Rodolfo, per la sua posizione preminente in alcuni avvenimenti importanti all´interno della nuova congregazione, è ricordato nella Vita Anonima di San Giovanni Gualberto (995-1073). A lui, giunto tra i primi alla sequela dell´asceta nell´eremo di Vallombrosa, venne affidata la cura degli ospiti e per l´esattezza con la quale assolveva la delicata mansione, oltre alla predilezione che per lui nutriva S. Guivanni, fu inviato abate al monastero di San Pietro di Moscheta. Per le sue qualità e per la sua presenza negli avvenimenti che hanno caratterizzato lo stabilirsi della congregazione, il fondatore lo prescelse quale succesore; cosí è detto nella lettera scritta sul punto di morire da S. Giovanni a tutti y monaci. La scelta del suo “Rodingo”, cosí lo chiamava, significava continuità. Si adormentò nel Signore il 2 novembre 1076 a Vallombrosa. Il suo nome figura in un catalogo dei beati di Vallombrosa e gli Acta SS. Li ricordano, unitamente ad altri otto loro confratelli, al 1º agosto. La ricognizione dei loro corpi avvenne l´11 agosto 1600, essendo vescovo di Fiesole, Alessandro de´Medici.
Autore: Fr. Rodolfo Bianciotti
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