I Beati si venerano in un eremo chiamato “Lecceto”, a pochi chilometri da Siena.Come ogni fondazione avvolta nel mistero, quando storia e leggenda si confondono, l'origine dell'eremo di Lecceto affonda le sue radici nella notte dei secoli. Divenuto convento agostiniano intorno al 1244, nel 1387 dà inizio al movimento di riforma all'interno dell'Ordine.Numerosi frati da varie parti d'Italia e d'Europa chiedono di andare a vivere a Lecceto. E in quell’eremo vivono la santità e promuovono la vita cristiana e monastica. In un grande quadro che si conserva nell'eremo è dipinto l'albero genealogico della santità fiorita a Lecceto: vi appaiono 25 nominativi.
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Eremo di Lecceto. A pochi chilometri da Siena, nell'incantevole panorama delle colline toscane, dove ogni paese, ogni borgo, ogni casa parla di storia e di arte. Ancora oggi, per chi se lo trova improvvisamente davanti, nascosto nel bosco fitto di lecci, percorrendo una strada di terra battuta, rimane un luogo di fiaba e di mistero, di misticismo e di incanto. Lecceto è un simbolo tra i più significativi ed efficaci della spiritualità agostiniana lungo i secoli, reso oggi vivo e palpitante dalla presenza permanente di una comunità di monache agostiniane di vita contemplativa. Come ogni fondazione avvolta nel mistero, quando storia e leggenda si confondono, l'origine dell'eremo di Lecceto affonda le sue radici nella notte dei secoli. Divenuto convento agostiniano intorno al 1244, nel 1387 dà inizio al movimento di riforma all'interno dell'Ordine. La riforma leccetana mette in evidenza la dimensione contemplativa e ascetica dell'Ordine, insidiata nei secoli XIV e XV da risvolti negativi (secolarismo e mondanità) che penetrano nelle comunità agostiniane, nel tentativo di aprirsi alla cultura e alla sensibilità nuova dell'umanesimo e del rinascimento. Numerosi frati da varie parti d'Italia e d'Europa chiedono di andare a vivere a Lecceto. S. Caterina da Siena trova lì il suo confessore; da lì chiama i frati da inviare a Roma per aiutare il papa nel tentativo di riformare la Chiesa. S. Bernardino da Siena frequenta abitualmente l'eremo. Si crea la leggenda. A poche centinaia di metri dall'eremo, dove i frati vivono in comunità, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione, al lavoro, allo studio e alla predicazione, ci sono grotte scavate nel tufo nelle quali chi lo desidera può trascorrere giorni di deserto e di raccoglimento assoluto, portando con sé "un poco di pane e di sale" per cibo, soli con se stessi, con la natura e con Dio. In un grande quadro che si conserva nell'eremo è dipinto l'albero genealogico della santità fiorita a Lecceto: vi appaiono 25 nominativi. Questo incantesimo finisce nel 1808, quando le leggi napoleoniche sopprimono la comunità religiosa e confiscano il convento. L'eremo passa nel 1816 in proprietà alla diocesi di Siena: quando non è utilizzato, d'estate, dai seminaristi in vacanze, rimane luogo di rovi e di serpi. Fino al 1972, quando un piccolo manipolo di coraggiose suore agostiniane, provenienti da Siena, sfidando le difficoltà e l'abbandono di due secoli, ridanno a Lecceto l'incanto perduto. E ora un canto di lode sale continuo a Dio da quel luogo sperduto in un bosco di lecci, restituito alla contemplazione e a chi desidera trovarvi ospitalità e silenzio. La loro memoria liturgica ricorre il 9 ottobre.
Autore: P. Bruno Silvestrini O.S.A.
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