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Sant' Argimiro di Cordova Martire
Festa:
28 giugno
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Nato a Cabra da famiglia cristiana, Argimiro esercitò sotto la dominazione musulmana l'ufficio di censore a Cordova. Costretto a dimettersi dalla carica, probabilmente per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani, forse a quella bandita da Mohamed I, si ritirò in un convento. Denunciato, Argimiro rifiutò di abiurare. La risoluta confessione della sua fede gli valse prima il carcere e infine il supplizio: torturato sul cavalletto, fu decapitato il 28 giugno 856. Il suo corpo fu impalato, esposto in pubblico e finalmente deposto nella chiesa di Sant'Acisclo dove ne fu fatta ricognizione nel 1615. Nel Martirologio Romano la festa si celebra il 28 giugno; a Cordova il 7 luglio.
Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, sant’Argimíro, martire, che, monaco di ormai avanzata età, durante la persecuzione dei Mori, sotto il regno di Maometto II, ricevette dal giudice l’ordine di rinnegare Cristo e, rimasto fermo nel confessare la sua fede, fu posto vivo sul cavalletto e trapassato con la spada.
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San' Argimiro nacque a Cabra, nell'odierna Andalusia, da una devota famiglia cristiana. La sua giovinezza si svolse in un contesto storico complesso, segnato dalla dominazione musulmana della penisola iberica. Nonostante le difficoltà e le limitazioni imposte ai cristiani sotto il regime islamico, Argimiro rimase saldo nella sua fede, nutrendo una profonda devozione per Cristo.
Con il passare degli anni, Argimiro acquisì una certa notorietà per la sua integrità morale e la sua profonda conoscenza della legge. Queste qualità lo resero un candidato ideale per la carica di censore a Cordova, un ruolo che gli permetteva di supervisionare la vita pubblica e garantire il rispetto delle norme. Tuttavia, il clima di intolleranza religiosa nei confronti dei cristiani si intensificò durante il regno di Mohamed I, costringendo Argimiro a dimettersi dalla sua posizione. Cercando rifugio dalle persecuzioni, si ritirò in un convento, dedicandosi alla preghiera e alla contemplazione.
Nonostante il suo ritiro dalla vita pubblica, la fede incrollabile di Argimiro non passò inosservata. Denunciato da alcuni esponenti del regime islamico, fu arrestato e accusato di apostasia. Di fronte al giudice, Argimiro si rifiutò con fermezza di rinnegare la sua fede cristiana, dichiarando la sua incrollabile devozione a Dio. La sua audacia lo condannò a un terribile destino: fu sottoposto a crudeli torture sul cavalletto e infine decapitato il 28 giugno 856.
Il martirio di San' Argimiro divenne un potente simbolo di resistenza e fedeltà di fronte all'oppressione. Il suo corpo fu inizialmente impalato e successivamente esposto in pubblico come monito per altri cristiani. Tuttavia, la sua fama di martire crebbe rapidamente, portando alla venerazione del suo corpo, che fu deposto nella chiesa di Sant'Acisclo a Cordova. Nel 1615, i resti di San' Argimiro furono oggetto di una solenne ricognizione, confermando ulteriormente il suo status di santo venerato.
Ancora oggi, San' Argimiro è venerato come un eroe della fede, un esempio di incrollabile coraggio e devozione di fronte alle persecuzioni. La sua festa si celebra il 28 giugno nel Martirologio Romano, mentre a Cordova la sua memoria è commemorata il 7 luglio.
Autore: Franco Dieghi
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