Dopo circa quaranta anni dal massacro dei diciotto certosini avvenuto in Inghilterra nel 1535, un’altra vicenda storica coinvolse violentemente una comunità certosina, stavolta nei Paesi Bassi.
Gli avvenimenti che sto per raccontarvi necessitano di un antefatto storico. La certosa olandese di Roermond fu al centro della cruenta Guerra degli ottant’anni (1568-1648) che porterà l’indipendenza dei Paesi Bassi dagli spagnoli. Per effetto di tale conflitto, le truppe protestanti di Guglielmo I d’Orange, provenienti dalla Germania, conquistarono la cittadina di Roermond, situata nel Limburgo, che venne brutalmente saccheggiata. La rabbia dei soldati protestanti si concentrò in particolare sulle chiese cattoliche ed i conventi, mietendo ventisei vittime tra sacerdoti e religiosi.
Ma il massacro che oggi rievocherò, interessò la certosa di Roermond ed i suoi monaci, che furono per più della metà brutalmente torturati dalla spietata violenza degli aggressori. La mattina di mercoledì 23 luglio 1572, la quiete claustrale venne sconvolta dalla violenta intrusione dei soldati di Guglielmo d’Orange al grido”Gelt!, Gelt!”, ovvero danaro!, argento!. La furia degli spietati mercenari protestanti, si abbatté sulla certosa poiché nutriti da un odio verso i religiosi, ed alla ricerca di beni materiali come bottino delle loro scorribande. Al momento dell’irruzione, la comunità certosina impegnata nelle varie attività claustrali, fu sorpresa dalla inaudita violenza diventando, in momenti e luoghi diversi, le vittime sacrificali della brutale aggressione.
Proviamo ora a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, iniziando con l’elencare i nomi dei dodici certosini che persero la vita, rispettando l’ordine e le modalità con le quali vennero uccisi:
Nella parte del monastero riservata ai Fratelli conversi morirono:
Stefano van Roermond, il converso con le mansioni di portiere, che fu il primo ad essere aggredito, nonostante, sotto la minaccia delle armi, consegnò le chiavi del convento ai soldati, per evitare spargimenti di sangue egli ebbe la testa fracassata, venne mutilato ed ammazzato.
Albertus van Winsen, fu il secondo certosino che i soldati incontrarono, egli era un anziano converso ex cuoco, ma ormai vecchio e malato perciò immobilizzato a letto da un ictus, fu ucciso selvaggiamente nel proprio letto senza pietà.
Johannes van Sittard, converso, ricopriva le mansioni di fornaio, egli tentò di nascondersi sotto della legna accatastata, ma fu scoperto e ucciso.
All’interno della chiesa negli ambienti del coro, trovarono la morte
Erasmus van Maastricht, sacerdote, molto anziano, e con grossi problemi di deambulazione fu ucciso mentre era seduto su di uno sgabello situato all’ingresso della chiesa.
Matthias van Keulen, sacerdote, anch’egli anzianissimo e quasi deficiente, fu ammazzato sulla soglia della propria cella senza ritegno.
Negli ambienti interni della certosa furono aggrediti mortalmente
Henricus Wellen, diacono, fu accoltellato e si accasciò sull’altare.
Johannes van Luik, sacerdote, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa.
Johannes Leeuwis, sacerdote, fu prima ferito ad una spalla e poi ucciso con una coltellata al cuore, si accasciò su di un altare
Johannes Gressenich, diacono, fu accoltellato vilmente alle spalle e gli fu trapassato un polmone, sopravvisse inizialmente al massacro ma mori qualche giorno dopo al monastero di Maes.
Severus van Koblenz, sacerdote, questi era ospite e proveniente dalla certosa di Coblenza, fu colpito fortemente alla testa ed il sangue che sgorgò dalla ferita schizzò violentemente a cinque metri d’altezza impregnando le pareti della chiesa . Il giorno dopo fu trovato il suo corpo in cucina, spogliato, lacero perché scorticato da vivo con acqua bollente!
Nel giardino morì
Paolo di Waelwijck, sacerdote, l’unico non certosino e segretario del vescovo di Roermond, Guglielmo Lindano, fu gravemente aggredito e brutalmente ucciso nel frutteto del monastero. Egli era ospite da pochi giorni dei certosini, nel tentativo di cercare un rifugio sicuro per sottrarsi alla ferocia dei protestanti.
Al di fuori del convento:
Wilhelmus Wellen, sacerdote, il procuratore del convento, ferito da un colpo di pistola ed ucciso in strada da un colpo di spada alla testa.
Vincent Van Herck, sacerdote, sagrestano, in strada fu orribilmente mutilato, venne deriso e schernito. Si narra che egli esclamò “Oh mio Signore Dio, fa che sia degno di morire come i miei confratelli” e gli aggressori cercarono di esortarlo ad abbandonare la fede in cambio della vita ma egli rispose “Oh signore perdona loro perché non sanno quello che fanno!!” (Luca 23,34) dopo ciò fu sparato con l’archibugio ed ucciso.
