Fu venerato a Pedona (oggi Borgo San Dalmazzo), già in diocesi di Asti, almeno dal sec. VI. La sua più antica biografia, nota in due recensioni, deriverebbe, secondo il Gabotto, da un originale redatto tra il 570 e il 650, mentre, secondo il Lanzoni, sarebbe stata composta nel sec. VII o nell'VIII. L'autore, forse un monaco longobardo del monastero di Pedona che attinse a tradizioni orali, lo dice nato a Forum Germarzorum (S. Damiano Macra) in epoca precostantiniana e lo presenta come ecclesiastico ed evangelizzatore di Pedona. All'inizio del sec. X, quando questa località fu devastata dai Saraceni, il corpo del santo fu portato a Quargnento, dove sulla sua tomba fu posta l'iscrizione: " ic requiescit corpus sancti Dalmatii repositum ab Audace episcopo Astensi". In Francia, sin dal sec. IX, Dalmazio è considerato martire. Fonti più recenti lo dicono oriundo della Germania, evangelizzatore di molte città del Piemonte, dell'Emilia e della Gallia, ucciso per la fede nel 254. Il Martirologio Romano, fondandosi su liste episcopali manipolate, lo ricorda, a torto, il 5 dicembre, come vescovo di Pavia, dove, tuttavia, gli era dedicata una chiesa. Di certo si sa che a Pedona esisteva una basilica eretta in suo onore, e che il 5 dicembre molti pellegrini, provenienti anche da paesi lontani, convenivano al suo sepalcro. Probabilmente Dalmazio fu un evangelizzatore locale di Pedona, in un'epoca non facilmente determinabile, e perciò vi fu venerato come santo; il 5 dicembre sarebbe l'anniversario della sua morte, oppure della sua elevazione all'onore degli altari.
Autore: Antonio Rimoldi
Fonte:
|
|
|
|