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Beato Giovanni Sordi o Cacciafronte Vescovo e martire

Festa: 16 marzo (9 luglio)

Cremona, 1125 ca. – Vicenza, 16 marzo 1181

Giovanni Sordi (o de Sordi, o de Surdis) nacque verso il 1125 a Cremona. A sedici anni entrò nel monastero benedettino di San Lorenzo, del quale divenne in seguito abate. In un periodo segnato da forti tensioni politiche ed ecclesiali, per la sua fedeltà̀ al Papa fu costretto all’esilio. Nel 1173 fu eletto vescovo e inviato a Mantova, dove rivelò le sue doti di pastore solerte, attento ai bisogni dei poveri. Alcuni anni dopo fu chiamato alla sede episcopale di Vicenza. La sua azione pastorale si orientò soprattutto alla lotta contro le eresie, alla formazione del clero, alla promozione dell’unità della Chiesa e della pace. Fu ucciso per mano di un vassallo il 16 marzo 1184, da lui stesso scomunicato perché aveva violato spesso i diritti della Chiesa. Il vescovo Giovanni fu venerato per secoli come martire: il suo culto è stato confermato il da papa Gregorio XVI il 30 marzo 1824. I suoi resti mortali sono venerati nella cattedrale di Vicenza.

Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Vicenza, beato Giovanni Sordi o Cacciafronte, vescovo e martire, che, dapprima abate, fu condannato all’esilio per la sua fedeltà al papa; eletto poi vescovo di Mantova e trasferito infine alla sede di Vicenza, morì per la libertà della Chiesa trafitto con la spada da un sicario.


Giovanni nacque a Cremona verso il 1125 da Evangelista Sordi (o de Sordi, o de Surdis) e da Berta Persico, ambedue di nobilissime origini. La madre, quando Giovanni era ancora in tenera età, si risposò con il nobile Adamo Cacciafronte, il quale amò il bambino come un figlio proprio, dandogli il suo nome. Entrambi i genitori lo educarono in modo eccellente, fornendogli la necessaria formazione religiosa e culturale.
A sedici anni, Giovanni entrò come monaco benedettino nell’abbazia di San Lorenzo a Cremona. Con gli anni le sue qualità e le sue virtù furono sempre più evidenti, conquistandogli le simpatie dei superiori e dei confratelli.
Fu nominato dapprima priore del piccolo monastero di San Vittore, dipendente dall’abbazia di San Lorenzo, poi abate della stessa grande abbazia di Cremona.
In quegli anni nella Chiesa scoppiò lo scisma, con l’elezione dell’antipapa Vittore IV (1159-1164), sostenuto da Federico Barbarossa, contro il legittimo papa Alessandro III (1159-1181), che si opponeva allo strapotere imperiale, appoggiando la Lega Lombarda dei Comuni, che contrastava l’invasione delle truppe del Barbarossa.
L’abate Cacciafronte, con la sua influenza, riuscì a mantenere Cremona nell’obbedienza al papa Alessandro III, ma fu esiliato dall’imperatore. In seguito, il Papa lo incaricò del governo della diocesi di Mantova, non è precisato se come Amministratore Apostolico oppure come vescovo, al posto del vescovo Graziadoro che aveva aderito allo scisma dell’antipapa Vittore IV e dei suoi successori Pasquale III (1164-1168) e Callisto III (1168-1179).
Dopo la famosa battaglia di Legnano (29 maggio 1176) e la sconfitta dell’imperatore a opera della Lega Lombarda, al cui capo era stato eletto papa Alessandro III (è di quel periodo la fondazione di una nuova città, chiamata, in onore del papa, Alessandria), ci fu la pace trattata a Venezia nel 1179.
L’antipapa Callisto III fu deposto, mentre nella sede episcopale di Mantova ritornò il pentito vescovo Graziadoro. Sempre nel 1179, il vescovo Giovanni fu trasferito alla sede vescovile di Vicenza, in quel periodo vacante.
Appena due anni dopo, il 16 marzo 1181, fu ucciso da un certo Pietro, feudatario in concessione dei beni della Chiesa vicentina, il quale intendeva vendicarsi: il vescovo l’aveva scomunicato e privato dei beni, a causa delle sue frequenti violazioni dei diritti della Chiesa.
L’assassinio è citato nelle decretali di papa Gregorio IX (1227-1241), nel testo di una lettera del 21 marzo 1198, inviata dal papa Innocenzo III, al vescovo di Vicenza, monsignor Pistore, vietandogli di dare in feudo i beni della Chiesa agli assassini del vescovo Giovanni ed ai loro eredi.
La salma fu tumulata nella cattedrale di Vicenza e traslata nella stessa cattedrale nel 1441, in una più degna tomba marmorea.
Il culto del vescovo Giovanni come martire, perdurato nei secoli, fu confermato da papa Gregorio XVI il 30 marzo 1824. La sua memoria liturgica è fissata al 16 marzo, mentre nella diocesi di Mantova la sua memoria si celebra il 9 luglio.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2024-08-16

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