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Beato Bartolomeo Gutierrez e compagni Martiri

3 settembre

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Città del Messico, 1580 - Giappone, 3 novembre 1632

Nel 1606 s’imbarcò per le missioni del Giappone.Costretto a sostare per sei anni a Manila (Filippine), vi esercitò l’ufficio di maestro dei novizi.Nel 1612 giunse in Giappone, ma dopo appena tre anni fu espulso. Iniziata una cruenta persecuzione, in seguito alla morte di confratelli e catechisti, fu richiesto il suo ritorno in Giappone per il bene dei convertiti ed egli il 12 agosto 1618 rientrò di nascosto a Nagasaki. Fino al novembre 1629, fra insidie e patimenti indicibili, lavorò tra i fedeli, dando splendido esempio di penitenza e di fervore.Incarcerato nel novembre del 1629 a Nagasaki e per due anni a Omura, benché sottoposto a tremende sofferenze, non tralasciò mai l'apostolato tra i carcerieri.Nel 1631 fu sottoposto al tormento delle acque bollenti solfuree del monte di Ungen e il 3 novembre 1632 fu martirizzato.

Martirologio Romano: A Nagasaki in Giappone, beati Bartolomeo Gutiérrez, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, e cinque compagni, martiri, che in odio alla fede cristiana furono dapprima immersi in acque sulfuree bollenti e poi dati al rogo.


Nacque a Città del Messico nel 1580. Educato piamente dai genitori, a sedici anni vestì in patria l'abito agostiniano.
Compiuti gli studi e ordinato sacerdote, fu inviato nel convento di Puebla de los Angeles, da dove, nel 1606, s'imbarcò per le missioni del Giappone. Costretto a sostare sei anni a Manila (Filippine), vi esercitò l’ufficio di maestro dei novizi. Finalmente, nel 1612, poté giungere in Giappone, ma, dopo appena tre anni d'intenso apostolato, le autorità del luogo lo rinviarono, a Manila dove riprese l’incarico di maestro dei novizi.
Mentre in Giappone infieriva la persecuzione e, specialmente dopo il martirio del suo confratello b. Ferdinando Ayala di S. Giuseppe, i convertiti supplicarono p. Bartolomeo di ritornare. Il 12 agosto 1618 rientrò di nascosto a Nagasaki, accompagnato dal confratello e futuro martire b. Pietro de Zúniga. Fino al novembre 1629, fra insidie e patimenti indicibili, lavorò tra i fedeli, dando esempio splendido di penitenza e di fervore. Organizzò il Terz'ordine Agostiniano e la Confraternita “dei Cinturati” e “delle Cinturate”, molti dei quali più tardi conseguirono il martirio.
Nel novembre 1629 P. Bartolomeo fu internato nel carcere di Nagasaki, dove lo raggiunsero in breve due confratelli, poi suoi compagni nel martirio: i bb. Francesco di Gesù e Vincenzo di S. Antonio. In dicembre venne trasferito nell'orrendo carcere di Omura, dove languì per due anni, non tralasciando tuttavia l'apostolato tra i carcerieri e tenendosi in corrispondenza con i propri superiori e i cristiani.
Il 25 novembre 1631 fu trasferito insieme con i confratelli a Nagasaki e, per circa un mese, fu sottoposto, insieme con essi, al tormento delle bollenti acque sulfuree del monte di Ungen. Dopo aver languito in carcere per quasi un anno, il 3 novembre 1632 fu condannato ad essere bruciato vivo.
Pio IX lo beatificò insieme a molti altri martiri giapponesi, tra cui quattro confratelli e sei terziari agostiniani, nel 1867.


Autore:
P. Bruno Silvestrini O.S.A.

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Aggiunto/modificato il 2001-07-18

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