Campodoso di Reno Finalese, Modena, 14 maggio 1821 - 13 luglio 1893
Ferdinando Maria Baccilieri, nato a Campodoso di Reno Finalese (Modena) il 14 maggio 1821, fin dagli anni dell’adolescenza sentì fortemente il desiderio di andare ad annunciare il Vangelo in terra di missione. La cagionevole salute e le necessità contingenti, gradualmente, fecero comprendere che nei piani di Dio la terra di missione per don Baccilieri sarebbe stata Galeazza Pepoli. Nominato Parroco, nel 1852, per 41 anni guidò con abnegazione e generosità pastorale questa Comunità, rinunciando anche a più elevati incarichi ecclesiastici. Per rispondere alle urgenze del suo popolo si trovò, quasi inaspettatamente, a fondare la Congregazione delle Suore Serve di Maria di Galeazza. Ripieno dello Spirito del Signore, fu apprezzata e illuminata guida spirituale di anime e coscienze per ogni categoria di persone. Logorato nel fisico, Ferdinando Maria morì il 13 luglio 1893, circondato da stima e fama di santità. Il Santo Padre Giovanni Paolo II l’ha annoverato fra i Beati il 3 ottobre 1999. Il suo corpo è conservato nella Chiesa parrocchiale di Galeazza Pepoli.
Martirologio Romano: A Galeazza vicino a Bologna, beato Ferdinando Maria Baccillieri, sacerdote, che attese con cura al popolo affidatogli e fondò la Congregazione delle Serve di Maria per l’assistenza alle famiglie povere e in particolare per l’istruzione della gioventù femminile.
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Nasce a Campodoso di Reno Finalese in provincia di Modena il 14 maggio 1821, ed è battezzato il giorno seguente. La sua è una famiglia agiata e molto numerosa. Vive la sua infanzia alla scuola dei suoi buoni genitori, che lo educano alla fede e alla carità. Ha ricevuto una formazione culturale molto qualificata presso dei collegi rinomati sul piano educativo e didattico quali quello dei barnabiti in Bologna e poi dei Gesuiti in Ferrara. Mentre frequenta la scuola dei gesuiti sente forte nel cuore la vocazione alla vita religiosa, decide di farsi missionario nella “Compagnia di Gesù” e poter predicare il Vangelo nel lontano oriente. Ma altri sono i progetti di Dio nella vita del Baccilieri, e a causa dei diversi problemi di salute deve ritornare in famiglia. Qui capisce che la via del vangelo si può percorrere solo attraverso la via della croce e della rinuncia. Frequenta gli studi filosofici e teologici a Ferrara e il 2 marzo 1844 è consacrato sacerdote, ha appena 22 anni.Subito è chiamato a svolgere la missione di predicatore, dedicando quei suoi primi anni alle missioni popolari e alla confessione. Nel 1851 è chiamato dall’Arcivescovo alla parrocchia di Galeazza Pepoli, in diocesi di Bologna, come vicario parrocchiale. In poco tempo le sue capacità umani e apostoliche cambiano la situazione di quella parrocchia e ne diventa il parroco, nomina che ha conservato per 41 anni, fino alla morte. La sua attività non si concentra alle sole pecorelle del suo ovile, ma uomo dagli orizzonti estesi e dal cuore grande ovunque instancabilmente opera il bene. Per la sua vasta e benefica opera pastorale è stato definito dal cardinale Parocchi “il Curato d’Ars in compendio”. Proprio a questo egli ha voluto modellare il suo sacerdozio, spendendo al sua vita al servizio dell’umanità peccatrice e debole, svolgendo una zelante opera di direttore di anime e confessore. In questa parrocchia ha costituito ben 14 associazioni, con oltre 3000 iscritti, provenienti anche dalle limitrofe parrocchie. Al servizio della predicazione e delle diverse attività pastorali si accompagnano le molteplici opere di carità. Sempre ha tenuto aperto il suo cuore e la sua casa alle necessità dei poveri e la sua voce è sempre pronta a difendere i deboli. Devoto della Vergine Santa, specialmente sotto il titolo di Addolorata, ha voluto farsi Terziario dei Servi di Maria nel 1855. Estende questa sua profonda devozione all’intera parrocchia e fonda due istituzioni dedicate alla Vergine Addolorata, una Confraternita Servitana ed una Fraternità del Terz’Ordine (oggi Ordine Secolare) dei Servi di Maria. Alla fiorente Fraternità del Terz’Ordine ascrive diverse ragazze del luogo, tra cui le quattro sorelle Busi. Tra queste Albina e Maria Luigia diventano le due principali attiviste e, guidate dalla santità del loro parroco, le prime collaboratrici nella Fondazione della Congregazione delle Serve di Maria di Galeazza. Esse nascono per l’istruzione al popolo e la catechesi, nonché per la cura dei poveri e l’assistenza ai bisognosi. Don Ferdinando e le sue figlie, modellati sull’esempio e la carità dei Sette Santi del Senario, accendono un fuoco di grande speranza per la gente di galeazza, per la Chiesa bolognese e per l’intera umanità. Uomo di grande cultura e di profonda intelligenza, guardando profeticamente al futuro, ha voluto che le sue suore dessero vita a scuole di formazione, perché tanti bambini, ragazzi e giovani potessero trovare luoghi dove istruirsi per il domani, delle vere cattedrali di cultura ed educazione. Animato poi da una grande carità, ha voluto che esse istituissero anche case dove potere accogliere i bisognosi, gli orfani, i diseredati ed emarginati, dove poter curare gli ammalati, perché ovunque si potesse operare il bene. Non rinuncia mai a fare il bene a costo di grandi sacrifici. Di lui è stato detto: <>. Egli fece il bene con profonda coscienza di compiere in tutto e per tutto la volontà di dio, non accontentandosi di farlo in maniera egregia, ma sforzandosi di farlo nella più perfetta condizione, avendo a suo modello il bene altissimo di Gesù che volle amare i suoi fino alla fine, e l’esempio della Vergine Addolorata che amò Gesù, e per lui tutti i salvati, fino all’estremo strazio del suo Cuore Immacolato.<>,questo il suo ideale che mantiene costante e fedele fino alla morte avvenuta il 13 luglio 1893. È stato Beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1999. La sua tomba si conserva nella Casa Madre delle Suore in Galeazza e continua ad essere per le sue suore ed i suoi devoti un messaggio vivente di carità, ripetendo con la sua memoria il suo testamento spirituale: <>.
Autore: Massimo Cuofano, OSSM
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