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San Leone II Papa

Festa: 3 luglio

† 683

San Leone è eletto Papa nel 682 ma sale al Soglio 18 mesi dopo, perché all’epoca il “sì” alla nomina lo dava l’Imperatore d’Oriente. Combatte le eresie che vogliono la natura di Cristo solo divina o solo umana, riporta all’unità la chiesa di Ravenna tentata da uno scisma. È sepolto nella Basilica di San Pietro.  

Etimologia: Leone = leone, dal latino

Martirologio Romano: A Roma presso san Pietro, san Leone II, papa: uomo versato tanto nella lingua greca quanto in quella latina, amante della povertà e dei poveri, accolse le decisioni del III Concilio di Costantinopoli.


Poche notizie certe sulla nascita e sulla vita precedente alla sua elezione a pontefice. Nativo della Sicilia, a Messina oppure ad Aidone vicino Piazza Armerina; è narrato nel Liber Pontificalis che era dotato di grande eloquenza, conosceva le lingue greca e latina e aveva un’attitudine notevole per il canto e la salmodia, tutto questo fa pensare che aveva come attività la direzione della Schola cantorum al Laterano.
Fu consacrato papa nell’agosto 682, cioè diciotto mesi dopo la sua elezione, perché un poco prima l’imperatore d’Oriente Costantino IV Pogonato, aveva ripristinato l’antica norma di trasmettere a Bisanzio gli atti relativi all’elezione del papa per averne l’approvazione e quindi il permesso imperiale alla consacrazione; inoltre a Costantinopoli in quei mesi si celebrava il VI Concilio Ecumenico, quindi i vescovi completarono l’Assise, così ritornati a Roma sottoposero a Leone II i risultati del Concilio e l’approvazione per lui da parte dell’imperatore.
Già con questi atti conciliari papa Leone II dovette affrontare il primo disagio, infatti essi nel condannare il monotelismo, coinvolsero fra gli eretici anche il papa di Roma antica, Onorio. Leone II non potendo mettere in pericolo la pace religiosa che si era instaurata fra la Chiesa e l’Impero, approvò le delibere conciliari, specificando però che papa Onorio era stato negligente e imprevidente e quindi permise che la fede immacolata fosse contaminata, ma che non poteva essere annoverato fra gli eretici.
Questa eresia sorse nel secolo VII nella Chiesa Bizantina, essa pur riconoscendo le due nature di Cristo, affermava però che in Lui la volontà divina predominava su quella umana. Purtroppo gli Atti conclusivi del Concilio contenevano in chiusura un indirizzo di omaggio all’imperatore Costantino IV, il quale era presentato come collaboratore immediato di Dio, cioè esecutore diretto della volontà divina in concorrenza quindi con il papa e anche indipendentemente da lui, inoltre l’imperatore nella sua lettera, scrive al papa quasi da superiore ad inferiore, rivendicando a sé il merito del ristabilimento della fede.
In tutto ciò s’intravedevano già i segni di futuri scontri fra Bisanzio e Roma che esplosero nel decennio seguente.
Altro grave problema che dovette affrontare, fu il rifiuto che la Chiesa di Ravenna da qualche tempo, opponeva all’obbedienza al romano pontefice e quindi era divenuta scismatica, con il sostegno dell’imperatore bizantino, che nel 666 aveva dichiarata Ravenna indipendente dal vescovo di Roma.
Con l’arcivescovo ravennate Teodoro, si addivenne ad un accordo, in cui la supremazia di Roma era riconosciuta e che ogni futuro arcivescovo avrebbe ricevuto la consacrazione dalle mani del papa a Roma, a Teodoro e ai suoi successori venivano concesse esenzioni di tasse relative alla carica ricevuta.
Restaurò la chiesa di santa Bibiana, nella quale fece trasferire i corpi dei santi martiri Simplicio, Faustino e Beatrice, che erano sepolti lungo la via di Porto. Celebrò con grande pompa esterna le funzioni religiose, affinché i fedeli fossero sempre più consapevoli della maestà di Dio; istituì l’aspersione dell’acqua benedetta nei riti cristiani e sul popolo.
Morì il 3 luglio 683 e fu sepolto in S. Pietro; intorno al 1100, le sue reliquie insieme a quelle dei suoi successori Leone III e IV, furono poste vicino a quelle di s. Leone I Magno.
Quando fu eretta la nuova basilica di S. Pietro, le reliquie dei papi Leone I, II, III e IV, furono trasportate il 27 maggio 1607 sotto l’altare di S. Maria de columna alla presenza di papa Paolo V, che ne aveva effettuato una ricognizione.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-04-18

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