L’ordine agostiniano fra i suoi santi annovera anche i martiri caduti per la Fede. Tra gli anni 1535 e 1692 centinaia di inglesi furono perseguitati e uccisi a causa della loro cattolicità. Molti di essi venero beatificati e canonizzati, fra di essi, il 19 maggio 1935, furono elevati agli onori degli altari Giovanni Fisher e Tommaso More. Nel 1960 i prelati d’Inghilterra e del Galles rivolsero una petizione a papa Giovanni XXIII per la causa di canonizzazione di 40 martiri. Il beato Giovanni Stone, agostiniano, faceva parte di questo gruppo. Così, il 18 maggio 1970 il Santo Padre Paolo VI annunciò in Concistoro che nel successivo 25 ottobre avrebbe canonizzato il beato inglese con altri compagni martirizzati.
Singolare rilevare che l’ultimo membro dell’ordine agostiniano canonizzato era stata santa Rita da Cascia nel 1900.
La vita di Gioivanni è assai scarsa di notizie e tutte le testimonianze e le fonti da cui si possono attingere informazioni si hanno soltanto sul suo martirio.
Possiamo comunque sapere che la sua vocazione ebbe compimento a Canterbury, dove gli Agostiniani avevavno una casa dal 1318. Maestro e dottore in teologia, ebbe grande notorietà come predicatore e fu nominato priore del convento di Droitwich, dove fu anche professore. Enrico IV, con grande probabilità, avrebbe voluto averlo complice nella questione del divorzio, questione che creò lo scisma fra la Chiesa di Roma e quella inglese.La dittatura religiosa di Enrico VII non tollerò a lungo l’esistenza di ordini di frati mendicanti centralizzati a Roma, perciò iniziò a perseguitarli. Il suo ministro Cromwell diede una stretta ortale alla casa agostiniana di Canterbury nell’anno 1538. Il piano si inseriva in un più ampio progetto di soppressioni monastiche. Perciò il ministro incaricò Riccardo Ingworth, ai primi di dicembre di quell’anno, di partire alla volta di Canterbury. Lungo il percorso si fermò a Aylesford e soppresse lo storico convento dei carmelitani. Venerdì 13 dicembre giunse nella città dove, oltre a tgrovarsi il convento agostiniano, si trovava anche quello dei Francescani. Proprio qui, infatti si trovava la prima fondazione francescana in Inghilterra, dove fratel Agnello da Pisa era giunto nel lontano 1224, dopo aver ricevuto l’atibto religioso dallo stesso san Francesco. Il girono dopo Ingworth arrivò alla casa agostiniana.
Si presentò al priore e alla comunità con una copia del formulario del decreto di soppressione e con la lettra di sottomissione al riconoscimento ufficiale di Enrico VII in qualità di Capo supremo della Chiesa d’Inghilterra: i documenti dovevano essere sottoscritti da tutti i religiosi.
Giovanni Ston rifiutò. La cronaca dei fatti è riscontrabile in una lettra inviata da Ingworth a Cromwell, scritta il giorno seguente. Il frate agostiniano sferrò un lungo attacco contro l’usurpazione del re, il quale nel 1521 aveva ricordato a Lutero che la direzione della Chiesa spettava unicamente ai successori di san Pietro.
Stone si dichiarò disposto a morire piuttosto di rinnegare la fede cattolica. IL rappresentante di Cromwell fallì nel suo tentativo intimidatorio, pertanto isolò il religioso dal resto della comunità e nel suo rapporto Ingworth sottolinea: «Avendo notato il suo fermo contegno, l’ho segregato perché nessuno possa parlare con lui».
Il caso venne direttamente gestito da Tommaso Cromwell, l’uomo più temuto d’Inghilterra, che subito decise di incarcerare il frate recidivo.
Il 27 ottobre 1539 il ministro, dopo un anno di carcere, mandò di frone ai giudici Giovanni Stone. Venne così processato e condannato. Fu rinchiuso nel castello di Canterbury.
Leggiamo in una testimonianza dell’epoca che Giovanni Stone «fu decorato con la corona del martirio… Ma prima di ciò, in prigione, avendo rivolto molte preghiere a Dio, e dopo aver digiunato per tre giorni, udì una voce, benché non vedesse alcuno, che lo chiamava a nome e lo invitava a farsi animo e ad affrontare la morte con coraggio, per la fede che aveva professato. Questo fatto produsse in lui tale ardore e tale forza che nessun tentativo di persuasione o nessun terrore avrebbe potuto rimuoverlo dal suo proposito».
Il condannao fu tradotto nel sotterraneo del castello, sotto la porta occidentale. Venne giustiziato per alto tradimento sabato 27 dicembre 1539. Prelevato dalla cella fu legato su un graticcio. Lo sceriffo Antonio St. Leger, era presente affinché potesse accertare l’esecuzioone della sentenza capitale.Canterbury aveva deciso che, come Stone era stato il primo in città ad opporsi alla supremazia del re sulla Chiesa, fosse anche l’ultimo. L’obiettivo era dunque quello di creare un’atmosfera degna di ricordo. Fu scelto, come luogo del suplizio, la monagnola di Dongeon (oggi Dane John) e qui venne eretta la forca.
Fu un vero e proprio rituale macabro e sanguinario, i cui dettagli li possiamo riscontrare dal registro delle spese per ogni minuziosa azione. Prima ci fu l’impiccagione, poi, il boia, mentre il martire er ancora vivo tolse il cuore del santo con un coltello. Testa e membra furono separate dal resto del corpo e furono bollite. E più tardi esposte sopra le porte della città come ammonimento per la popolazione.
Giovanni Stone perseverò fino alla fine. Beatificato da Leone XIII il 9 dicembre 1886, Giovanni troverà la sua gloria nella Chiesa nel 1970, considerato l’ annus mirabilis dell’ordine agostiniano in Inghilterra: la canonizzazione di Stone corona la restaurazione della vita agostiniana in Inghilterra e nella Scozia.
Autore: Cristina Siccardi
|