L’infanzia e l’adolescenza Luigi Brutti nacque a Montefiascone, in provincia e diocesi di Viterbo, il 23 novembre 1984, secondogenito di Vittorio Brutti e di sua moglie Enza. Fu battezzato il 3 febbraio 1985 nella chiesa di San Leonardo Murialdo a Viterbo, parrocchia dove ricevette anche gli altri Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana: la Prima Comunione, il 14 maggio 1994, e la Cresima, il 23 novembre 1997, per mano di monsignor Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo. Era un bambino vivace, a tratti iperattivo, tanto che nessuno dei parenti più prossimi riusciva a trattenerlo per più di mezz’ora. Anche a scuola appariva incontenibile, distratto, continuamente in vena di scherzi. I suoi voti arrivavano a stento alla sufficienza, solo perché la madre lo seguiva molto da vicino. Con lei, col padre e con Martina, la sorella maggiore, i litigi erano quasi quotidiani. Luigi frequentava la parrocchia e seguiva gli incontri dell’Azione Cattolica Ragazzi, ma senza troppa convinzione. Preferiva trovarsi con gli amici, dai quali si lasciava trascinare per non sentirsi solo. Si comportava anche in maniera superficiale con le ragazze, passando da una fidanzata all’altra. In più, aveva iniziato a fumare quando aveva undici anni.
Un campo estivo gli cambia la vita A circa sedici anni, frequentando il Grest (l’oratorio estivo) nella parrocchia del Murialdo, qualcosa cominciò a cambiare in lui. Il 21 agosto 2001 iniziò il campo estivo parrocchiale con un intento preciso: «Voglio trovare la pace e la felicità perché sento che mi manca […] ho bisogno di “luce”», lasciò scritto. Il giorno dopo prese tre impegni altrettanto netti: «Prendermi cura della mia famiglia… puntare al cuore dei miei amici… impegnarmi a scuola». Dal 20 al 27 agosto 2002 partecipò a un nuovo campo estivo a Palmoli, in provincia di Chieti, sul tema dell’amore. Sotto la guida di alcuni padri gesuiti, Luigi si confrontò con la Parola di Dio e riconobbe cosa agitava il suo cuore: il desiderio di amare davvero. Decise di camminare da subito su quella via: «Non trovo nessun motivo per esitare, voglio amare Dio, voglio essere felice, voglio fare del bene, voglio il meglio!», annotò in quei giorni, nei quali aveva scoperto che Dio non era un padrone da soddisfare, ma un Padre da amare e che non chiede nulla in cambio.
Uno slancio nuovo per la sua vita Tornato a casa, Luigi diede uno slancio diverso alla sua vita. Iniziò a frequentare il gruppo giovani della parrocchia del Murialdo, ma con un intento diverso: non più e non solo per stare con gli amici, ma per cercare il Signore insieme a loro. Il 1° novembre 2002 iniziò a scrivere un diario spirituale, nel quale annotò preghiere, riflessioni, invocazioni rivolte a Dio. Prima nella sua parrocchia, poi in quella della Sacra Famiglia, sempre a Viterbo, divenne educatore dei ragazzi più piccoli. Smise di fumare e si concentrò nello studio, tanto che sua madre, durante un colloquio coi professori, stentò a credere che parlassero di suo figlio. Anche con lei e col resto della famiglia i rapporti si appianarono.
La preghiera al centro Dopo un campo invernale con gli altri giovani, nei primi giorni di gennaio 2003, Luigi prese un nuovo impegno concreto: «Ho deciso di pregare tutte le mattine e tutte le sere», annotò il 5 del mese. Il 9 gennaio stese alcuni punti: «Tutti i giorni, tranne il mercoledì, alle 14 preghiera. Domenica mattina quando mi sveglio il Rosario. Tutte le sere Padre nostro e breve revisione». Anche nel 2003, dal 21 al 28 agosto, partecipò al campo estivo a Palmoli. La sua preghiera personale era nutrita dalla Parola di Dio, mentre con gli amici del gruppo giovani pregava il Rosario e la Liturgia delle Ore. Partecipava alla Messa «esclusivamente per stare con Dio, e la Messa è il modo più potente per starci», secondo quanto scrisse in un altro appunto. Si preparava con molta cura al Sacramento della Riconciliazione, a cui si accostava spesso.
