† Cordova, Spagna, 859
Nata da una nobile famiglia musulmana nella Spagna del IX secolo, Leocrizia si convertì al Cristianesimo e subì il martirio per la sua fede. Segretamente battezzata da una parente monaca, Leocrizia dovette fuggire dalla sua famiglia per sfuggire alle persecuzioni. Dopo la sua cattura, resistette alle pressioni e torture, venendo infine decapitata il 15 marzo 859.
Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santa Leocrizia, vergine e martire, che, nata da famiglia mora, progredì di nascosto nella fede di Cristo e, arrestata in casa insieme a sant’Eulogio, fu decapitata quattro giorni dopo il martirio di lui, passando così alla gloria eterna.
|
Nella ricca e complessa storia della Chiesa, la figura di Santa Leocrizia (o Lucrezia) di Cordova brilla come un faro di fede incrollabile e coraggio di fronte all'oppressione. Nata da una nobile famiglia musulmana nella Spagna del IX secolo, Leocrizia sacrificò la sua posizione sociale e la sua stessa vita per abbracciare il Cristianesimo. La sua storia, intrisa di devozione, persecuzione e martirio, risuona ancora oggi come un potente esempio di dedizione a Dio e di resistenza alle avversità.
Nascita e Conversione
Leocrizia nacque a Cordova, in Spagna, nell'anno 800 circa. La sua famiglia apparteneva all'aristocrazia musulmana, godendo di prestigio e ricchezza all'interno della società. Tuttavia, fin dalla giovane età, Leocrizia si sentì attratta dalla fede cristiana. In segreto, iniziò a studiare la dottrina cristiana e, con l'aiuto di una parente monaca di nome Liliosa, ricevette il battesimo.
La Segreta Professione di Fede e la Fuga
Per timore di rappresaglie da parte della sua famiglia e della comunità musulmana, Leocrizia mantenne segreta la sua conversione per diversi anni. Tuttavia, la sua fede ardente cresceva dentro di lei, spingendola a desiderare una vita di aperta devozione al Cristianesimo. Quando finalmente confessò la sua conversione ai genitori, questi tentarono invano di farla ritornare alla fede islamica, usando prima la persuasione e poi minacce e violenze.
Simulando di accondiscendere alle loro volontà, Leocrizia cercò un modo per sfuggire alla loro oppressione. Si mise in contatto con Sant'Eulogio, un prete cristiano noto per il suo coraggio e la sua dedizione ai cristiani perseguitati. Con l'aiuto di Eulogio e di sua sorella Anilona, Leocrizia fuggì dalla casa paterna e trovò rifugio presso amici fidati.
Persecuzione e Martirio
La fuga di Leocrizia scatenò la furia dei suoi familiari. Denunciarono la sua scomparsa alle autorità, che arrestarono diversi cristiani sospettati di averla aiutata. Leocrizia, nel frattempo, passava da un nascondiglio all'altro, dedicandosi alla preghiera, al digiuno e alla penitenza.
Un giorno, spinta dal desiderio di rivedere Eulogio e Anilona, Leocrizia si recò presso la loro casa. Fu tradita da un individuo rimasto sconosciuto e, insieme a Eulogio, venne arrestata e condotta davanti al giudice. Eulogio fu condannato a morte e giustiziato immediatamente. Leocrizia, invece, fu sottoposta a pressioni e torture affinché abiurasse la sua fede.
Rimanendo salda nella sua convinzione, Leocrizia venne condannata alla decapitazione. Il 15 marzo 859, all'età di circa 59 anni, subì il martirio con coraggio e serenità.
Le Reliquie e la Festa Liturgica
Le spoglie di Leocrizia furono gettate nel fiume Guadalquivir, ma miracolosamente rimasero a galla. I cristiani le recuperarono e le seppellirono nella basilica di San Genesio a Cordova. Nell'883, le reliquie di Leocrizia e di Sant'Eulogio furono trasferite a Oviedo, in Spagna, dove sono tuttora venerate.
La Chiesa cattolica celebra la festa di Santa Leocrizia il 15 marzo, giorno del suo martirio.
Autore: Franco Dieghi
Nata da ricca famiglia musulmana, fu istruita nella dottrina cristiana e fatta battezzare segretamente da una sua parente monaca, chiamata Liliosa. Leocrezia mantenne segreta per qualche tempo la sua conversione, ma fini per rivelarla ai genitori, che cercarono di farla ritornare alla fede musulmana prima con la persuasione e poi con le maniere forti.
Dopo qualche tempo simulò di accondiscendere alla loro volontà, ma si mise in relazione con s. Eulogio e sua sorella Anilona e un giorno in cui doveva presenziare alle nozze di un parente, fuggì rifugiandosi presso di loro. Essi subito le procurarono un sicuro nascondiglio nella casa di amici fidati. I genitori dopo averla cercata dappertutto, ne denunziarono la scomparsa alle autorità, che imprigionarono parecchi cristiani, sospettati di favoreggiamento.
Leocrezia frattanto passava da un rifugio all'altro e dedicava tutto il suo tempo alla preghiera, al digiuno e alla penitenza. Un giorno, infìne, si decise a far visita a s. Eulogio e a sua sorella; accolta con grande affetto, passò da loro una notte, pensando di tornare al suo nascondiglio prima che si facesse giorno. Ma a causa del ritardo della persona che la doveva accompagnare, dovette aspettare ancora qualche ora. Frattanto un tale, rimasto sconosciuto, denunciò al giudice la presenza di Leocrezia in casa di Eulogio; l'abitazione fu subito accerchiata dai soldati, che condussero tutti e due davanti al giudice. Eulogio fu rapidamente condannato e giustiziato; quanto a Leocrezia, il giudice cercò di convincerla ad apostatare usando tutti i mezzi, finché, vinto dalla sua incrollabile fede, la condannò alla decapitazione che fu eseguita quattro giorni dopo la morte del santo, il 15 marzo 859.
Le spoglie di Leocrezia furono gettate nel Guadalquivir, ma rimasero miracolosamente a galla e i cristiani poterono raccoglierle e seppellirle nella basilica di S. Genesio, nella stessa città di Cordova. Vi rimasero finché nell'883 un sacerdote toletano, Dulcidio, legato del re Alfonso III il Grande, riusci ad averle insieme a quelle di s. Eulogio allo scopo di trasferirle a Oviedo, dove furono solennemente ricevute dal re e dal vescovo Ermenegildo col suo clero. Messe in una cassa di cipresso, vennero collocate sotto l'altare della cappella di S. Leocadia, il 9 genn. 884, data in cui si celebrò poi nella Chiesa di Oviedo questa traslazione.
Nel 1300, infine, in seguito ad un miracolo attribuito ai due santi, le loro reliquie furono di nuovo trasferite nella « camera santa » e messe in una ricca urna d'argento. Alcune reliquie insigni di Eulogio e di Leocrezia tornarono a Cordova e vennero collocate nella chiesa di S. Raffaele, patrono della città, l'11 apr. 1737.
La festa è celebrata il 15 marzo.
Autore: Justo Fernandez Alonso
Fonte:
|
|
|
|