† 1038 circa
Monaco inglese vissuto nell'XI secolo, si distinse come figura chiave nella cristianizzazione della Svezia. Giunto nel paese scandinavo durante il secondo periodo di evangelizzazione, Eskillo dedicò la sua vita alla predicazione del Vangelo nelle province del Sörmland e del Närke. Noto come "l'Apostolo del Sörmland" per la sua residenza a Fors, Eskillo divenne vescovo per volere del re Inge e consacrato da San Sigfrido, primo vescovo di Skara. La sua missione si scontrò con l'ostilità dei pagani, culminata nel martirio durante un sacrificio propiziatorio ordinato dal nuovo re Blot-Sven. Secondo la leggenda, Eskillo ottenne un temporale che spense miracolosamente il fuoco del sacrificio, ma fu lapidato e ucciso dai presenti. La sua salma, trasportata a Fors per la sepoltura, divenne improvvisamente così pesante da costringere i fedeli a seppellirla nei pressi di Tuna. Sul luogo sorse una chiesa dedicata al santo, dando origine alla città di Eskilstuna.
Martirologio Romano: In Svezia, sant’Eskillo, vescovo e martire, che, di origine inglese, ordinato vescovo dal suo maestro san Sigfrido, non lesinò le forze per annunciare Cristo tra i pagani della provincia del Södermanland, dai quali fu poi lapidato.
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Eskillo (Eschillo) di Straengnaes è uno dei vari monaci venuti dal continente nella penisola scandinava per predicare il Vangelo ed appartiene al secondo periodo della evangelizzazione che ebbe luogo verso il 1000, dopo il primo periodo rappresentato da san Anscario (800). Di origine inglese, egli svolse la sua missione verso la seconda metà del secolo XI nelle province svedesi del Soedermanland e del Naerke e poiché dimorava in una località chiamata Fors nel Soedermanland è conosciuto appunto come l’apostolo del Soedermanland.
Si racconta che egli, partendo dall’Inghilterra, dicesse che quanto più si sarebbe allontanato dal suo paese, per la causa del Signore, tanto più si sarebbe avvicinato al cielo. Pare che Eskillo fosse chiamato ad essere vescovo dal re Inge, e sia stato consacrato da san Sigfrido, che era il primo vescovo di Skara. E quando Blot-Sven, dopo aver detronizzato il vecchio Inge per il suo zelo religioso, fece fare un grande sacrificio per propiziarsi gli dei pagani (da questo gli venne il nome di Blot-Sven = Sven, il sacrificatore), Eskillo cercò d’impedirlo. Secondo la leggenda, egli aveva chiesto al Signore un segno che facesse comprendere ai pagani di essere nell’errore, ed infatti sopraggiunse un temporale che con vento impetuoso spense il fuoco del sacrificio senza bagnare affatto il santo vescovo. Allora i sacerdoti pagani cominciarono a lanciare sassi contro di lui e un uomo di nome Spàbode lo colpì alla testa; fu finito con un colpo di ascia. La pietra con cui era stato colpito, come racconta la leggenda, rimase indelebilmente macchiata di sangue. Infatti Eskillo, che, a quanto pare, fu l’ultimo martire della Svezia, viene raffigurato con la pietra e l’ascia, come attributi del suo martirio. Quelli che egli aveva convertito decisero di portare il suo cadavere a Fors per seppellirlo, ma esso divenne d’improvviso così pesante da rendere inutile ogni sforzo. Allora fu deposto nei pressi di Tuna e sul luogo di deposizione della salma fu poi costruita una chiesa che prese da lui il nome (Eskilstunakyrka) e qui, più tardi, si sviluppò la città che oggi ancora porta il nome di Eskilstuna. Sempre secondo la leggenda, ad ovest di Straengnaes, sulla collina chiamata Dalaeng, c’è una sorgente dove Eskillo avrebbe battezzato molti pagani e che fu, perciò, chiamata la «fonte di san Eskillo»: durante il Medio Evo, la sua acqua era considerata miracolosa contro le malattie, tanto che anche dai paesi lontani venivano pellegrini per poterla bere. La sua festa si celebra il 12 giugno, giorno in cui, secondo la tradizione, avvenne il martirio. Sui calendari rùnici del Medioevo svedese il giorno a lui dedicato era segnato da un pastorale, come la festa di san Lorenzo era segnata da una graticola.
Nuove ricerche storiche compiute nel 1940 sembrano porre la morte di Eskillo nel 1038 invece che nel 1080.
Ad ogni modo, dalla storia ecclesiastica svedese risulta che nella seconda metà del secolo XI nel Soedermanland esistevano già varie chiese prima costruite in legno e poi in pietra; varie sculture ritrovate negli scavi ne danno le sequenze per il giorno della festa di San Eskillo (11 giugno).
E il poeta scrisse i seguenti versi:
Hac in di gloriemur
et devota veneremur
Eskilli sollemnia,
qui pro fide lapidatus
jam a Christo sublimatus
residet in gloria.
Transit rigor hiemalis
novus floret flos vernalis
in salutem gentium.
Error credit, sublimatur
Christi fides, augmentatur
numerus fidelium.
Autore: Anna Lisa Sibilia
Fonte:
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