Le origini
“Megaera quaedam mortalis,
inflammatrix saevientis adsidua
humani cruoris avida
nihil mitius quam maritus”
"Una sorta di mortale Megera,
seduttrice assidua di uomini violenti
desiderosi di sangue umano
per nulla più mite del marito
(Ammianus Marcellinus XIV, 1)
Costantina o Costanza, dal latino: Constantina, anche nota come Constantia, Constantiana era la figlia dell'imperatore romano Costantino I e di Fausta, a sua volta figlia di Massimiano. Era sorella degli imperatori Costantino II, Costanzo II e Costante I, moglie del re Annibaliano e del cesare Costanzo Gallo. È venerata come santa, con il nome di Costanza.
Suo padre Costantino, una volta divenuto imperatore, fece uccidere i suoi nemici. poi nel 326 fece uccidere il proprio figlio primogenito Crispo, figlio di Minervina, e quindi fratellastro di Costantina, per una presunta relazione con sua moglie Fausta, madre di Costantina.
Dopo altre efferate uccisioni il padre fece affogare e ustionare nel bagno con l'acqua bollente la moglie Fausta. La leggenda vuole che Crispo sia stato eliminato in seguito all'accusa di Fausta di averla insidiata, e quindi anche l'imperatrice venne giustiziata quando Costantino riconobbe l'innocenza del figlio, ma è leggenda costruita per mettere in buona luce il paladino della fede cristiana, che in realtà non solo non si convertì mai, ma che volle unificare la fede per avere un potere maggiore nelle sue mani, tanto è vero che a lungo fu indeciso se favorire il culto di Mitra o il cristianesimo, coll'intento di unificare potere temporale e potere religioso.
Si può immaginare l'incubo di vita che ebbe Costantina con un padre pazzo e violento che le uccise madre e fratello. Sicuramente dovette ingoiare il suo terribile dolore e nascondere la paura, una vita da incubo.
Annibaliano
Nel 335, all'età di 17 anni, per volere di Costantino, sposò il cugino Annibaliano, figlio di Flavio Dalmazio, e perciò nipote di Costantino, nominato per l'occasione "Re dei Re e delle Genti Pontiche", ma con un regno che non esisteva se non nei sogni di conquista attraverso delle campagne che però non si tennero mai.
Per contro Costantina ricevette contemporaneamente il titolo di augusta dal padre. Rimase sposata però solo due anni perchè, nel 337, Annibaliano venne ucciso in una congiura di soldati a Costantinopoli, nelle persecuzioni che seguirono la morte di Costantino I, volute o almeno favorite dal fratello Costanzo II.
Gallo
Per rinsaldare il legame tra augusto e cesare, Costantina sposò Gallo, probabilmente nel 351 e quindi aveva solo venticinque anni all'epoca del matrimonio. Sembra che il matrimonio fu celebrato per garantire la lealtà di Gallo a Costanzo, o anche per allontanare Costantina dalla corte imperiale, a seguito del suo ruolo nella ribellione di Vetranione. Non è da escludere che sia stata Costantina stessa a suggerire il matrimonio con Gallo, che le avrebbe permesso di controllare il cesare di Oriente.
Ad ogni modo, questo matrimonio vide la nascita di una figlia, il cui nome e destino sono ignoti.
A seguito della spartizione del potere fra i tre fratelli, Costantina andò a vivere in occidente, alla corte di Costante I. Quando l'usurpatore Magnenzio si ribellò a Costante uccidendolo (350), Costantina convinse il magister militum Vetranione a nominarsi augusto e scrisse lei stessa al fratello Costanzo II, rimasto unico imperatore, per spiegargli le ragioni dell'atto di Vetranione, e Costanzo ne rimase così convinto che riconobbe il nuovo augusto. Forse era previsto un matrimonio tra Costantina e Vetranione e forse Costantina ci avrebbe tenuto, visto che lo aveva così fervidamente sostenuto.
Ma in seguito Vetranione e Magnenzio si allearono e i loro ambasciatori offrirono a Costanzo una pace da suggellare con il matrimonio di Magnenzio e Costantina e quello di Costanzo con la figlia di Magnenzio, ma Costanzo rifiutò e, contrariamente alle promesse fatte, depose Vetranione e diede Costantina in moglie a Gallo, figlio di Giulio Costanzo nel 351, in occasione della nomina di questo al rango di Cesare con cui lo designava suo successore nell’impero.
