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San Flaviano Patriarca di Costantinopoli
Festa:
17 febbraio
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m. Lidia (Asia Minore), 449/450
Fu ordinato sacerdote a Costantinopoli, città della quale, nel 446, diventò poi il patriarca. Due anni dopo, si trovò in mezzo a un'aspra lotta dottrinale. Nel 431 il Concilio di Efeso aveva chiuso la controversia provocata da Nestorio con la dottrina sulle due «nature divise» in Gesù Cristo: quella divina e quella umana. A poco più di 15 anni di distanza un altro conflitto si accese per opera dell'anziano monaco Eutiche, superiore di un monastero presso Costantinopoli, che all'opposto attribuì a Gesù Cristo una sola natura: era il monofisismo. Per Flaviano opporsi a Eutiche poteva essere pericoloso. Il monaco, infatti fu appoggiato da diversi vescovi autorevoli, oltre che dall'imperatore Teodosio II. La condanna di Flaviano, però, arrivò senza esitazione. L'imperatore Teodosio volle allora un nuovo Concilio, che si riunì ancora a Efeso nel 449. Vi intervennero, però, soltanto i sostenitori di Eutiche: Flaviano venne destituito ed esiliato in Lidia, dove morì poche settimane dopo. Venne riabilitato l'anno successivo e fu venerato come martire. (Avvenire)
Etimologia: Flaviano = dai capelli biondi, dal latino
Martirologio Romano: Commemorazione di san Flaviano, vescovo di Costantinopoli, che, per aver difeso ad Efeso la fede cattolica, fu percosso a pugni e calci dai seguaci dell’empio Dióscoro e, condannato all’esilio, finì poco dopo la sua vita.
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Lo conosciamo soprattutto per le sue disgrazie, ignorando data e luogo della sua nascita. Ma sappiamo che è stato ordinato sacerdote a Costantinopoli; e che nell’anno 446 ne è diventato il patriarca, cioè il capo della più importante sede episcopale dell’Impero romano d’Oriente. Due anni dopo, eccolo nella bufera, per uno dei più rudi conflitti dottrinali che all’epoca dividono tra loro vescovi, preti, monaci e fedeli.
Non molto tempo prima, nel 431, il Concilio di Efeso aveva chiuso la controversia provocata da Nestorio (allora patriarca di Costantinopoli) con la sua dottrina sulle due “nature divise” in Gesù Cristo: quella divina e quella umana. E ora un altro conflitto si accende per opera dell’anziano monaco Eutiche, superiore di un monastero presso Costantinopoli. Il quale sbanda nell’altro senso, perché attribuisce a Gesù Cristo una sola natura. Questa è la dottrina del “monofisismo”, che va contro il concilio di Efeso e divide un’altra volta le comunità cristiane d’Oriente. Per il patriarca Flaviano la situazione è piena di rischi. Non può e non deve tollerare la spaccatura; ma opporsi a Eutiche può essere pericoloso, perché vescovi autorevoli sono dalla sua parte; perché l’imperatore Teodosio II lo sostiene; e perché un personaggio potentissimo a corte, l’eunuco Crisafio, è suo figlioccio. E questi due sarebbero ben lieti di immischiarsi nel conflitto. I pericoli sono grossi, ma Flaviano fa il suo dovere e condanna le dottrine di Eutiche, qualunque cosa possa poi accadere.
E accade di tutto. L’imperatore Teodosio convoca un nuovo Concilio, che si riunisce ancora a Efeso nel 449, in agosto. Ma lì parlano soltanto i sostenitori di Eutiche. Giungono da Roma i delegati del papa Leone I, e si impedisce loro di leggere il suo messaggio in difesa della dottrina e del patriarca Flaviano. Il quale viene poi destituito da patriarca, e infine aggredito pure fisicamente, prima di essere avviato all’esilio in Lidia, lontano da Costantinopoli, ma sotto controllo. Ci rimane poco, però: dopo qualche settimana è già morto. Nel 450 c’è un cambiamento sul trono di Costantinopoli: morto Teodosio II, sua sorella Pulcheria si sposa e fa proclamare imperatore il senatore Marciano, e subito ordina di riportare nella capitale il corpo di Flaviano, che trova poi sepoltura nella chiesa dei Santi Apostoli. Nel 451 si riunisce un nuovo Concilio sempre in terra imperiale, a Calcedonia. Qui i legati pontifici leggono infine il messaggio di papa Leone I, che era stato “censurato” a Efeso. E i padri conciliari lo applaudono dicendo: «Pietro ha parlato per bocca di Leone». E per voce di tutto il Concilio, infine, si cancellano le accuse lanciate a Efeso contro Flaviano, che viene onorato come santo e martire.
Autore: Domenico Agasso
Fonte:
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