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San Gabriele Taurino Dufresse Vescovo e martire

Festa: 14 settembre

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Lezoux, Francia, 8 dicembre 1750 – Chengdu, Cina, 14 settembre 1815

Jean-Gabriel-Taurin Dufresse, sacerdote membro della Società per le Missioni Estere di Parigi, partì per la Cina un anno dopo la sua ordinazione. Fu più volte arrestato mentre cercava di diffondere il Vangelo nella provincia del Sichuan. Consacrato vescovo e, in seguito, nominato vicario apostolico del Sichuan, indisse un sinodo e curò la formazione del clero indigeno, senza mai vantarsi degli eventuali successi ottenuti nell’evangelizzazione. Spiato dal governo cinese, venne arrestato e, in seguito, decapitato il 14 dicembre 1815, dopo oltre quarant’anni di attività apostolica. Beatificato il 27 maggio 1900 da Leone XIII, è tra i 120 martiri in terra cinese canonizzati da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000. I suoi resti mortali sono venerati nella cripta della chiesa del seminario delle Missioni Estere, in Rue du Bac 128 a Parigi.

Martirologio Romano: Nella città di Chengdu nella provincia di Sichuan in Cina, san Gabriele Taurino Dufresse, vescovo e martire, che pose termine con il martirio della decapitazione a un operoso ministero, a cui aveva atteso per quarant’anni.


Studi e vocazione
Jean-Gabriel-Taurin Dufresse nacque l’8 dicembre 1750 a Lezoux, in diocesi di Clermont e nel dipartimento francese del Puy-de-Dôme. Frequentò la scuola parrocchiale del suo villaggio e proseguì gli studi secondari a Riom.
Fu in quel periodo che sentì parlare per la prima volta della Società per le Missioni Estere di Parigi da uno dei suoi professori,l’abbé de Saint-Martin, in seguito partito per la Cina.Partì dunque alla volta di Parigi, dove frequentò il liceo Louis le Grand e passò al seminario di Saint Sulpice. Il 2 luglio 1774, da diacono, entrò nel seminario delle Missioni Estere e venne ordinato sacerdote il 17 dicembre 1775. Poco meno di un anno dopo, il 4 dicembre 1775, partì per la Cina.

La missione in Cina
Nel 1776 padre Gabriel-Taurin lasciò Macao, travestito da cinese, per raggiungere l’entroterra. Dopo più di tre mesi di viaggio entrò nella provincia delSichuan, ma venne arrestato a Pechino e, in seguito, rilasciato.
Visto che aveva imparato a sufficienza la lingua cinese, il vicario apostolico del Sichuan, monsignor Francois Pottier, l’inviò nel nord del Paese. Tuttavia, nel corso di una persecuzione anticristiana scoppiata sul finire del 1784, il sacerdote fu arrestato, ma riuscì a evadere e si nascose in una casa di cristiani amici.
Lì fu raggiunto da un messaggio del vescovo coadiutore, monsignor de Saint-Martin, che l’invitava ad allontanarsi per non causare problemi. Obbedì: partì dunque per Chengdu, dove giunse il 27 febbraio 1785. Nuovamente arrestato, fu trasferito a Pechino con monsignor de Saint-Martin e altri due missionari, Delpon e Devaux: dopo numerosi e dolorosi interrogatori, vennero rilasciati il 9 novembre 1785, col divieto di tornare nel Sichuan.
Padre Dufresse, dunque, chiese il permesso di tornare a Macao, in attesa di poter ripartire per la missione. Così venne portato a Canton, dove prese un battello diretto alle Filippine: dopo aver soggiornato a Manila, fu ricondotto a Macao da una nave francese. Alla fine, il 14 gennaio 1789, rientrò nel Sichuan, dopo un viaggio molto difficile.

