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†Rochefort, Francia, 20 agosto 1794
Martirologio Romano: In una galera ancorata al largo di Rochefort sulla costa francese, beati Ludovico Francesco Le Brun e Gervasio Brunel, sacerdoti e martiri, dei quali il primo era monaco della Congregazione Benedettina di San Mauro e il secondo priore dell’abbazia cistercense dei Trappisti: consegnati entrambi a una disumana prigionia durante la rivoluzione francese, consumarono il loro martirio consunti da malattia.
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Nelle ore più oscure della rivoluzione francese sacerdoti e religiosi, ormai considerati nemici del popolo, sono inseguiti, arrestati e ammassati nelle carceri dei diversi dipartimenti, prima di essere condotti - spesso con marce forzate - verso la costa, per essere deportati. Questa deportazione nella Guyana per molti di loro non avverrà mai.
Nella primavera del 1794 soggiorneranno nelle fortezze della Gironda o su delle navi negriere, soprattutto la "Deux Associés" e la "Washington", ancorate nella rada dell'isola di Aix, vicino a Rochefort.
Su queste navi, "i pontoni", le condizioni di vita sono tali che, in qualche mese, due terzi dei deportati trovarono la morte: 547 morti su 829.
L'affollamento eccessivo, le fumigazioni mattutine che impestavano le stive invece di purificarle, il nutrimento malsano e insufficiente e, ben presto, il tormento dei pidocchi fecero dei pontoni un vero inferno.
Il colpo di stato del 9 Termidoro addolcirà un poco quella che sarà chiamata "la ghigliottina secca". Sull'isola Madame verrà rizzato un ospedale di tende, dove moriranno ancora numerosi prigionieri.
Il 1° ottobre 1995 il Papa Giovanni Paolo II beatificò 64 di questi martiri, fra cui due monaci di Sept-Fons e uno della Trappa, della cui pietà, carità e spirito d'abbandono sono rimaste le testimonianze in diverse relazioni.
Don Gervasio Brunel, morto a cinquant' anni nell'ospedale di tende allestito nell'isola Madame. Colpito da tifo e ridotto agli estremi, morì il giorno stesso dello sbarco, il 20 agosto 1794.
Il suo calvario fu simile a quello di Don Paul di Sept-Fons: superiore della Trappa dal 1790, si oppose al progetto di Don Agostino di Lestrange, maestro dei novizi, di cercare un rifugio all'estero per condurvi in pace la vita monastica. Col precipitare però degli eventi, Don Agostino fu lasciato libero e la comunità si disperse progressivamente. Espulso con gli ultimi 28 monaci il 3 giugno 1792, Don Gervasio tentò di raggiungere la Svizzera, ma fu arrestato.
Condannato alla deportazione, fu imbarcato sulla "Bonhomme Richard" e poi trasferito sulla "Deux Associés". In una relazione si fa menzione di lui come di un condannato fra i più conosciuti, religioso fervente, uomo di pietà e di grande virtù.
Autore: Santa Sede
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