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San Nicola Studita Abate
Festa:
4 febbraio
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Creta, 793 - 868
Monaco e abate del monastero di Studion a Costantinopoli, fu un fervente difensore della venerazione delle icone durante il periodo iconoclastico. Fu costretto all'esilio per due volte, prima dall'imperatore Leone l'Armeno e poi dall'imperatore Michele III, che depose il patriarca Ignazio per sostituirlo con Fozio. Nicola rifiutò di riconoscere Fozio come patriarca e fu imprigionato per alcuni anni. Alla morte di Michele III, Ignazio fu reintegrato nel suo ruolo e Nicola fu invitato a tornare a Studion, ma rifiutò. Morì nel 868, all'età di 75 anni.
Emblema: Icona
Martirologio Romano: A Costantinopoli, san Nicola Studita, monaco, che, più volte scacciato in esilio a motivo della venerazione delle sacre immagini, divenuto infine egúmeno del monastero di Studio, morì in pace.
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Nativo dell’isola di Creta, più precisamente di Sidone (odierna Khania), all’età di nove anni Nicola fu mandato al monastero di Studion, il cui abate era suo zio Teofane, e qui si dedicò agli studi sino a quando, raggiunta la maggiore età, vi entrò come monaco. Nel frattempo era scoppiata la seconda feroce ondata del conflitto iconoclastico ed i sostenitori di tale battaglia, con il favore dell’imperatore Leone l’Armeno, costrinsero all’esilio parecchi ortodossi, in primis il patriarca San Niceforo di Costantinopoli ed il celebre abate San Teodoro di Studion. Solo alla morte di Leone essi poterono fare ritorno e nell’826, quando morì Teodoro, Nicola gli succedette quale egumeno della comunità monastica. L’imperatore Teofilo riaccese la persecuzione per l’intera durate del suo regno, ma alla sua morte, nell’842, sua moglie Santa Teodora ristabilì l’ortodossia in materia di venerazione delle icone e richiamò dall’esilio quanti erano stati allontanati.
Sotto l’imperatore Michele III scoppiò poi un acceso dibattito, quando questi decise di deporre dal soglio patriarcale di Costantinopoli Sant’Ignazio per sostituirlo con il celebre Fozio, oggi venerato come santo dalla Chiesa bizantina. Il pontefice allora regnante, San Niccolò I, si oppose fermamente alle istanze autonomiste così manifestate e continuò a sostenere Ignazio, dando origine ad una diatriba che si rivelò nei secoli successivi di grande portata. Anche Nicola Studita appoggiò Ignazio e rifiutò di avere alcun rapporto con Fozio, esiliandosi volontariamente. L’imperatore lo invitò a tornare, ma constatando il suo netto rifiuto nominò un nuovo abate.
Dopo aver peregrinato per alcuni anni, Nicola fu arrestato e tenuto in stretto isolamento in un monastero, impedendogli così anche di incontrare il pontefice che avrebbe desiderato avvalersi della sua testimonianza in favore del patriarca deposto. Nell’867 Michele III fu infine assassinato ed il suo successore ristabilì Ignazio nella sua sede legittima e manifestò il desiderio di ristabilire anche Nicola come egumeno. Il santo, ormai in età avanzata, preferì rifiutare, ma concluse comunque la sua vita circondato dall’affetto dei suoi monaci. Morì nell’868 e fu sepolto accanto il suo santo predecessore.
Autore: Fabio Arduino
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