Comunque Costanzo II doveva ora affrontare Magnenzio, usurpatore in Occidente, per cui nominò il proprio cugino Costanzo Gallo cesare d'Oriente e decise di affidargli la frontiera orientale, dove i Sasanidi erano pronti ad attaccare l'impero. Gallo aveva padre e fratello assassinati negli eccidi del 337, ma sua sorella era stata la prima moglie di Costanzo, e questo sembrava stranamente una garanzia di fedeltà.
La crudele Costantina
Ma in Oriente, Gallo e Costantina si alienarono il sostegno dei propri sudditi con un governo crudele e ingiusto. Ad esempio, Costantina, degna figlia di cotanto padre, convinse Gallo a condannare a morte un certo Clemazio di Alessandria d'Egitto dietro il pagamento della di lui suocera. Quando Gallo entrò in contrasto con il prefetto del pretorio Domiziano e con Monzio Magno, fu Costantina ad afferrare Monzio e trascinarlo via dalla sua sedia, gettandolo ai soldati che l'uccisero.
Infatti sebbene la designazione a cesare di Costanzo Gallo ad Antiochia avrebbe dovuto mantenere a freno il pericolo di incursioni Sassanidi e garantire il controllo delle province d’Oriente, gli atti di crudeltà commessi dai due coniugi sui loro sudditi, come vengono anche descritti da Ammiano Marcellino nel libro XIV delle sue Storie, spinsero Costanzo ad ordinare la cattura e la morte dello stesso Gallo.
Lo storico latino presenta infatti l’ Augusta come “ una specie di megera mortale, costante eccitatrice del crudele, avida di sangue umano non meno del marito”.
La presenza a Roma di Costantina e la costruzione di mausoleo e basilica vanno collocate tra il 337 ed il 350. Dopo il suo matrimonio con Gallo, Costantina, per ciò che è riferito da Ammiano Marcellino, rimase ad Antiochia fino alla fine dei suoi giorni. Nel marzo del 350 non era più a Roma, ma a Sirmio, ove indusse il generale Vetranione, magister militum, a proclamarsi imperatore di Occidente contro l’usurpatore Magnenzio che aveva ucciso in una congiura l’imperatore Costante.
E’ probabile dunque che ella vi fosse giunta non appena appresa la notizia dell’assassinio del fratello, cioè nel gennaio del 350, quando vide la Gallia e l’Italia inchinarsi al nuovo imperatore, per impedire che questi usurpasse anche i domini di Costante.
La morte
Dopo la morte di due suoi funzionari, Costanzo fu costretto a richiamare Gallo a Milano: Costantina precedette il marito, partendo per la corte, probabilmente per intercedere presso il fratello a favore di Gallo, ma non raggiunse mai Milano, in quanto morì per febbre a Caeni Gallicani, in Bitinia.
Ammiano Marcellino ci dice che fu trasportata a Roma nel 360 e che fu sepolta a Roma, lungo la via Nomentana, in un mausoleo che ne conteneva lo splendido sarcofago in porfido rosso (oggi conservato ai Musei Vaticani) e un mosaico raffigurante Costantina e Annibaliano. In seguito il mausoleo di Costantina divenne la basilica di Santa Costanza, quando Costantina fu venerata come santa.
Santa Costanza
“Constantina Deum venerans
Christoque dicata,
Omnibus impensis devota mente paratis,
Numine divino multum Christoque iuvante,
Sacravi templum victricis virginis Agnes”
(Iscrizione attribuita a Papa Damaso IV sec.d.c.)
Costantina, con il nome di Costanza, è venerata come santa dalla Chiesa cattolica. La leggenda vuole che, ammalata incurabile, Costanza si sarebbe recata sulla tomba di sant'Agnese a Roma, dove sarebbe miracolosamente guarita e pertanto convertita al cristianesimo.
Promessa sposa di un ufficiale romano di nome Gallicano, gli avrebbe dato i propri due migliori servi, i santi Paolo e Giovanni, quando Gallicano dovette partire per la guerra.
Costanza avrebbe avuto due figlie dal primo matrimonio, Attica e Artemia, che avrebbe educato convertendole al cristianesimo; assieme a loro visse come delle vergini e costruì la prima basilica di Sant'Agnese fuori le mura, vivendo fino alla morte in una casa lì vicino.