I superstiti
Dom Joachim Thoenjerloe Finora non ho menzionato la sorte del priore della certosa, il quale subito dopo l’assedio dei violenti soldati provò invano a fermare la loro furia sanguinaria, accresciuta dopo la rinuncia del priore alla folle richiesta della somma di 2000 fiorini. Il povero priore che provò a difendere e proteggere la sua comunità, fu pestato e cacciato violentemente, nonché sparato da un archibugio che lo ferì gravemente ma non lo uccise Egli messo in fuga riuscì a raggiungere la certosa di Colonia dove per le gravi ferite riportate morì sei settimane dopo quel tremendo giorno.
Nikolaus Gangelt un giovane certosino che ebbe spezzate entrambe le mani, che aveva giunte in orazione, svenne e tramortito ebbe la vita salva
Leonardo, diacono, il quale torturato non morì subito ma rimase ferito e morirà nella certosa di Vogrelsang
William Wellen, il cugino di Henry Wellen, che fu cacciato dal monastero dopo avergli conficcato una spada nella testa.
Dopo l’eccidio, i corpi dei poveri martiri, orribilmente mutilati e straziati, furono interrati nel frutteto del complesso monastico, solo tre anni dopo, le loro reliquie furono traslate in una cappella della chiesa e con un epitaffio voluto dal vescovo di Roermond Guglielmo Lindano. In un successivo articolo illustrerò l’attuale luogo di sepoltura. I fatti tragici che vi ho raccontato, furono descritti analiticamente nel 1608 dal certosino Dom Arnold Havensius, in“Historica relativo duodecim Martyrum Cartusianorum”, scritto in latino e quindi ciò non consentì una vasta divulgazione della storia di Roermond.
Viceversa, all’interno delle certose la memoria dei martiri è rimasta sempre viva e la diffusione fu consentita grazie alle opere pittoriche commissionate a diversi artisti, i quali immortalarono le cruente scene di quell’episodio. Esse sono oggi, una valida testimonianza di ciò che accadde. Spero, che attraverso questa narrazione possa contribuire alla divulgazione del culto di questi poco conosciuti martiri certosini, che anche se in condizioni diverse dei più noti martiri inglesi, morirono tragicamente per difendere strenuamente la propria Fede.
Le reliquie
Dopo l’eccidio, i corpi dei poveri martiri, orribilmente mutilati e straziati, furono dapprima esposti in piazza e vilipesi, poi interrati nel frutteto del complesso monastico. Solo tre anni dopo, le loro reliquie furono traslate in una cappella della chiesa, con un epitaffio voluto dal vescovo di Roermond Guglielmo Lindano. In una cappella della chiesa della certosa di Roermond, abbandonata dai monaci nel 1793, riposano ancora oggi le spoglie dei poveri monaci trucidati. A tal proposito voglio segnalarvi un dato davvero singolare, riguardante tele collocazione. Nel 1926, a seguito di lavori di consolidamento, sotto uno spesso strato di intonaco è venuto alla luce un affresco risalente al 1500, ovvero ad una data antecedente il saccheggio ed il martirio. L’affresco accuratamente restaurato pochi anni fa, raffigura “Il Giudizio Universale”, con la rappresentazione dei demoni e dell’inferno e con la figura di Cristo su di un arcobaleno che sovrasta la scena. Appare curioso tutto ciò, e sembra una bizzarra profezia sulla sorte futura dei poveri certosini. Il culto ed il ricordo dei martiri di Roermond, di recente è stato commemorato nella “Caroluskapel”, come oggi si chiama questa parte del complesso certosino. In occasione della ricorrenza del 23 luglio, si svolge una messa solenne di requiem ed una processione, a cui fa seguito una particolare benedizione con acqua santa ed incenso, negli armadi contenenti delle scatole di legno con le sacre spoglie, al fine di commemorare e rendere vivo il ricordo del sacrificio dei poveri certosini vittima della violenza protestante. Tali iniziative sono volte a far crescere il culto che potrebbe portare alla beatificazione mai avvenuta dei monaci brutalmente uccisi, ma anche come monito per i posteri affinché l’odio religioso non produca violenze inaudite come quelle che vi ho descritto.
Preghiera
Signore nostro Dio,
Nella vita e la morte dei martiri di Roermond
Tu ci hai dato un esempio
di intensa preghiera contemplativa e apostolica.
La loro dedizione e sacrificio
hanno aiutato le nostre regioni
per proclamare e conservare la fede cattolica
nei momenti difficili di apostasia e di persecuzione.
Preghiamo:
Il sangue di questi martiri
di essere fecondo anche ai nostri giorni.
Che anche noi siamo impegnati a sacrificare
per la proclamazione di fede
e approfondire la vita spirituale.
Vediamo attraverso la nostra preghiera e di apostolato
contribuire alla rinascita della fede nei nostri territori,
trovando il modo per riconquistare tuo Figlio
in unione con la sua Chiesa.
Che chiediamo
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Fonte:
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www.cartusialover.wordpress.com
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