†21 giugno 866
Nacque nobile all'inizio del IX secolo. Fu educato da un uomo religioso di nome Bertrand e divenne infine abate. Nell'840 fu nominato vescovo di Bourges su richiesta del re Carlo il Calvo. Come vescovo, Radulfo fu un forte difensore degli interessi politici del re. Prese anche provvedimenti per migliorare l'organizzazione della sua diocesi, inclusa la stesura di una serie di istruzioni per i sacerdoti. Fondò diversi monasteri e ricostruì la cattedrale di Bourges. Dopo 26 anni come vescovo, Radulfo morì nell'866. È considerato un "Padre della Patria" nella regione e la sua festa è celebrata il 21 giugno.
Martirologio Romano: A Bourges nell’Aquitania, ora in Francia, san Rodolfo, vescovo, che, pieno di premura al riguardo della vita sacerdotale, insieme ai sacerdoti della Chiesa a lui affidata si prese cura di riunire in una raccolta sentenze dei santi Padri e dei canoni ad uso pastorale.
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Radulfo (fr. Raoul, Rodolphe) nacque al principio del secolo IX nella diocesi di Limoges. Il padre era conte di Cahors e di Turenne, e Radulfo stesso è spesso chiamato Radulfo di Turenne. Fu affidato, per essere educato, ad un religioso chiamato Bertrando; in seguito ricevette il titolo di abate, ma non sappiamo di qual monastero.
Nell’840 Radulfo, per le pressioni del re di Francia Carlo il Calvo, che allora difendeva i suoi domini d’Aquitania contro le pretese del nipote Pipino ed aveva bisogno in quella provincia d’un uomo che gli fosse devoto, fu fatto vescovo di Bourges. Infatti in ogni circostanza Radulfo si mostrò zelante difensore della politica reale.
Nell’841 riunì a Bourges un sinodo che confermò la deposizione di Ebbone, arcivescovo di Reims, colpevole d’aver imposto una pubblica penitenza a Ludovico il Pio, padre di Carlo il Calvo. Prese parte anche ai concili di Meaux (845), di Savonnières (859) di Tuzey (860) e di Pitres (862). Questi diversi condii erano stati convocati da Carlo il Calvo e miravano a sostenere la politica del re in campo ecclesiastico. Nell’855, a Limoges, Radulfo aveva dato una nuova prova della sua fedeltà al re, consacrando re d’Aquitania il suo giovane figlio Carlo.
Radulfo tuttavia si mostrò anche molto zelante nella buona organizzazione della propria diocesi. Pubblicò una Instructio pastorali in quarantacinque capitoli, nella quale affronta il problema della condotta dei preti, della predicazione, della celebrazione della liturgia e della disciplina penitenziale ed in cui fa ampie citazioni del Capitolare del vescovo Teodulfo d’Orléans.
Possediamo due lettere a lui inviate nell’864 dal papa Nicola I: nella prima il papa gli chiede di troncare ogni rapporto con gli arcivescovi di Treviri e di Colonia, che sarebbero stati qualche mese dopo deposti dal concilio lateranense. Nella seconda affronta diverse questioni disciplinari.
Di lui si sa anche che costruì la propria chiesa cattedrale, dedicata a santo Stefano, di cui rimane ancora una galleria a volta in cui venivano sepolti gli arcivescovi; concorse alla fondazione dell’abbazia di Dèvre sulle sponde dello Cher; fondò nel Limousin i monasteri di Végennes (849) e di Beaulieu-sur-Mémoire (853).
Dopo ventisei anni d’episcopato, Radulfo morì il 21 giugno 866 e fu sepolto nella basilica di sant'Ursino. Nella regione fu chiamato col titolo di «Padre della Patria».
La sua festa è celebrata il 21 giugno nella diocesi di Bourges.
Autore: Philippe Rouillard
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