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Sant' Aleide di Schaerbeek Vergine
Festa:
11 giugno
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† 1250
Nata a Schaerbeek nel XIII secolo, mostrò fin da giovane una profonda intelligenza e devozione religiosa. Entrata nel monastero cistercense di La Cambre, ricevette una visione divina che prefigurava le sue future sofferenze, simboleggiate da una croce d'oro. Colpita dalla lebbra, Aleide visse segregata per anni, offrendo i suoi dolori per la salvezza dei peccatori. Nonostante la malattia le impedisse di assumere l'Eucaristia sotto entrambe le specie, fu consolata da una visione di Cristo che le assicurò la sua completa comunione spirituale. Donna di forte volontà e mistica intuizione, Aleide dedicò le sue ultime sofferenze alla crociata di San Luigi. Morì l'11 giugno 1250, circondata da una luce soprannaturale che, secondo i testimoni, accompagnò la sua anima in Paradiso.
Martirologio Romano: Nel monastero di La Chambre vicino a Bruxelles nel Brabante, nell’odierno Belgio, sant’Aléide, vergine dell’Ordine Cistercense, che, a ventidue anni, colpita dalla lebbra, fu costretta a una vita di segregazione; negli ultimi anni, perduta anche la vista, neppure un membro del corpo le era rimasto sano, salvo la lingua, per cantare le lodi di Dio.
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Nata a Schaerbeek, nei pressi di Bruxelles, nella prima metà del sec. XIII, a sette anni entrò nel monastero cistercense di La Cambre, fondato da pochi anni, per essere istruita ed educata. Aleide, che era una graziosissima fanciulla, mostrò ben presto una intelligenza superiore e un grande amore verso Dio. Col passare degli anni, vestito l'abito monacale, si accrebbe la sua virtù e Aleide ebbe il dono di una visione divina, in cui, in segno delle acerbissime sofferenze che avrebbe patito, le fu data da Dio una croce d'oro. Il Signore la sottopose ad una terribile prova: Aleide fu colpita, infatti, dalla lebbra che la consumò per lunghi anni, riducendola a un povero corpo purulento. Segregata dalla comunità, offrì le sue sofferenze per la salvezza dei peccatori e la liberazione delle anime purganti. Di una sola cosa si doleva, di non poter ricevere la comunione sotto ambedue le specie. Infatti, per timore del contagio, le era interdetto accostare le labbra al calice. Tuttavia anche di questa privazione fu consolata dal Signore che le apparve e le disse: « quicumque de corpore meo gustaverit, similiter et de sanguine gaudeat, se indubitabiliter recreari: quia ubi pars, ibi totum; nec pars potest dici, sed totum debet reputari ». Nel 1249, il morbo distrusse gli occhi di Aleide ed ella dedicò a Dio questa ulteriore sofferenza, per le intenzioni di Guglielmo, re dei Romani, e di san Luigi, re di Francia, che partiva per la VI crociata.
L'11 giugno 1249 una visione rivelò ad Aleide che sarebbe dovuta rimanere su questa terra ancora un anno. Infatti, secondo la profezia, Aleide morì l'11 giugno 1250, e si narra che coloro che l'assistevano negli ultimi momenti, videro la sua anima volare direttamente in paradiso.
Con decreto del 1° luglio 1702 Clemente XI concesse ai monaci Fuliensi della Congregazione di San Bernardo la facoltà di celebrare la festa di Aleide, il cui culto nel 1870 fu esteso a tutto l'Ordine cistercense e nel 1907, ufficialmente autorizzato da Pio X, a tutte le diocesi del Belgio.
La festa di Aleide cade l'11 giugno, ma nell'Ordine cistercense e nella diocesi di Malines è celebrata il 15 giugno. Nel Menologio Cistercense il nome di Aleide è ricordata il 12 giugno.
Autore: Goffredo Venuta
Fonte:
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