Le reliquie di Costanza e delle due figlie sarebbero state poste da papa Alessandro IV sotto un nuovo altare a Santa Costanza; nel XVI sec. vennero incluse per la prima volta nel martiriologo, l'elenco dei martiri. Viene venerata la memoria di santa Costanza assieme alle figlie il 25 febbraio e il 25 giugno e da sola il 28 gennaio e il 17 febbraio.
Il Mausoleo
Il Mausoleo di Costantina è oggi una chiesa di Roma sita in via Nomentana, all'interno del complesso monumentale di Sant'Agnese fuori le mura. L'edificio fu detto "di Santa Costanza" a seguito del fatto che Costantina erroneamente fu scambiata per una santa.
Si dice fatto costruire nel 350, come proprio mausoleo, da Costantina, figlia di Costantino I, a ridosso della Basilica costantiniana, presso la sepoltura di sant'Agnese, della quale si disse che Costantina era una devota.
Del resto già nell'835 il Liber pontificalis designava per il mausoleo come Aecclesia Sanctae Costantiae. Tale ambiguità è un tratto caratteristico dell'edificio, che nelle sue forme architettoniche si rifà prevalentemente a modelli pagani di templi e sepolcri.
Rodolfo Lanciani
"Le stesse scene d'epoca sono rappresentate nei bellissimi mosaici con cui è incrostata la volta del mausoleo, e da questa circostanza il monumento ha ricevuto il nome errato del tempio di Bacco, al tempo del Rinascimento. Non vi è alcun dubbio che questa sia la tomba della principessa di cui porta il nome. Amianus Marcellino, Libro XXI., Capitolo I., Dice che le tre figlie di Costantino-Helena, moglie di Giuliano, Constantina, moglie di Gallo Cesare, e Constantia, che ha fatto lei stessa voto di castità e gestito una congregazione di vergini che aveva fondato a S. Agnese, vennero tutte sepolte nello stesso luogo."
Nel 1254 l'edificio fu trasformato in chiesa, intitolata a S. Costanza. Ma è sin dall'alto medioevo che Costanza (altro nome attribuito a Costantina figlia di Constantino) veniva arbitrariamente identificata come una martire, e quindi appellata come santa.
Vi furono sepolte sia Costantina sia la sorella Elena.
Nel mausoleo fu venerata come santa insieme ad Attica ed Artemia; il 17 marzo del 1256 papa Alessandro IV consacrò l’altare, riponendovi molte reliquie, alla presenza dell’intera curia. Una lastra marmorea ricorda anche: capelli della Gloriosa Vergine Maria, parti delle vesti di Cristo e resti dei Ss. Saturnino e Sisinnio. Oggi non si celebra più nessun culto, nato nel basso medioevo dalle Passiones di S. Agnese, in onore di questo presunto gruppo di sante vergini. La testa di Costanza era custodita, in un reliquiario d’argento, nella sagrestia di S. Pietro in Vincoli.
Il mausoleo, come la basilica al cui fianco sinistro era collegato, fu di proprietà imperiale, e non ecclesiastica, e dopo esser stato utilizzato come battistero della basilica di Sant'Agnese fuori le mura, divenne chiesa autonoma nel 1254 per volere di papa Alessandro IV.
Nel Rinascimento, per la pregiata architettura e il buon grado di conservazione, fu oggetto di un grande interesse da parte degli architetti, anche se le scene di vendemmia con amorini, di netta ispirazione pagana, hanno fatto si che per secoli sia stato ritenuto un tempio di Bacco.
A dispetto del nome, il mausoleo di Santa Costanza fu probabilmente edificato per la giovane Elena, sorella di Constanza, che sposò l'imperatore Giuliano l'Apostata (361-63). Come figlia, sorella e moglie di successivi imperatori, Elena ebbe un altissimo stato sociale, il che spiega lo splendore del mausoleo, e quando morì nel 360-361 in Gallia, il suo corpo venne traslato a Roma per il funerale, sepolta poi nel mausoleo. Il corpo di Constantina venne poi trasferito nel nuovo mausoleo.
Rodolfo Lanciani - 1467, 14 agosto. MAVSOLEVM CONSTANTIAE. « A di 14 d'agosto venne nella piazza di san Marco quell'arca di porfido roselo ch'era sepoltura di santa Costanza ».
Le controversie
Alcuni studiosi hanno visto in lei la figlia di Costantino andata in moglie a Cesare Gallo, altri l’hanno considerata una felix virgo, figlia del medesimo imperatore ma diversa dalla suddetta, ed altri ancora parlano di una Constantina ignota.
