Zeta (od. Montenegro), X sec. – Prespa, Macedonia, 22 maggio 1016
Fu principe di Zeta, situata nell’odierno territorio tra il Montenegro e l’Albania settentrionale, il cui capoluogo oggi sconosciuto, si trovava ad ovest del lago di Scutari, probabilmente l’antica Doclea, che dava il nome al principato, prima di quello di Zeta. Il principe fu invitato con l’inganno, nella sua città, detta Prespa dal lago omonimo, e quando Vladimiro, dopo aver assistito in chiesa alla celebrazione della liturgia, all’uscita fu proditoriamente ucciso, era il 22 maggio 1016.
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Nel descrivere la figura di san Vladimiro Giovanni Battista, bisogna dire che vi sono elementi certi ed altri elementi probabili; il racconto è in buona parte tratto da un capitolo della “Cronaca del Prete Diocleate” del secolo XII.
Prima di tutto il nome, conosciuto come Vladimiro con un seguito di Giovanni Battista, è da ritenere che Vladimiro sia il nome di famiglia “Vladimir-ovic” e Giovanni Battista il nome di battesimo.
Egli fu principe di Zeta (e non re di Dalmazia, come erroneamente ritenuto da alcuni), che era detta una volta “Croazia Rossa”, situata nell’odierno territorio tra il Montenegro e l’Albania settentrionale, il cui capoluogo oggi sconosciuto, si trovava ad ovest del lago di Scutari, probabilmente l’antica Doclea, che dava il nome al principato, prima di quello di Zeta.
Verso la fine del secolo XI, fu attaccato dal re dei Macedoni Samuele, il quale lo sconfisse e lo rese prigioniero e schiavo; ma Vladimiro riuscì a conquistare l’amore della figlia del re, Teodora-Kosara, che volle sposarlo.
La nuova condizione di genero del re, gli procurò il ritorno con gli adeguati onori al suo principato; quando Samuele morì, ed anche il suo figlio legittimo fu ucciso, il nipote Vladislavo s’impossessò del trono e per essere sicuro di essere sovrano assoluto, decise di eliminare anche il principe Vladimiro.
Il principe fu invitato con l’inganno, nella sua città, detta Prespa dal lago omonimo, e quando Vladimiro, dopo aver assistito in chiesa alla celebrazione della liturgia, all’uscita fu proditoriamente ucciso, era il 22 maggio 1016.
Com’è nella tradizione orientale, che ha sempre venerato molti sovrani come santi, per i loro meriti religiosi, per la fede cristiana professata, per i monasteri e chiese da loro fondati o protetti, per la loro morte a volte considerata come martirio, per i Concili convocati; anche il principe Vladimiro Giovanni Battista, vissuto negli ultimi anni del cristianesimo orientale ancora sotto la guida del papa, prima del distacco ortodosso da Roma, fu considerato un martire.
Così s‘instaurò un culto nei suoi confronti, tenendo inoltre presente che egli fu il fondatore del monastero, oggi ortodosso, di Elbasan nell’odierna Albania centrale, nella cui chiesa dal 1215, riposano i suoi resti mortali, ancora molto venerati.
Fra i popoli slavi la sua celebrazione è il 22 maggio, giorno della sua uccisione; il suo culto è noto anche in Croazia, dove fu divulgato dai letterati G. Kavanjin e Andrea Kacic-Mioslic.
Nella già citata “Cronaca”, Vladimiro è descritto come un uomo e sovrano virtuoso, di santa vita e taumaturgo, che con il suo martirio, rimase ben presto impresso nella fantasia e devozione popolare.
Autore: Antonio Borrelli
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