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Beato Gioacchino Senkivskyj Sacerdote e martire
Festa:
28 giugno
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Haji Velyky, Ucraina, 2 luglio 1896 – Drohobych, Ucraina, 28 giugno 1941
Nacque il 2 maggio 1896 nel villaggio ucraino di Haji Velyky, nella provincia di Ternopil. Compiuti gli studi teologici seminaristici a Lviv (Leopoli), ricevette il 4 dicembre 1921 l’ordinazione presbiterale, per poi essere inviato a Innsbruck, ove proseguì i suoi studi e conseguì il dottorato in teologia. Poco dopo, nel 1923, entrò novizio nel monastero dell’Ordine Basiliano di San Giosafat presso Krekhiv. Dopo aver pronunciato i primi voti fu trasferito nel monastero di Krasno Pushcha e poi in quello Lavriv, sempre vicino a Ternopil. Fra il 1931 e il 1938 svolse diverse mansioni all’interno del seminario di Sant’Onofrio a Lviv ed infine, nel 1939, venne eletto protoigumeno del monastero di Drohobych. Qui fu arrestato dalle autorità del regime comunista russo il 26 giugno 1941 e tre giorni dopo, il 29 giugno, come asseriscono dei testimoni oculari, morì gettato vivo in una caldaia di acqua bollente nella prigione della città. Condivise il martirio con il confratello Severijan Baranyk.
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Nato nel 1889 in un villaggio dell'Ucraina occidentale, Gioacchino Senkivskyj dimostrò fin da giovane una profonda inclinazione verso la fede cattolica. Dopo aver completato gli studi liceali, entrò nel seminario di Przemyśl, dove fu ordinato sacerdote nel 1921. Desideroso di approfondire le sue conoscenze teologiche, si recò a Innsbruck, in Austria, per proseguire gli studi.
Nel 1923, Gioacchino Senkivskyj prese la decisione di consacrare la sua vita a Dio entrando nell'Ordine Basiliano di San Giosafat. All'interno dell'ordine, ricoprì diversi incarichi, tra cui quello di protoigumeno del monastero di Drohobych, in Ucraina.
La sua dedizione alla fede e il suo impegno pastorale non passarono inosservati al regime comunista sovietico, che nel 1941 lo arrestò con l'accusa di attività sovversive. Dopo tre giorni di prigionia e torture, Gioacchino Senkivskyj fu condannato a morte e fucilato.
Il sacrificio di Gioacchino Senkivskyj è stato riconosciuto dalla Chiesa cattolica, che nel 2001 lo ha proclamato Beato Papa Giovanni Paolo II. La sua figura rappresenta un esempio luminoso di fede incrollabile, coraggio e dedizione al Vangelo, anche di fronte alle persecuzioni più feroci.
Autore: Franco Dieghi
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