La fonte autorevole è però l’iscrizione metrica che si leggeva nell’abside della basilica di santa Agnese sulla Nomentana prima della sua riedificazione ad opera di Papa Simmaco nel VI secolo. Secondo questo carme acrostico si attribuisce la costruzione della chiesa ad una Constantina che, fattala innalzare a sue spese, viene definita con il solo appellativo di Christo dicata:
"Constantina Deum venerans Christoque dicata,
Omnibus impensis devota mente paratis,
Numine divino multum Christoque iuvante,
Sacravi templum victricis virginis Agnes,
Templorum quod vincit opus terrenaque cuncta,
Aurea quae rutilant summi fastigia tecti;
Nomen enim Christi celebratur sedibus istis,
Tartaream solus potuit qui vincere mortem
Invectus coelo solusque inferre trimphum,
Nomen Adae referens et corpus et omnia membra
A mortis tenebris et caeca nocte levata.
Dignum igitur munus, martyr devotaque Christo,
Ex opibus nostris per saecula longa tenebis,
O felix virgo, memorandi nominis Agnes"
Se si fosse trattato della figlia di Costantino di certo vi sarebbe stato scritto.
Secondo gli Atti di S. Agnese la vergine Costanza, figlia dell’imperatore Costantino, essendo stata miracolosamente guarita da Santa Agnese si rivolse al padre ed ai fratelli affinché facessero erigere una basilica alla santa, con accanto il proprio mausoleo.
Dopodichè Costantina volle consacrarsi a Dio ad imitazione della sua benefattrice, e così “trasse al proprio esempio molte giovani di varie condizioni sociali”. Anche nel Liber Pontificalis si afferma che la basilica di S. Agnese fu fatta erigere da Costantino "ex rogatu filiae suae". Ma l’acrostico di cui sopra è certamente il documento più antico e autorevole, testimoniato anche dal Baronio che afferma esistesse ancora ai suoi tempi un frammento di tale iscrizione all’ingresso della chiesa attuale, né è pensabile che prima del VI sec. quando fu vista e copiata dall’abside, esistesse a Roma un’altra basilica in di S. Agnese, ad eccezione di quella sulla Nomentana.
Il Liber Pontificalis e altri racconti furono tutti scritti un secolo o un secolo e mezzo e più dopo l’iscrizione dell’abside. Non è mai esistita pertanto un'altra figlia di Costantino, di nome Costanza, vergine consacrata a Dio, fondatrice della chiesa di S. Agnese e del mausoleo ad essa contiguo. Altri hanno supposto che la Costanza del Liber Pontificalis, non fosse una figlia di Costantino, ma una sua nipote nata dal primo matrimonio tra Costantina ed Annibaliano, oppure la figlia di Costantina e di Cesare Gallo.
Ma essendosi Costantina unita in matrimonio con Gallo nel 351, la figlia che si sa essere realmente nata dalla loro unione avrebbe contato al massimo sei o sette anni qualora fosse stata lei ad ospitare Papa Liberio quando si rifugiò, nel 358, in cimiterio Sanctae Agnae, come afferma il Liber Pontificais. Così l’intento di collegare la basilica di S. Agnese con Costanza, sorella di Costantino fallisce, poiché si si dovrebbe collocare l’origine della basilica tra il 326 ed il 329, quando Costantina nacque intorno al 318-321
E' da escludere poi il soggiorno a Roma di Costantina prima di quegli anni, poiché quando Costantino partì da Roma, nel 326 alla volta di Costantinopoli, sicuramente si portò la giovane figlia. Il suo ritorno nella vecchia capitale è fissato dunque al 337, dopo la morte del padre a Nicomedia, e poi quella di Annibaliano ucciso in una rivolta militare che eliminò tutti gli appartenenti al ramo cadetto dei Costantinidi, lasciando così al potere i soli tre figli di Costantino.
Di certo Costantina non poteva rimanere in oriente senza correre seri pericoli, per cui tornò a Roma, ove rimase per quattordici anni, fino a quando il secondo matrimonio la riporterà definitivamente in Oriente.
Vista dunque come demone da alcuni e pure come demone da altri. Ma visto che la Chiesa non andava per il sottile quando un potente la proteggeva, al punto di osannare Costantino filiicida e uxoricida, c'è da pensare che anche la figlia dell'imperatore sia stata artatamente angelicata, anche per far cosa grata alla dinastia.
Fonte:
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www.romanoimpero.com
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