Dobbiamo purtroppo riportare notizie fantasiose che riguardano la vita di questa santa martire. Ninfa era figlia di Aureliano, prefetto di Palermo al tempo di Costantino Magno (280-337), persecutore in un primo tempo dei cristiani, fu convertita e battezzata nella sua casa dal vescovo Mamiliano, insieme ad altre trenta persone. Il padre Aureliano mentre arrestava Mamiliano e altri duecento cristiani, cercò di far recedere la figlia dalla nuova religione. Visti vani i suoi tentativi e dopo averli sottoposti a torture, li fece chiudere in carcere, ma un angelo li liberò, conducendoli in riva al mare dove trovarono una barca che li condusse, Mamiliano e Ninfa, nell’Isola del Giglio, dove rimasero in preghiera e solitudine. Desiderosi di visitare Roma, sbarcarono sotto indicazione celeste, in un luogo chiamato Bucina, abitato da molti pagani, dopo la visita alle tombe degli apostoli, Mamiliano morì e Ninfa lo fece seppellire vicino Bucina; dopo circa un anno anche Ninfa morì il 10 novembre e sepolta dove erano conservate le reliquie di altri martiri (da ciò si suppone che sia morta martire). I cristiani del luogo la invocarono perché passasse una siccità che li affliggeva. Il suo nome è citato in varie passio di altri martiri come i santi Mario, Marta e figli; inoltre è ricordata insieme ai martiri Trifone e Respicio, solo perché le sue reliquie erano venerate insieme a quelle degli altri due nella chiesa di S. Spirito in Sassia. Comunque la più antica notizia su s. Ninfa è del secolo IX, perché nella biografia del papa Leone IV (847-855), si legge che egli fece un dono alla chiesa di S. Ninfa martire, esistente nella zona Portuense. Le sue reliquie nel sec. XII, si trovavano in varie chiese di Roma e il capo nel 1592 era venerato nella chiesa di S. Maria in Monticelli a Roma. Nel 1593 il capo della santa fu trasferito a Palermo in un altare della cattedrale, consacrato nel 1598. Il culto si diffuse in altre città siciliane e un paese in provincia di Trapani ne porta addirittura il nome. Il nome deriva dal greco Nynphe e indicava le giovani donne in età da marito; inoltre le ninfe erano divinità femminili minori dei boschi, fiumi, monti, laghi.
Autore: Antonio Borrelli
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