L’interrogativo su come spendere la vita Col passare degli anni, in Luigi si faceva sempre più urgente una nuova inquietudine: cosa fare della sua vita. Invocava quindi nel suo Diario, il 17 marzo 2003: «Signore, aiutami a non fare le mie scelte a seconda di quale è più facile, anzi aiutami a diffidare delle scelte facili e a privilegiare le scelte difficili che portano alla vita» Anche quando riconosceva i propri limiti, domandava nella preghiera: «Aiutami ad ammettermi e ammetterti senza problemi le mie cadute, ma sempre con la volontà, il desiderio, il coraggio di rialzarmi con il tuo aiuto». Cresceva quindi nell’amore verso Dio Padre, anzi, “babbo” in dialetto viterbese, come lo chiamava di frequente nel Diario.
Crescere nell’amore Diplomatosi all’Istituto Tecnico Industriale nel 2003, s’iscrisse alla facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Università Roma Tre e contemporaneamente alla scuola di specializzazione per gli insegnanti di sostegno. In quegli anni chiedeva al Signore di aiutarlo a crescere nell’amore: «Fa’ che ami gli altri il più possibile, sicuro che ad amare me ci pensi tu», pregava il 25 gennaio 2005, data in cui scrisse anche: «Fa’ che ti faccia conoscere a chi incontro, che sia il Tuo riflesso e il Tuo servitore».
Luigi insegnante di sostegno Si laureò il 21 giugno 2007; nell’ottobre dello stesso anno conseguì il diploma. Due anni dopo, ottenne l’abilitazione al sostegno didattico. Già nel 2008 iniziò a insegnare alla scuola primaria di Vallerano, poi presso la scuola primaria Alceste Grandori di Viterbo, infine presso la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Andrea Scriattoli di Vetralla. Bambini, colleghe, collaboratori scolastici gli volevano bene, riconoscendo in lui doti umane molto rare anche per il suo lavoro. Col suo aiuto molti bambini con bisogni speciali riuscirono a inserirsi nelle attività comuni, nei momenti di gioco e nei rapporti con i coetanei. Oltre che a scuola, Luigi viveva accanto ai bambini con disabilità anche nel tempo libero, in quanto membro, già da prima di cominciare a insegnare, di varie associazioni di volontariato, come l’Avis e l’Associazione “Eta Beta”, nata nella parrocchia del Murialdo. Le persone più deboli, come anche i profughi e i migranti, lo chiamavano a un’attenzione particolare, che condivideva anche con gli amici vecchi e nuovi, compresi quelli della parrocchia della Sacra Famiglia, sempre a Viterbo.
Con Roberta, un amore nel volto di Dio Nel 2006, non ancora ventiduenne, si era fidanzato con Roberta, una ragazza che condivideva i suoi stessi valori e i medesimi sogni. Il 24 aprile 2008, in visita alla cattedrale di Notre Dame a Parigi, affidò alla Madonna il loro progetto d’amore: «Aiutaci ad essere felici, ad amarci l’un l’altro in corpo, anima e spirito, a conoscerci nella nostra umanità e divinità, a vedere nel volto, negli occhi dell’altro il volto di Dio». Pochi anni dopo, i due giovani erano pronti al matrimonio. La loro casa era quasi arredata ed era già stata fissata la data per le nozze, l’11 settembre 2011, come scritto sulle partecipazioni spedite a parenti e amici.
