Roma, 3 marzo 1940 – San Paolo, Brasile, 22 febbraio 2001
Nacque a Roma il 3 marzo 1940. Fece gli studi al seminario di Subiaco, venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1966. Iniziò il servizio sacerdotale presso la parrocchia di San Giovanni Crisostomo, a Montesacro, dove aderì all'operazione Mato Grosso. Nel novembre 1971 partì per il Brasile per una esperienza nella diocesi di Càceres, con una superficie di 105.000 Kmq. con 200.000 abitanti, tre parrocchie con cinque settori missionari. Si stabilì a Jaurù, località del Mato Grosso ai confini con la Bolivia. Per trenta anni è stato un instancabile missionario "fidei donum" superando difficoltà e sofferenze in nome dell'amore verso Cristo e il suo Vangelo. I suoi indios erano poverissimi e sfruttati, mancavano di energia elettrica, acqua, mezzi di comunicazione e scuole. Nel 1974 creò l'ospedale più grande e attivo della regione con annessa la chiesa di "Nostra Signora del Pilar", nel quale portò avanti la missione di proteggere la vita ancor prima della nascita. Fondò la casa per anziani "Cuore Immacolato di Maria" offrendo assistenza agli infermi abbandonati. Assecondando il suo desiderio di formare laici e sacerdoti al servizio della Chiesa, iniziò nel 1978 una scuola che raccoglieva 600 bambini a cui dava anche il vitto e diede il via a un seminario minore nel 1981, dovre trasmise la sua profonda devozione alla Vergine Madre e la fede in Gesù Eucaristia. La Santa Messa, la Comunione Eucaristica, la recita del Rosario erano i punti fermi della sua catechesi, che diffondeva nei frequenti viaggi attraverso il Brasile, come responsabile del Movimento Sacerdotale Mariano. Don Nazareno è stato sempre in prima fila per ostacolare i progetti di bande di malviventi, che operano su due lati della frontiera, lungo l'asse Brasile-Bolivia, organizzano lo spaccio della cocaina e lo sfruttamento della prostituzione. La notte dell'11 febbraio 2001 Padre Nazareno fu brutalmente aggredito da due killers che gli spararono alla nuca. Il missionario, sempre cosciente, pregò e perdonò rivelando al suo vescovo le parole sussurrategli dal killer prima di sparare: "Sono venuto per ammazzarti perché ci dai fastidio". Morì il 22 febbraio.
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Don Nazareno (o più familiarmente “Padre Nazareno” come lo chiamavano in Brasile) nacque il 3 marzo 1940 a Roma da una famiglia umile e cristiana. Suo padre, Giacomo, era muratore e sua madre, Antonietta, casalinga. Le due sorelle, Franca e Anna Maria, completavano la famigliola. Entrò da ragazzo nel Seminario di Subiaco (Roma), dove frequentò la filosofia e la teologia. Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1966 a Roma. I primi anni del suo sacerdozio li trascorse come Vicario parrocchiale nella Parrocchia di S. Giovanni Crisostomo, a Montesacro, nel centro di Roma. Il suo apostolato era principalmente rivolto ai giovani. Avendo conosciuto l’Operazione Mato Grosso – allora ai suoi primi passi – vi si dedicò con vari giovani e, con il permesso del suo Vescovo, nel 1971 si recò in Brasile, nello stato del Mato Grosso. Nel gennaio 1972 si stabilì nel villaggio di Jaurù (allora un villaggio, oggi una città) nell’estremo Nord-Ovest del Brasile, ai confini con la Bolivia. Padre Nazareno con grande entusiasmo si mise all’opera, dandosi tutto a tutti, interessandosi del bene spirituale e materiale di quelle popolazioni, che mancavano di energia elettrica, acqua, mezzi di comunicazione, servizi sociali e scuole.
Trent’anni di lavoro missionario senza soste, con gioia ed entusiasmo, senza misurare sacrifici, sostenuto sempre da Gesù Eucaristia e dalla Madonna, dei quali Padre Nazareno era un vero innamorato.
Con lui sorse la parrocchia di Jaurù, che venne eretta il 12 ottobre 1976 da mons. Máximo André Biennès, Vescovo di São Luiz de Cáceres (la diocesi allora aveva una superficie di 100.000 Kmq , 200.000 abitanti, tre parrocchie, mentre oggi conta 420.000 abitanti e 20 parrocchie). La nuova Parrocchia fu dedicata a Nostra Signora del Pilar. Padre Nazareno era riuscito così in un’impresa che pareva impossibile solo quattro anni prima. Dal nulla sorse così una comunità cristiana piena di vita e di fervore. Nella sua parrocchia, che oggi conta circa ventimila abitanti, Padre Nazareno giungerà a formare ben 57 comunità ecclesiali rurali. In essa istituirà l’Adorazione solenne quotidiana al SS. Sacramento, mentre per la custodia delle cappelle rurali formerà ben duecento ministri straordinari dell’Eucaristia.
