m. Binsey, 735
Martirologio Romano: A Oxford in Inghilterra, santa Fridesvida, vergine, che, nata da stirpe regale e divenuta badessa, resse due cenobi, l’uno di monaci, l’altro di vergini consacrate.
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Nasce nel Regno di Mercia: per tradizione ad Oxford, ma forse a Didcot. Era di nobili natali, nobiltà di stirpe come pure di sentimenti: il padre, Dida di Eynsham, contribuì molto alla diffusione del monachesimo nel suo Regno, facendo costruire molte chiese abbaziali. In accordo con la moglie, Sefrida, affidò la piccola alle cure di una santa donna di nome Aelfgith che la crebbe al motto «Quello che non è Dio è nulla», inclinandola così in modo deciso alla vita spirituale. Il padre fece costruire per lei una chiesa con annesso Monastero dove la Santa prese il velo con 12 compagne. Un’Abbazia attorno alla quale sorse un agglomerato urbano e dove lei si ritirò conducendo vita di carità e amore per la clausura.
La storia narra che il conte di Leicester, Aelfgar si invaghì di lei, per la sua bellezza, ma anche mirando alle sue ricchezze, e, respinto cortesemente, progettò di rapirla; scoperto il piano dalle spie del padre, la Santa dovette fuggire; con due compagne trovò una barca custodita da un giovane che era un Angelo che con essa fece discendere alle tre il fiume Abingdon fino a giungere in una località imprecisata, ora identificata con Bampton (Oxfordshire) ora con Frilsham (Berkshire). Vi rimase tre anni in un ricovero di porci, nutrendosi di ghiande e bevendo l’acqua sgorgata da una fonte apparsa per le sue preghiere. Il pretendente non demordette e cominciò a cercarla mettendo infine sotto assedio Oxford. Qui due tradizioni si separano per riunirsi alla fine: una prima afferma che, sfondate le mura della città il principe fu colpito da cecità improvvisa, essendosi la Santa affidata alla protezione delle Sante Caterina e Cecilia.
Secondo altra versione, il popolo di Oxford, impaurito ne rivelò il rifugio e prima rimasero ciechi due messi del principe, poi lui stesso. Per questo motivo per secoli i Re d’Inghilterra considerarono a loro proibito entrare in Oxford; sino ad Enrico III che ruppe la tradizione e molti attribuiscono a questo atto le sciagure che lo colpirono in seguito. Tornando alle vicende della Santa, il principe guarì per intercessione della stessa Fridesvita, dopo aver manifestato pentimento. Di santa Fridesvida si narrano anche altri miracoli, come quello di aver guarito un lebbroso con un casto bacio durante il suo ritorno ad Oxford. Tornata al suo convento, la santa raccolse attorno a sé numerose giovani sassoni e monaci, rendendo il doppio monastero di una certa importanza sia per la vita religiosa che amministrativa, tanto che alcuni vi pongono le origini dell’Università di Oxford, di cui comunque la Santa è protettrice, come pure della città.
Morì nell'anno 735 nell’eremo di Binsey dove si era ritirata in ultimo. Sepolta nella cappella del suo Monastero, poi trasformatasi nella Cattedrale di Oxford, dopo varie vicende e traslazioni il suo sacrario è stato definitivamente distrutto da protestanti calvinisti nel 1561.
Autore: Marco Faraldi
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