La morte Lunedì 6 giugno Luigi andò a scuola come sempre, ma con un forte mal di testa. Alla collega Loredana Cecchini riferì che probabilmente era dovuto al fatto che aveva preso troppo sole al mare il giorno prima. La mattina dell’8 giugno, due giorni dopo, Luigi chiamò i genitori, perché aveva ancora mal di testa. Cinque minuti dopo, la situazione precipitò: i genitori chiamarono il 118, mentre lui, che si era di nuovo messo a letto, aveva perso conoscenza. Fu portato in ambulanza all’ospedale di Viterbo e condotto in rianimazione. I neurochirurghi tentarono in ogni modo di salvarlo, ma non riprese più i sensi. La sera del 19 agosto, alla presenza del padre, della madre, della sorella e della fidanzata, Luigi morì; non aveva ancora compiuto ventisette anni.
La fama di santità Due anni dopo la sua morte, lo zio Mario Brutti curò una prima raccolta di alcuni scritti insieme ad alcune testimonianze, «In cammino verso Dio – Pensieri e preghiere di Luigi Brutti». Dopo la sua morte, infatti, in fondo a un cassetto della sua camera da letto, i genitori avevano trovato i quaderni che componevano il suo diario. Gli fu intitolata una sala dell’oratorio della Sacra Famiglia, mentre i Giuseppini del Murialdo diedero il suo nome ad alcuni pozzi realizzati nella loro Provincia religiosa africana. Col passare del tempo, la sua storia non fu dimenticata, anzi, cominciò ad avere una rilevanza ecclesiale. Nel marzo 2022 don Luigi Fabbri, vicario generale della diocesi di Viterbo, pubblicò per le edizioni San Paolo «Ho bisogno di luce – Il percorso umano e spirituale di Luigi Brutti giovane viterbese», a cui fu collegato l’omonimo cortometraggio promosso dall’Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano. Venne anche lanciato il sito ufficiale, www.luigibrutti.com, con i relativi canali social. Il 28 aprile 2022, l’incontro diocesano dei cresimandi aveva il titolo «Voglio il meglio», preso dallo scritto già citato del campo estivo di venti anni prima. Il 2 giugno 2022, nel «Pellegrinaggio per le famiglie con le famiglie insieme a Maria» al santuario della Madonna della Quercia di Viterbo, furono lette alcune sue preghiere; erano presenti i suoi genitori.
La causa di beatificazione e canonizzazione Intanto si era costituito un gruppo di preghiera coordinato dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, dal Centro Diocesano Vocazioni e dalle Parrocchie della Sacra Famiglia e del Murialdo, e si erano mossi i primi passi per verificare la possibilità di avviare la sua causa di beatificazione e canonizzazione. Il vescovo di Viterbo, monsignor Lino Fumagalli, accolse la richiesta. Il 29 luglio 2022, nel Palazzo dei Papi di Viterbo, presiedette la prima sessione pubblica dell’inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità del Servo di Dio Luigi Brutti.
Preghiera O Padre, ti ringraziamo per aver suscitato nella nostra Chiesa la testimonianza luminosa di Luigi. Trasformato dall'incontro con te, ha scelto di fare dell'amore il suo stile di vita dedicandosi agli altri come maestro di sostegno, educatore in Parrocchia, presenza premurosa a fianco dei ragazzi disabili e di chiunque avesse bisogno. Aiutaci a seguire il suo esempio di fede e di amore per fare della nostra vita un dono. E, mentre ti chiediamo di glorificare il tuo servo Luigi, per sua intercessione e secondo la tua volontà concedici la grazia... che ti domandiamo con cuore fiducioso. Amen.
Per segnalare eventuali "grazie" ricevute per l'intercessione del Servo di Dio Luigi Brutti scrivere a: Vescovado di Viterbo P.za S. Lorenzo, 6 01100 Viterbo segreteriavescovo@diocesiviterbo.it
Autore: Emilia Flocchini
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