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San Domenico, Traslazione del Corpo
Festa:
24 maggio
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Bologna, 24 maggio 1233
San Domenico, desiderando un'ultima dimora umile, fu sepolto sotto i piedi dei suoi frati a Bologna. La sua tomba, semplice ma miracolosa, divenne presto meta di pellegrinaggio. Nel 1233, il 24 maggio, i suoi resti furono spostati in un luogo più degno, la Basilica a lui dedicata. Nel corso dei secoli, la tomba fu arricchita con sculture e reliquiari, divenendo un capolavoro di Niccolò Pisano. Traslazioni successive ne enfatizzarono l'importanza. Nel 1946, dopo un periodo di esilio durante la Seconda Guerra Mondiale, i resti del Santo furono riportati nella loro sede definitiva.
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San Domenico quando fu vicino a morire, manifestando la sua precisa volontà esclamò: “A Dio non piaccia ch’io sia sepolto in altro luogo, che non sia sotto i piedi dei miei Frati!”. Fu questa non solo espressione di verace umiltà, ma più ancora di tenero affetto verso i suoi figli, dai quali neppure morto voleva essere separato. Così fu fatto. Ma l’umile tomba, povera e disadorna, in S. Niccolò di Bologna, attirava i cuori come celeste calamita, e su di essa si moltiplicavano grazie e miracoli. Allora si pensò di trasportare i preziosi resti in luogo più degno. Questa prima traslazione fu fatta il 24 maggio del 1233, martedì di Pentecoste. Erano presenti molti Vescovi, illustri personaggi, il Beato Giordano, successore di San Domenico e più di trecento frati. Appena fu smossa la pietra sepolcrale un odore soavissimo cominciò a diffondersi, mentre gli occhi dei figli si bagnavano delle più dolci lacrime. Il sacro corpo fu trasportato in un’apposita cappella e chiuso in un semplice monumento di marmo. Nel 1267 si volle arricchire la tomba di sculture, e quindi di nuovo le reliquie del glorioso Patriarca furono rimosse in data 5 giugno. Il 15 febbraio 1383 fu ancora aperta la cassa per toglierne il capo e riporlo in un prezioso reliquiario. Nel 1473 il monumento fu rinnovato, e per opera di Niccolò Pisano è divenuto uno dei più bei monumenti sepolcrali. Altre traslazioni, senza però aprire la cassa, ci furono l’11 novembre 1411 e il 25 aprile 1605, quando fu definitivamente trasferito nella sede attuale. Il 23 agosto 1946 quei preziosi resti furono riportati con solenne pompa nell‘artistica arca, di dove erano stati tolti, il 17 aprile 1943, durante l’infausto periodo della II guerra mondiale.
Autore: Franco Mariani
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