Rodrigo Aguilar Alemán nacque a Sayula, Jalisco, il 13 marzo 1875, e fu il primogenito di una famiglia di dodici figli. Fin da giovane si distinse per la sua dedizione agli studi e alla fede, entrando nel seminario di Zapotlán el Grande nel 1888. Durante gli anni di formazione sviluppò un talento per la scrittura e pubblicò articoli sulla devozione e la dottrina cattolica sui giornali locali. Ordinato sacerdote nel gennaio del 1903 a Guadalajara, affidò il suo ministero alla Vergine di Gu
Dopo l'ordinazione, padre Aguilar dedicò la sua vita alla missione in diverse comunità, come Atotonilco e Nayarit, dove portò il messaggio del Vangelo anche agli indigeni huicholes. Era molto amato dai suoi fedeli per la sua pazienza e carità e si impegnava a creare gruppi di preghiera e associazioni di laici, che riuscivano a rafforzare la fede tra le persone. La sua devozione e il desiderio di servire Dio lo portarono anche in pellegrinaggio in Terra Santa, esperienza che accese in lui un profondo desiderio di
Nel 1926, con l'intensificarsi della persecuzione religiosa in Messico, padre Aguilar fu costretto alla clandestinità, trovando rifugio presso il convento delle adoratrici di Gesù Sacramentato a Ejutla. Nonostante le difficoltà, continuò a celebrare la Messa e a diffondere i sacramenti, consapevole dei rischi che correva. Diceva: "I soldati potranno toglierci la vita, ma la fede mai."
Il 27 ottobre 1927, Ejutla fu invasa da truppe federali che presero d'assalto il convento. Padre Aguilar, ormai in trappola, disse a uno dei seminaristi di salvarsi, consapevole che il suo tempo era giunto. Quando i soldati gli chiesero di identificarsi, risposero coraggiosamente: "Sono un prete!" Questa dichiarazione provocò insulti e maltrattamenti, ma lui, sereno, salutò i suoi compagni dicendo: "Ci vedremo in cielo." Fu condotto in piazza la mattina del 28 ottobre, dove venne impiccato. Fino all'ultimo respiro, proclamò: "Cristo Re e Santa Maria di Guadalupe", lasciando ai presenti una toccante testimonianza di fe
Rodrigo Aguilar Alemán fu beatificato il 22 novembre 1992 ed infine canonizzato il 21 maggio 2000 da Papa Giovanni Paolo II, come esempio di coraggio e dedizione.