Vescovo nel Sichuan
Nel giro di quattro anni, venne nominato pro-vicario apostolico, col titolo vescovile di Tabraca: battezzò bambini e adulti, ricevette nuovi catecumeni, ascoltò migliaia di confessioni e visitò numerose comunità. Nel 1800 fu consacrato vescovo coadiutore di monsignor de Saint-Martin e l’anno dopo, nel 1801, gli succedette come vicario apostolico della regione del Sichuan, che all’epoca contava diciannove sacerdoti (quattro francesi e quindici cinesi) e gestiva scuole e un seminario.
Nel settembre 1803 monsignor Dufresse tenne un sinodo, le cui decisioni, vivamente approvate a Roma, furono portate ad esempio per le altre missioni in Cina. Incentivò le vocazioni indigene, dal momento che Napoleone non favoriva l’invio di missionari all’estero. Le conversioni e il lavoro missionario, intanto, aumentavano: ogni anno venivano battezzati da 1500 a 2000 cinesi.
Eppure, il vescovo non si lasciava insuperbire da quei notevoli successi, consapevole com’era che il suo servizio dovesse andare incontro anche a qualche sofferenza: «Più ci si conosce da sé stessi», lasciò scritto, «più ci si allontanerà da questi sentimenti d’orgoglio».

L’ultima prigionia e la morte
Tuttavia, dietro istigazione dei dignitari e dei letterati, a partire dal 1805 riapparvero editti di proscrizione contro i cristiani e il viceré del Sichuan ne pubblicò a sua volta. Monsignor Dufresse dovette allora riprendere la sua vita di fuggiasco, mentre le autorità ne seguivano le tracce: fu quindi arrestato il 18 maggio 1815.
Fu condotto a Chengdu, dove venne condannato a morte; gli altri trentatré cristiani che erano con lui, invece, subirono l’esilio. Infine, il 14 settembre 1815, venne decapitato.
Le sue spoglie vennero seppellite tre giorni più tardi da alcuni fedeli. Quattro anni dopo, un sacerdote cinese, un certo Lin, le fece traslare nel cimitero cattolico, complete della testa, che gli era stata consegnata da alcuni bonzi. Nel 1856 monsignor Jacques-LéonardPérocheau, vescovo titolare di MaxulaPrates, le inviò al procuratore delle Missioni Estere di Parigi a Hong Kong, da dove, nel 1857, vennero trasferite a Parigi. Attualmente riposano nella cripta della chiesa del seminario delle Missioni Estere a Parigi, in Rue duBac 128.

Un martirio che genera martiri
Durante la prigionia del 1785, uno dei guardiani di padre Dufresse, Zhao Rong, si convertì, sconvolto dalla sua fede e dalla sua capacità di sopportazione. Ricevette il Battesimo e la Cresima il 28 agosto, assumendo il nome di Agostino. Dopo un periodo al servizio dei missionari, venne ordinato sacerdote e precedette l’artefice della sua conversione, morendo in carcere nella primavera del 1815.
Anche Yuan Zaide, udita la predicazione di quel missionario, aderì al cattolicesimo e venne battezzato col nome di Giuseppe. Fu ordinato sacerdote e diffuse il Vangelo in numerosi distretti, finché non venne arrestato nell’agosto 1816 e condannato a morte per strangolamento il 24 giugno 1817.

La glorificazione
La causa di beatificazione di monsignor Gabriel-TaurinDufresse e di altri 45 compagni, sacerdoti e laici dei vicariati apostolici di Guizhou, Sichuan, Tonchino Occidentale, Cocincina e Tonchino Orientale, compresi Agostino Zhao Rong e Giuseppe Yuan Zaide, venne introdotta il 9 luglio 1843. Il 2 luglio 1899 papa Leone XIII promulgò il decreto sul loro martirio e presiedette la loro beatificazione a Roma il 27 maggio 1900.
La causa di canonizzazione, invece, procedette congiuntamente ad altre iniziate più avanti, formando un elenco di 120 martiri uccisi in Cina, capeggiati da Agostino Zhao Rong. Sono stati iscritti nell’albo dei Santi da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2016-09-21

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