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Oxford, Inghilterra, 1558 circa – Londra, Inghilterra, 21 gennaio 1642
Thomas Green si preparò al sacerdozio missionario per riportare il cattolicesimo in Inghilterra, studiando nei collegi di Reims, Valladolid e Siviglia. Esiliato, tornò in patria in segreto, ma venne incarcerato per quattordici anni. Subì il martirio per impiccagione insieme al benedettino dom Alban Roe il 21 gennaio 1642, all’età di ottant’anni. È stato beatificato nel 1929.
Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, sant’Albano Roe, dell’Ordine di San Benedetto, e beato Tommaso Green, sacerdoti e martiri: sotto il re Carlo I, il primo dopo aver passato diciassette anni in carcere e l’altro quattordici, ormai vecchi, insieme furono sospesi per Cristo al patibolo a Tyburn.
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Thomas Green nacque nella città di Oxford verso il 1558 e, come altri giovani universitari educati secondo la religione dei padri, mal si adattava all’anglicanesimo. Così, per prepararsi a diventare sacerdote e missionario nella sua stessa terra, si trasferì nel collegio retto dai Gesuiti a Reims, in Francia. Di lì passò negli altri due centri di formazione situati a Valladolid e a Siviglia.
Ordinato nel 1592, partì per l’Inghilterra. Nel 1606 il governo inglese catturò quarantasette sacerdoti cattolici, per il solo fatto di essere tali, e li costrinse all’esilio. Padre Green, che era tra costoro, come la maggior parte di essi riuscì a tornare in patria clandestinamente. Esercitò il suo ministero per circa cinquant’anni sotto il falso nome di Reynolds, finché, nel 1628, non venne arrestato. Ricevette la condanna, ma non venne giustiziato, anche se non gli venne formalmente concesso l’indulto. Per questo motivo, a partire dal 1635 ottenne dei permessi per uscire dal carcere, che impiegò per proseguire la sua missione.
Tuttavia, quando re Carlo I riuscì a convocare nuovamente il Parlamento, le misure contro i prigionieri si fecero più aspre. Il 19 gennaio 1642 padre Green venne condannato definitivamente, insieme al benedettino dom Alban (al secolo Bartholomew) Roe. Al suo compagno di prigionia confidò che aveva paura di affrontare la morte, dopo che era stata a lungo differita. Di rimando, l’altro l’incoraggiò con parole consolanti.
Il 21 gennaio fu il giorno fissato per l’esecuzione. «Ebbene, come ti trovi ora?», domandò il monaco al suo compagno, anziano come lui (aveva ottant’anni). «Di buon umore», replicò padre Green. Dom Roe rispose: «Sia benedetto Dio per questo, e sono felice di avere come compagno nella morte un amico di coraggio indomabile come te». Oltre alle pene passate nei lunghi anni di prigionia, i due dovettero patire anche il freddo e il peso delle gogne a cui furono costretti durante il tragitto verso la forca.
Una volta salito il patibolo, padre Reynolds dichiarò che perdonava i propri nemici e commosse lo sceriffo invocando Dio per meritare la «grazia di essere un glorioso santo in paradiso». I due sacerdoti, dopo essersi confessati e assolti a vicenda, recitarono il Miserere alternandosi. Il loro ultimo grido, quando si aprirono le botole sotto i loro piedi, fu il nome di Gesù.
Mentre dom Roe è stato canonizzato nel 1970, padre Green venne incluso nel gruppo di candidati agli altari che furono riconosciuti martiri con decreto dell’8 dicembre 1929 e dichiarati Beati il 15 dicembre 1929.
Autore: Emilia Flocchini
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