monastero capuano di san Giovanni. L’identificazione del martire Modesto associato nel culto a Lupulo è molto problematica. Monaco li trovò accomunati in un martirologio beneventano ms. e nell’antico Breviario capuano e, sulla troppo ingenua interpretatone di un testo liturgico («haec est vera fraternitas…») comune alla liturgia propria di gruppi di martiri, li ritenne fratelli.
Dei cinque antichi calendari capuani pubblicati dallo stesso Monaco, il primo, posteriore al 1087, ricorda al 12 febbraio un levita martire; solo gli ultimi tre commemorano al 15 ottobre Lupulo e Modesto. Pertanto, i due santi non furono associati prima del secolo XI.
Col nome di Modesto (e Modestino) si conoscono santi locali ed estranei alla Campania: in Avellino il 14 febbraio un vescovo, martire sotto Diocleziano assieme a Florenzio prete e a Flaviano diacono, a Benevento il 2 ottobre e il 12 febbraio un levita martire, in Lucania il 15 giugno un martire compagno di Vito. Di un Modesto levita sardo trasferito a Benevento nel 591 tratta la poco attendibile Vita scritta dal monaco Alberico di Montecassino (secolo XI). Il Lanzoni propende a riconoscere un solo Modesto levita e martire da identificare in un martire africano.
La reciproca influenza delle antiche Chiese campane e la prossimità delle date celebrative possono indurre a individuare Modesto capuano nel martire levita festeggiato il 2 ottobre a Benevento.
Autore: Domenico Ambrasi
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