Il suo nome compare nella passio dei martiri Eusebio, Ponziano, Vincenzo e Pellegrino, dove i suoi Atti s'inseriscono come parte nel- tutto. Fu infatti in seguito alla loro predicazione che il senatore Giulio si convertí al Cristianesimo; consegnò loro le sue ricchezze perché le distribuissero ai poveri, ricevette il Battesimo dal prete Rufino assieme a tutta la sua famiglia e si diede subito, anche lui, a diffondere le verità cristiane. Tradotto innanzi all'imperatore Commodo, da questi fu consegnato al generale Vitellio, crudele e perverso, perché lo inducesse a sacrificare agli dei. Questi, riuscitogli inutile ogni tentativo, lo fece fustigare tanto che ne morí. Eusebio e compagni raccolsero il cadavere nei pressi dell'anfiteatro e lo seppellirono nel cimitero di Calepodio, il 19 agosto
Cosí la passio donde attinsero i martirologi storici. Il Baronio ne compendiò l'elogio e introdusse la commemorazione di Giulio senatore, nel Martirologio Romano al 19 agosto. Negli Annales Ecclesiastici (a. 192) si chiede se non si tratti di quel Giulio Proculo, che Lampridio elenca tra i senatori fatti uccidere da Commodo, ma i bollandisti recenti nel Commento al Martirologio Romano, come già il Tillemont, giudicano fittizi gli Atti di s. Giulio, assieme all'intera passio di Eusebio e compagni, diversamente da G. B. Du Sollier, che, negli Acta SS. Augusti, li credeva attendibili.
Ci si può chiedere se l'autore della passio abbia inventato di sana pianta i suoi eroi o non invece abbia dato uno sviluppo fantastico a qualche dato di fatto in suo possesso. J. Tamayo de Salazar nel suo Martyrologium hispanicum ricorda al 19 agosto la traslazione, permessa da Urbano VIII, delle reliquie di Giulio a Plasencia in Vertonia (Spagna), ma è nota la tendenza di quest'autore ad attribuire alla Spagna i martiri d'altri paesi. Il Du Sollier, infatti pensa che le reliquie di cui parla il Tamayo non fossero del senatore Giulio, ma di qualche a]tro martire omonimo, e ricorda il ritrovamento, nel 1697, mentre studiava a Roma, del corpo di un Giulio con un'iscrizione che pareva identificarlo col senatore. Quel corpo fu dèposto nella chiesa di S. Maria in Aracoeli. Invece, secondo B. Piazza le reliquie del martire erano nella chiesa dei SS. Nereo ed Achilleo.
Autore: Ireneo Daniele
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