XIII sec.
Nel XIII secolo, Avertano, un converso carmelitano, compì numerosi miracoli in pellegrinaggio in Italia. Mentre tornava in patria, morì a Lucca e fu sepolto nell'ospizio di San Pietro fuori le mura. Sulla sua tomba avvennero ulteriori miracoli, testimoniati da pitture e iscrizioni. La sua morte è datata al XIII secolo sulla base di queste prove, e l'esser stato sepolto nell'ospizio di San Pietro suggerisce che sia morto prima del 1284. Il suo corpo fu traslato in cattedrale nel 1513, poi restituito alla chiesa di San Pietro nel 1646 e infine deposto nella chiesa dei SS. Paolino e Donato nel 1806. Il suo nome fu introdotto nel calendario carmelitano nel 1514, e il suo culto fu esteso a tutta l'arcidiocesi di Lucca nel 1828. Circa il beato Romeo, sepolto con Avertano, non si hanno notizie attendibili.
Martirologio Romano: A Lucca, beato Avertano, pellegrino e religioso dell’Ordine dei Carmelitani.
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Secondo il Catalogus Sanctorum dei Carmelitani, la cui attuale redazione è databile tra la fine del XIV e l'inizio del XV sec., Avertano nacque nella diocesi di Limoges, in un luogo che non si è potuto identificare.
Entrato nell'Ordine dei Carmelitani come converso, si fece subito notare per le sue eccezionali virtù. Venuto in Italia in pellegrinaggio ai vari santuari della penisola, vi compì numerosi miracoli e, mentre tornava in patria, morì a Lucca e fu sepolto nella vecchia chiesa dell'ospizio di San Pietro fuori le mura. Sulla sua tomba avvennero miracoli, attestati da pitture esistenti nella chiesa di San Pietro e nella cattedrale di Lucca. L'anno di morte di Avertano sembra da collocarsi nel sec. XIII, per l'antichità di queste pitture, asserita dal Grossi, per l'esistenza di un'iscrizione (s. V[e]rtanus) giudicata non anteriore al sec. XII e non posteriore al XIII, e infine perché nel 1325 esisteva un ospedale intitolato ad Avertano. Per di più, l'esser stato sepolto nell'ospizio di San Pietro, e non presso i carmelitani di Lucca, retrocederebbe la morte di Avertano a una data anteriore al 1284, anno in cui i religiosi ottennero la chiesa di Santa Maria del Corso, fuori porta San Donato, presso l'ospizio. Altro problema è costituito dall'elevazione del corpo. L'iscrizione che ne parla, di schietto sapore umanistico, fu incisa sul sepolcro marmoreo, attribuito a Matteo Civitali (1436-1501). Vi si dice che la elevazione avvenne ad opera di «Graecus Joannes Lucensis origine», che fece anche porre nella stessa tomba di Avertano il corpo del beato Romeo. Ora, l'unico vescovo di Lucca di nome Giovanni, nel periodo che va dal 1100 al 1646, fu il francescano, già vescovo di Betlem, Giovanni di Fucecchio, prima ausiliare e poi, dal 1383 al 1393, vescovo. Il corpo di Avertano fu traslato in cattedrale nel 1513, poi nel 1646 restituito alla chiesa di San Pietro, ricostruita dentro le mura, e infine nel 1806 deposto nella chiesa dei SS. Paolino e Donato, dove ancor oggi è conservato. Il suo nome fu introdotto nel calendario carmelitano nel 1514, al 25 febbraio; l'Ufficio ne fu reso obbligatorio dal capitolo generale dell'Ordine (1564), e sanzionato dalla Santa Sede (1609); le lezioni proprie furono approvate dalla Sacra Congregazione dei Riti il 12 maggio 1672; il 16 luglio 1828 l'Ufficio e la Messa furono estesi a tutta l'arcidiocesi di Lucca. La Vita di Avertano scritta in epoca tarda dal carmelitano Segero Pauli e pubblicata anche dai Bollandisti, è una composizione di fantasia. Circa il beato Romeo, sepolto assieme ad Avertano, manca ogni notizia attendibile. Sarebbe morto pochi giorni dopo Avertano, un 4 marzo, e sepolto accanto al suo amico. E' festeggiato con lui a Lucca il 25 febbraio, mentre presso i Carmelitani il 4 marzo.
Autore: Ludovico Saggi
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