Toyotomi Hideyoshi (1535-1598), capo incontrastato del Giappone dal 1582 al 1598, chiamato dai cristiani Taicosama, fu nei primi anni favorevole ad essi. Dopo la sfortunata guerra contro la Corea, però, pretese la sovranità sulle isole Filippine, a danno degli spagnoli, e in seguito alla loro opposizione, emanò, in data 24 lugl. 1587, un editto di proscrizione contro i cristiani. Sembra che abbiano influito sul cambiamento del suo stato d'animo altri fattori, come le insinuazioni di un bonzo, suo medico di fiducia, che gli mostrò i pericoli di una sistemazione degli europei a Nagasaki, il timore dell'ascendente dei missionari sui signori di Cyushu, la ripulsa di donne cristiane a prestarsi ai suoi capricci. Tuttavia la propaganda missionaria continuò la sua attività e Hideyoshi lasciò dormire il suo decreto, pur seguendo attentamente per mezzo di spie i movimenti dei missionari. Intanto nel 1593 alcuni francescani sotto la guida del p. Pietro Battista, da Manila si portarono nel Giappone, ricevuti cordialmente da Hideyoshi. Fondarono due conventi e si dedicarono con grande ardore all'evangelizzazione della regione. Ma una serie di circostanze sfavorevoli, fra le quali il naufragio di un galeone spagnolo pieno di pesos d'argento sulle coste giapponesi, confiscato da Hideyoshi, rese tesi i rapporti con gli spagnoli. Il 9 dic. 1596 l'autocrate fece arrestare ad Osaka sei francescani e tre gesuiti e il 31 dic. a Meaco quindici laici giapponesi terziari francescani, ai quali se ne aggiunsero, durante il viaggio, altri due. I religiosi trasportati a Meaco, subirono il taglio dell'orecchio sinistro. Fatti salire su carri in gruppi di tre, dovettero percorrere pubbliche strade, alla vista di tutti, come si usava per i delinquenti e questo per incutere terrore ai cristiani e per aumentare le sofferenze dei martiri. Ciononostante la popolazione mostrava loro molta compassione e cercava di soccorrerli. Da Meaco per Sacai, Corazu, Facata giunsero il 5 febb. a Nagasaki, luogo dell'esecuzione che avvenne mediante crocifissione. Fra le vittime vi fu Filippo di Gesù, religioso francescano, nato da genitori spagnoli nel Messico. Aveva avuto una giovinezza molto inquieta e disordinata. Ammesso nell'Ordine Francescano, ne era uscito per rientrarvi nuovamente a Manila. Giunse a Meaco al momento dell'arresto dei confratelli, al cui gruppo fu unito, come appare dall'elenco dei martiri. Nella fredda mattina del 5 febb. 1597, a Nagasaki, fu crocifisso insieme con gli altri martiri e fu il primo ad essere trafitto. L'esecuzione avvenne alla presenza di numerosi cristiani e dei marinai portoghesi della Nao. Urbano VIII, dimostrato il martirio, concesse la Messa e l'Ufficio al suo Ordine nel 1627. Benedetto XIV lo iscrisse nel Martirologio che pubblicò nel 1748, mentre Pio IX lo canonizzò, con gli altri martiri, l'8 giug. 1862, con una magnifica cerimonia, alla presenza di numerosi vescovi (v. La Civiltà Cattolica, serie V, II [1862], pp. 737-46).
Autore: Filippo Caraffa
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