Si chiama ancora, latinamente, " cocolla " il cappuccio dei monaci e dei frati, sia quello a mantello, che ricopre il corpo e le braccia, sia quello che termina in una specie di collare, girato attorno alle spalle. Il Santo di oggi viene detto Emiliano della Cocolla, non dal nome di questo indumento fratesco, ma dalla località nella quale nacque in Castiglia, nella provincia di Logroño, presso un cocuzzolo montano detto " La Cocolla " per la sua strana forma a cappuccio. La vita del Santo spagnolo, vissuto nel VI secolo, quando la penisola iberica era occupata dai Visigoti, ci è stata narrata da un altro celebre monaco, Braulione, Vescovo di Saragozza e discepolo di Sant'Isidoro di Siviglia, di cui continuò l'opera, incredibilmente vasta. Emiliano nacque in Castiglia da una famiglia di pastori, e da ragazzo seguì anch'egli le pecore al pascolo, riempiendo la solitudine della campagna con il suono di una rustica cetra, o forse una rudimentale chitarra. A vent'anni, questa specie di Orfeo cristiano volle lasciare la vita pastorale per mettersi a una scuola di vita ascetica. Si pose infatti sotto la guida di un austero erernita, e quando si sentì abbastanza temprato di corpo e di spirito, si dette alla vita solitaria, di penitenza e di preghiera. La sua fama corse, e per sfuggire ai devoti e ai curiosi, ma soprattutto per non essere tentato nella superbia, Emiliano si ritirò su un monte quasi inaccessibile. Vi restò per ben quaranta anni, diventando un personaggio pressoché leggendario. Il Vescovo di Tarazona, colpito dalla sua virtù, pensò di ordinare sacerdote l'anziano eremita, e di farlo parroco. Il risultato però fu imprevisto: l'antico penitente si dette a soccorrere i bisognosi della parrocchia con tanta generosità e abnegazione da suscitare scandalo negli altri colleghi parroci, che non erano dello stesso stampo! Fu accusato apertamente di sperperare i beni della Chiesa, e il Vescovo, benché a malincuore, dovette allontanarlo dalla parrocchia. Emiliano fu lieto di ritornare nella solitudine della montagna, ma questa volta lo seguì un discepolo, di nome Asello, che vuol dire " asinello ", umile e paziente come un vero animale da soma. Asello fu il primo membro di una comunità che pian piano si raccolse e si moltiplicò intorno al Santo penitente, il quale morì vecchissimo, quasi centenario, nel 574. Fu pianto da tutti, a cominciare dal fedele Asello, e la fama della sua santità si allargò attorno a due monasteri, a lui dedicati nel luogo natale, uno sul piano, uno sul colle, e detti " da alto " e " da basso ",come per indicare la duplice direzione della santità del monaco spagnolo, tra le altezze dell'ascesi e i doveri della carità verso il prossimo.
Fonte:
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Archivio Parrocchia
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