† 366
Nato in una ricca famiglia di Edessa in Siria, si fece eremita in una stretta cella. Ordinato sacerdote, evangelizzò la regione di Beth Kiduna e, non appena poté, riprese la sua vita di anacoreta.
Etimologia: Abramo = grande padre, dall'ebraico
Martirologio Romano: A Edessa nell’antica Siria, sant’Abramo, anacoreta, la cui vita fu descritta dal diacono sant’Efrem.
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Nacque da una ricca famiglia a Edessa, Siria. Gli fu imposto un matrimonio combinato in tenera età. Durante i festeggiamenti del matrimonio, Abraham fuggì. SI murò in una piccola cella poco lontano, lasciando un foro piccolo attraverso il quale la sua famiglia potè portargli cibo e acqua, e attraverso il quale potè spiegare il suo desiderio di una vita religiosa. La sua famiglia cedette, il matrimonio fu revocato, e così Abraham passò i successivi dieci anni rinchiuso nella sua cella. Dopo un decennio di una vita da recluso, il vescovo di Edessa, contro i desideri stessi di Abraham, lo ordinò sacerdote e gli impose di partire missionario presso il villaggio intransigentemente pagano di Beth-Kiduna. Qui, Abraham riuscì a costruire una chiesa, a cancellare idoli, soffrì abusi e violenze, e col suo buon esempio riuscì a convertire il villaggio intero. Un anno dopo, dopo aver pregato ardentemente che Dio mandasse in quel posto in sua vece un pastore migliore di lui, fece ritorno alla sua cella. E' proprio dalla popolarità che conquistò in Kiduna che divenne famoso come Kidunaia (Qidonaya). Lasciò la sua cella solamente altre due volte nella sua vita. Una volta una sua nipote, Santa Maria di Edessa, viveva una vita dissoluta. Abraham si travestì da soldato, seppe attirare l'attenzione di Maria e farsi accogliere in casa sua. Durante la cena riuscì a convincerla che viveva nel peccato e nell'errore, la convertì e da allora la vita di Maria cambiò. Dopo di che ritornò alla sua cella. La sua ultima uscita fu al suo funerale, al quale partecipò una gran folla di persone che lo amavano e piangevano per lui. La sua biografia fu scritta dal suo amico Sant'Ephrem.
Autore: Piero Stradella
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