Alcuni tratti caratteristici del suo apostolato. Nel 1972 diede vita ad un dispensario che nel 1974 diventerà uno degli ospedali più attivi della regione, con annessa la chiesa di Nostra Signora del Pilar. In questo ospedale, Padre Nazareno portò avanti, con i suoi collaboratori, anche la grande missione di proteggere la vita ancor prima della nascita. Fondò, in seguito, anche la casa per anziani "Cuore Immacolato di Maria", offrendo così assistenza agli infermi abbandonati. Assecondando il suo desiderio di formare laici e sacerdoti al servizio della Chiesa, iniziò nel 1978 una scuola che raccoglieva 600 bambini, a cui dava anche il vitto e, nel 1981, diede il via ad un seminario minore, dove trasmise la sua profonda devozione alla Madonna e la fede in Gesù Eucaristia. Da quei ragazzini sono usciti una decina di sacerdoti. La Santa Messa, la Comunione Eucaristica, la Confessione, la recita del Rosario erano i punti fermi delle sue catechesi, che per semplicità e profondità sembravano quelle del Santo Curato d’Ars. Nella sua estesa parrocchia promosse ovunque l'Adorazione eucaristica e la Confessione frequente, dedicandovi molto tempo del suo ministero. Fu membro entusiasta e zelante del Movimento Sacerdotale Mariano, divenendone anche Responsabile nazionale per il Brasile. Questo incarico lo portava a compiere frequenti viaggi in tutto il Brasile, per realizzare i Cenacoli di preghiera con i Sacerdoti e con le famiglie del Movimento. I grandi Cenacoli mariani che Padre Nazareno ha realizzato nelle città brasiliane - Cenacoli che riunivano anche decine di migliaia di persone ogni volta - hanno fatto rifiorire in molti la vera devozione alla Madonna, ravvivato il Culto eucaristico e la pratica della Confessione sacramentale.
Come un vero apostolo di Gesù, Padre Nazareno, è sempre stato in prima fila nel servizio ai più poveri e nella lotta contro le varie forme di ingiustizia e oppressione, come, per esempio, nell'ostacolare i progetti dei mercanti della prostituzione e dei trafficanti di droga, che operavano sui due lati della frontiera Brasile-Bolivia. È bene ricordare, però, che la sua attività non si caratterizzava per le denunce pubbliche, ma per un lavoro silenzioso, incessante e paziente di educazione e formazione delle coscienze, secondo il Santo Vangelo. Padre Nazareno credeva fermamente in quella liberazione profonda che opera Gesù nelle anime, quando esse si lasciano liberare dal peccato e condurre sulle vie della verità e della carità.
Fu proprio nella sua cara Jaurù, dove si è speso con tutte le forze, che Padre Nazareno raccolse la palma del martirio.
La sera della domenica 11 febbraio 2001 (anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes), dopo una giornata intensa, Padre Nazareno, con alcuni dei suoi collaboratori, stava terminando la cena, quando entrarono in casa due malviventi incappucciati e con le pistole in pugno, che apparentemente cercavano denaro - si saprà solo in seguito che uno dei due era un killer professionista. In realtà erano venuti per uccidere ed uccidere proprio lui, Padre Nazareno. Uno dei due malviventi si avvicinò al Padre, gli sussurrò all’orecchio alcune parole - che i presenti non udirono -, il Padre Nazareno abbassò la testa dolcemente, il killer sparò, colpendolo alla nuca. I malviventi fuggirono senza rubare nulla. Il Padre venne immediatamente soccorso e trasportato in ospedale, in condizioni gravissime, ma sempre cosciente. Ricevette i sacramenti, perdonò i suoi uccisori ed offerse la sua vita per la Chiesa, per il Papa, per la sua Parrocchia e per il Movimento Sacerdotale Mariano, rinnovando la sua consacrazione alla Madonna, della quale era innamorato. Rimase per dieci giorni ricoverato in un ospedale di San Paolo del Brasile, paralizzato in tutto il corpo, ma in piena conoscenza. Durante questa lunga e dolorosa agonia sofferse con serenità, lasciando un profondo ricordo in chi lo visitava.
Durante quei giorni ebbe occasione di parlare molte volte con il Responsabile internazionale del Movimento Sacerdotale Mariano, Don Stefano Gobbi, che provvidenzialmente si trovava in Brasile, come anche con il suo Vescovo e con altri testimoni qualificati. Fu durante questi incontri che Padre Nazareno riuscì a raccontare ciò che era avvenuto tra lui e il suo killer poco prima che gli sparasse.
Padre Nazareno raccontò che il killer gli si era avvicinato, puntando la pistola, e che gli aveva sussurrato queste parole: "Io sono il demonio… sono venuto per ammazzarti perché ci dai troppo fastidio". In quel momento Padre Nazareno, alzando lo sguardo verso di lui, non vide il malvivente incappucciato, ma vide il demonio, allora, spaventato, istintivamente si coprì il volto con le mani, abbassando il capo e fu così che il proiettile non lo uccise, ma lo ferì gravemente.
Padre Nazareno concluse la sua vita terrena il 22 febbraio alle sei del mattino, all'età di 61 anni. Quel giorno si celebrava la Festa della Cattedra di San Pietro. Padre Nazareno lasciava questa terra con un atto supremo di amore, rinnovando l'offerta della sua vita specialmente per il Papa e per il Movimento Sacerdotale Mariano, un Movimento che ha come una delle sue caratteristiche specifiche un forte impegno di unità e di amore per il Santo Padre.
Il motto di Padre Nazareno era: “Cuore Immacolato di Maria fiducia, salvezza e vittoria mia”. Questo motto ha trovato la sua piena realizzazione in questa morte gloriosa.
Il processo di beatificazione, iniziato dalla diocesi di São Luiz de Cáceres, ha già terminato la sua fase diocesana.
Autore: Padre Giovanni Del Ponte
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