A pochi anni dall’avviarsi della Comunità dei Conventuali Riformati a Napoli, il convento di S. Lucia al Monte, inizialmente una piccola cella ricavata nel fianco del monte, per due frati dei minori conventuali, era ancora in costruzione e riceveva donazioni di terreni per allargarlo.
La comunità inizialmente composta da frate Agostino da Miglionico e dal fratello laico fra’ Girolamo da S. Agata, si era ingrandito con la venuta di parecchi altri Frati Minori Conventuali, desiderosi di una Riforma dell’Ordine Conventuale, intesa come ritorno alle origini e lotta contro la banalizzazione della vita quotidiana, priva di interiorità profonda.
Fra questi vi fu anche il fratello laico Apostolo di Calabria detto poi di Gesù Bambino, nel 1620 cioè circa vent’anni dopo l’istituzione dei Minori Conventuali Riformati detti anche ‘Barbanti’ per la barba che portavano, essi erano un centinaio fra sacerdoti, chierici e fratelli laici.
Un’antica didascalia dice di fra’ Apostolo di Calabria: “Laico professo di mirabile santità, fu devotissimo della Madonna e del Bambin Gesù. Fu eroico in tutte le virtù. Fu chiamato dai napoletani " il santo " per il dono che con un segno di croce operava miracoli”.
Il 21 aprile 1615, il Servo di Dio morì nell’infermeria di S. Lucia al Monte, venerato sia in vita che da morto come santo; le sue reliquie sono tumulate nel ‘Sacrario dei Servi di Dio’ costruito nel 1940 a fianco della chiesa del convento, dove sono deposti i corpi di altri 14 confratelli venerabili che hanno dato onore e santità a questo storico ed eletto complesso, che purtroppo oggi per la quasi totale crisi vocazionale non è più funzionante tranne la chiesa, retta dai Frati Minori di S. Chiara di Napoli.
Autore: Antonio Borrelli
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