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Uhniv, Ucraina, 18 luglio 1889 - Drohobych, Ucraina, 28 giugno 1941
Nacque il 18 luglio 1889. Il 24 settembre 1904 entrò nel seminario dell'Ordine Basiliano di San Giosafat presso Krekhiv, emise i suoi voti perpetui il 21 settembre 1910 e ricevette infine l’ordinazione presbiterale il 14 febbraio 1915. Nel 1932 fu eletto igumeno del monastero basiliano di Drohobych, nella provincia di Lviv (Leopoli). Si dedicava particolarmente alle attività con i giovani ed era noto come uno zelante padre spirituale. Il 26 giugno 1941 fu arrestato dall’NKVD e trasferito nel carcere cittadino di Drohobych. Da quel momento nessuno lo vide più in vita. Dopo la ritirata dei bolscevichi, il popolo intraprese delle ricerche e venne rinvenuto nella prigione il suo corpo torturato e mutilato. Alcuni testimoni oculari riferirono che sul cadavere del martire era visibile una croce, incisagli sul petto dai suoi aguzzini. Condivise il martirio con il confratello Jakym Senkivskyj.
Martirologio Romano: Nella città di Drohobych in Ucraina, beati Severiano Baranyk e Gioacchino Senkivskyj, sacerdoti dell’Ordine di san Giosafat e martiri, che, in tempo di persecuzione contro la fede, con il loro martirio divennero partecipi della vittoria di Cristo.
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Nato in Ucraina nel 1889, Severiano Baranyk crebbe in un ambiente permeato da una profonda religiosità e da un forte sentimento nazionalista. Attratto dalla vita consacrata, nel 1904 entrò a far parte dell'Ordine Basiliano di San Giosafat, intraprendendo un percorso di formazione spirituale che lo condusse all'ordinazione sacerdotale nel 1915.
La sua dedizione al ministero pastorale e la sua incrollabile fede lo resero una figura di riferimento per la comunità locale, soprattutto durante i tragici anni della persecuzione religiosa sotto il regime sovietico. Baranyk non si piegò alle intimidazioni e alle minacce, continuando a svolgere il suo ruolo con coraggio e determinazione, offrendo sostegno spirituale e conforto ai fedeli oppressi.
Nel 1941, la sua incrollabile fede lo portò ad essere arrestato dalle autorità sovietiche. Iniziò così un calvario di torture e soprusi che culminò con la sua morte in carcere. Di fronte alle brutalità inflittegli, Baranyk rimase fedele ai suoi principi e offrì la sua vita in testimonianza della sua fede in Cristo.
La sua figura divenne un simbolo di resistenza e speranza per i perseguitati in nome della fede. La beatificazione da parte di Papa Giovanni Paolo II nel 2001 lo ha riconosciuto come martire e come esempio di eroismo cristiano.
Autore: Franco Dieghi
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