1130 circa - 12 gennaio 1203
Canonico regolare spagnolo, nacque prima del 1130 a León, dove morì il 12 gennaio 1203. Dopo la morte del padre, intraprese lunghi pellegrinaggi attraverso la cristianità, soggiornando per due anni a Gerusalemme e studiando a Parigi. Ordinato sacerdote a León, si ritirò poi nel monastero di San Marcello, dove iniziò a scrivere le sue opere letterarie, tra cui la Concordia Veteris et Novi Testamenti, un'opera apologetica-ascetica che influenzò molto la spiritualità cristiana spagnola. Morì in fama di santità e il suo culto fu documentato fin dal giorno stesso della sua morte. Nel 1959, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, il suo culto fu ripreso nella collegiata di León e poi esteso a tutta la diocesi.
Martirologio Romano: A Léon in Spagna, san Martino della Santa Croce, sacerdote e canonico regolare, assai esperto nelle sacre Scritture.
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Una biografia scritta da un contemporaneo, iscrizioni epigrafiche documenti dell'epoca e i mss. delle sue opere letterarie sono le principali fonti sulla vita di M. della Santa Croce. Nacque prima del 1130 nella città spagnola di León. Era ancora bambino quando gli morì la mamma, Eugenia; suo padre, di nome Giovanni, entrò allora nel monastero leonense di S. Marcello, conducendolo con sé.
Morto anche il padre, Martino, già suddiacono, intraprese per parecchi anni lunghi pellegrinaggi, attraverso tutta la cristianità; è documentato il suo soggiorno di due anni nell'ospedale di Gerusalemme e a Parigi dove tutto fa pensare frequentasse lo Studio generale. Ritornato a León fu ordinato presbitero nel monastero di S. Marcello, e dopo la secolarizzazione di questo cenobio, si ritirò in quello di S. Isidoro, nella stessa città, anch'esso appartenente ai Canonici Regolari, ove morì il 12 gennaio 1203.
Nel 1185 cominciò a scrivere le sue opere letterarie, i cui mss. originali, che occupano due grossi volumi in pergamena, Si conservano ancora nella collegiata di S. Isidoro di León. Intitolò la sua opera Concordia Veteris et Novi Testamenti e la suddivise in cinquantaquattro sermoni o ampi trattati a carattere apologetico-ascetico. Scrisse anche dei commentari ai seguenti libri del Nuovo Testamento: Iac., I Pt., I Io., Apoc.. ed uno dei suoi scopi fu convincere i giudei, molto numerosi allora a León, dell'adempimento in Cristo delle profezie messianiche. Il pensiero di s. Isidoro di Siviglia e Pietro Lombardo (le cui opere vennero da lui introdotte per la prima volta in Spagna), influì molto sui suoi scritti: è il primo autore spagnolo che abbia usato la parola transustanziazione per spiegare il mistero eucaristico.
Le più importanti caratteristiche della sua spiritualità sono un grande rigore ascetico, la carità i fratelli e una speciale devozione all'Eucaristia e alla santa croce. Il biografo contemporaneo ci parla di fatti straordinari da lui compiuti, ad esempio la guarigione di malati, alcuni dei quali ancora vivevano all'epoca della stesura della biografia. Le spoglie riposano oggi in una cappella a lui dedicata nel 1513, nella collegiata di León. Nello stesso anno fu trovata incorrotta la sua mano destra che, fin da allora, venne esposta in un artistico reliquiario d'argento.
Il culto è documentato dal giorno stesso della sua morte, nei codd. della collegiata, dove si conservano dei Breviari antichissimi con l'Ufficio liturgico del santo e la sua biografia distribuita in nove lezioni storiche, per la recita del Mattutino.
Non si sa niente sul processo di canonizzazione, ma nel sec. XVI tutta la diocesi leonense ne celebrava ormai la festa liturgica. Negli ultimi tempi il suo culto era pressoché scomparso, ma nel 1959, con decreto della S. Congregazione dei Riti, fu ripreso nella collegiata, con rito doppio di seconda classe ed esteso a tutta la diocesi di León, nel 1964, con rito di terza classe.
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