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San Lazzaro di Betania Fratello di Marta e Maria

Festa: 29 luglio - Memoria

I sec.

Originario della Giudea, Lazzaro era il fratello di santa Marta, che Gesù pianse morto e risuscitò, e di Maria, sua sorella, che, mentre Marta era indaffarata nei suoi molteplici servizi, seduta ai piedi del Signore ascoltava la sua parola. In ricordo di questa predilezione del Redentore, ogni anno (se ne ha notizia già nel IV secolo) i cristiani di Gerusalemme alla vigilia delle Palme si recavano in processione a Betania e sulla tomba di Lazzaro. La vicenda di Lazzaro che ebbe il privilegio di due tombe essendo morto due volte è narrata nel Vangelo di Giovanni. La prima tomba, da cui fu tratto e risuscitato, restò vuota, giacché un'antica tradizione orientale considera Lazzaro vescovo e martire a Cipro. La notizia del VI secolo prese consistenza nel 900 quando l'imperatore Leone VI il Filosofo fece trasportare le reliquie di Lazzaro da Kition di Cipro a Costantinopoli, insieme con quelle della sorella Maria. Antichi affreschi rinvenuti nell'isola sembrano confermare la presenza di Lazzaro a Cipro. Papa Francesco nel 2021 ha stabilito che la memoria liturgica di Santa Marta, già presente nel Calendario Romano Generale al 29 luglio, venisse ridenominata "Santi Marta, Maria e Lazzaro".

Etimologia: Lazzaro = Dio è il mio soccorso, dall'ebraico

Martirologio Romano: Memoria dei santi fratelli Marta, Maria e Lazzaro, che accolsero con familiarità e servirono il Signore Gesù nella loro casa a Betania, aprendo con gioia le orecchie e i cuori all’ascolto delle parole divine sul regno dei cieli e credendo in colui che, risorgendo, ha vinto la morte.

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Gli amici di Gesù
Lazzaro e le sue sorelle, Marta e Maria, erano amici fraterni di Gesù di Nazareth. Vivevano a Betania, a circa tre miglia da Gerusalemme, e Gesù era spesso loro ospite. L’affetto che Gesù nutriva per l’amico è testimoniato dalle parole che Marta e Maria mandano a dirgli chiamandolo al capezzale del fratello, riportate nel Vangelo di Giovanni: “Signore, ecco, colui che tu ami è malato”. E poi ancora, all’arrivo di Gesù, apparentemente giunto troppo tardi per salvarlo, “Se tu fossi stato qui,” dice Marta, “mio fratello non sarebbe morto”. Ma anche i testimoni dell’episodio, notando il turbamento di Gesù e le sue lacrime davanti al sepolcro chiuso dell’amico, mormorano tra loro “Vedi quanto lo amava” (cf. Gv 11,3.21.36). I riferimenti all’affetto di Gesù per Lazzaro hanno fatto ritenere ad alcuni plausibile l’identificazione del “discepolo che Gesù amava”, invece che con San Giovanni Evangelista (come abitualmente accettato), con l’amico Lazzaro.
L’episodio della resurrezione di Lazzaro, che è narrato solo nel Vangelo di Giovanni, ha naturalmente un valore profetico e simbolico, perché preannuncia la Resurrezione di Cristo. La casa di Betania e il sepolcro vuoto di Lazzaro divennero presto, sin dai primi tempi del cristianesimo, meta di pellegrinaggi alla vigilia della domenica delle Palme, come attesta San Girolamo, e in epoca medievale accanto alla tomba di Lazzaro sarebbe stato fondato un monastero che poteva contare sulla protezione dello stesso Carlo Magno.  

Vivere dopo la morte
Il racconto di Giovanni prosegue raccontando che l’episodio della resurrezione di Lazzaro fece sì che molti dei presenti al miracolo si convertissero e credessero in Gesù. Questo fece aumentare il clima di sospetto e di odio nei confronti di Gesù da parte dei sommi sacerdoti e dei farisei, che vedevano in Lui un pericoloso sobillatore. Inoltre, quando Lazzaro presenziò ad un banchetto in onore di Gesù, decisero di uccidere anche lui, perché molta gente era accorsa per vederlo e aveva creduto che Gesù era il Figlio di Dio.

L’enigma delle reliquie
Secondo la tradizione orientale, Lazzaro, dopo la Morte e Resurrezione di Gesù, si sarebbe trasferito a Cipro e ne sarebbe stato vescovo per trent’anni. Questa tradizione è suffragata dal ritrovamento a Kition, l’odierna Larnaca, nell’anno 890, di una lapide su cui erano incise queste parole: “Lazzaro, l’amico di Cristo”. Le reliquie furono in seguito trasferite a Costantinopoli per ordine dell’imperatore Leone VI il filosofo, e infine in Francia ad opera dei Crociati. Tuttavia il trasferimento delle reliquie potrebbe essere stato solo parziale, perché nel 1972 venne rinvenuta a Larnaca un’arca di marmo contenente reliquie che si attribuiscono allo stesso Lazzaro. Un’altra versione della storia vuole invece che Lazzaro, Marta, Maria e un certo Massimo venissero imbarcati su una barca senza remi, né vele, né timone e che questa barca avesse raggiunto le coste della Francia meridionale. Questa versione entra a far parte anche della “Leggenda Aurea” di Jacopo da Varagine che racconta che Lazzaro e le sue sorelle sarebbero andati a predicare in Francia, dove Lazzaro sarebbe divenuto il primo vescovo di Marsiglia. Qui sarebbe stato martirizzato sotto la persecuzione dell’imperatore Nerone.


Fonte:
www.vaticannews.va

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Aggiunto/modificato il 2024-11-27

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