Devonshire, Wessex, Inghilterra, 710 c. - Heidenheim, Germania, 25 febbraio 779
Di lei si sa che visse nel secolo VIII, di stirpe inglese, Valburga era sorella dei santi Villibaldo e Vunibaldo, faceva parte del gruppo di monache e monaci che aiutarono s. Bonifacio (680-755) ad evangelizzare la Germania. Era monaca nel monastero di Wimborne (Dorset) e dopo due anni divenne badessa delle monache del doppio monastero, istituito da suo fratello Villibaldo ad Heidenheim, mentre l’altro fratello Vunibaldo guidava il ramo maschile. Alla morte di Vunibaldo, prese lei la direzione dell’intera istituzione, rimanendo badessa per tutta la vita.
Martirologio Romano: Nel monastero di Heidenheim nella Franconia in Germania, santa Valburga, badessa, che, su richiesta di san Bonifacio e dei suoi fratelli i santi Villibaldo e Vinebaldo, dall’Inghilterra venne in Germania, dove resse saggiamente due monasteri, di monaci e di monache.
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Il suo nome è stato trascritto in varie forme: Valpurga, Valburga, Valpurgis. Lei è una delle figure più rappresentative tra i missionari inglesi che nel secolo VIII d.C. diffondono e organizzano il cristianesimo in terra tedesca. Li guida Vinfrido, più conosciuto poi come san Bonifacio e definito l’“apostolo della Germania”, che ha chiamato a quest’impresa molti suoi parenti. Anche Valpurga è una di loro: ha studiato in un monastero del Wessex e poi ha raggiunto la Germania con altre religiose d’Inghilterra. (In questo gruppo di missionari c’è anche la futura santa Leoba o Lioba, una religiosa educata nel monastero dell’isoletta di Thanet, e poi animatrice del monachesimo femminile nel mondo tedesco). Di lei si sa che visse nel secolo VIII, di stirpe inglese, Valburga era sorella dei santi Villibaldo e Vunibaldo, faceva parte del gruppo di monache e monaci che aiutarono s. Bonifacio (680-755) ad evangelizzare la Germania. In Germania, Valpurga trova i suoi due fratelli: Villibaldo, che è vescovo di Eichstätt, nella Baviera; e Vinnibaldo, che dirige a Heidenheim un monastero “doppio”, formato cioè da una comunità maschile e da una femminile sotto un unico abate. Questa è una novità trapiantata dall’Inghilterra, e qui Valpurga diventa badessa dopo la morte del fratello nel 761: una donna che comanda anche agli uomini. Guidata da lei, l’abbazia continua a essere un centro di forte irradiazione religiosa e culturale, e di aiuto alla gente del luogo, secondo la tradizione benedettina. Non vi mancano le monache scrittrici come Ugeburga, biografa dei due fratelli Villibaldo e Vinnibaldo. Valpurga guida monaci e monache di Heidenheim per diciotto anni, fino alla sua morte, e subito dopo si diffonde intorno alla sua figura una venerazione popolare che dura nel tempo. Circa un secolo dopo, il vescovo di Eichstätt fa portare il corpo di Valpurga nella sua città, e altre reliquie arrivano in Francia e nelle Fiandre. Dalla sua nuova tomba trasuda per qualche tempo una sostanza liquida che, secondo alcuni, sarebbe un medicamento prodigioso. Un’ingenua voce, che a suo modo tramanda la fama di Valpurga come soccorritrice dei sofferenti. Venerata come santa per voce dei fedeli, in suo onore sono state istituite due feste: nell’anniversario della morte (25 febbraio) e poi nel giorno della sua traslazione a Eichstätt, avvenuta il 1° maggio 870. Ma la notte sul 1° maggio – secondo remote leggende precristiane diffuse nel mondo germanico – era anche quella in cui una moltitudine di streghe si abbandonava a deliranti festini, in mezzo a "un nebbione d’inferno", mentre "irrompe a fiumi un furibondo canto di magia" (dal Faust di Goethe). Per questa casuale coincidenza cronologica, l’immaginaria notte delle streghe scatenate viene anche chiamata “notte di santa Valpurga”. Due realtà distanti, che proprio non hanno nulla da spartire. Nell’893 ci fu una cerimonia di diffusione delle sue reliquie, considerata come una ‘canonizzazione’, alcune furono mandate nelle Fiandre, nella Francia del Nord e nella Renania, contribuendo così alla diffusione del culto per santa Valburga. Il re di Francia, Carlo III il Semplice (879-929), costruì nel suo palazzo ad Attigny, un santuario a lei dedicato. È celebrata normalmente nel giorno della sua morte il 25 febbraio, ma ha anche altre date celebrative a Eichstätt e Zutphen.
Autore: Antonio Borrelli
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