† 13 agosto 587
Radegonda nacque nel 518 e fu regina di Francia. Quando nel 531 Clotario I, re di Francia, sconfisse Ermenfrido, l'usurpatore del regno di Turingia, portò con sé Radegonda, giovane figlia del re deposto e ucciso, Bertario. La inviò agli studi così Radegonda ricevette un'educazione adatta al suo alto rango e un'istruzione letteraria di grande rilievo, cosa unica per una donna dei suoi tempi. E dopo otto anni, intorno al 540, la sposò nonostante Redegonda non fosse consenziente. Clotario mostrò ben presto la sua indole violenta, che Radegonda sopportò fin quando fù possibile. Poi, ottenuto il consenso dal vescovo Medardo, si fece consacrare e si ritirò nel monastero di Tours, dove già viveva la regina Clotilde, intristita dalle gesta del figlio, ma contenta per l'arrivo della nuora. Passò quindi nel convento di Saix e, infine, per 30 anni visse in penitenza nel monastero di Poiters " dai lei stessa fatto edificare ", dove morì il 13 agosto 587.
Martirologio Romano: A Poitiers in Aquitania, in Francia, santa Radegonda, che, regina dei Franchi, prese il sacro velo mentre suo marito, il re Clotario, era ancora in vita e visse nel monastero di Santa Croce a Poitiers da lei stessa costruito sotto la regola di san Cesario di Arles.
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La società romana e imperiale intorno agli anni 500 – 600, sembrava ormai come un cadavere posto in piedi, bastò che i barbari nel loro passaggio lo toccassero che cadde sfasciato.
Anche in quei tempi bui e tristi, la Provvidenza non mancò di accorrere in soccorso della Cristianità, facendo sorgere in mezzo a quella spaventosa confusione, figure di Santi che con la loro vita, le loro idee, la loro fede
rappresentarono e difesero il pensiero cristiano, sempre vitale e soccorrevole.
Fra questi, nella Francia, ‘primogenita della Chiesa’, vi fu prima Clotilde regina e poi Radegonda sua nuora che gli succedette sul trono; donne egualmente ammirabili e sante.
Radegonda aveva già vissuto fino a quasi dodici anni varie tragedie familiari, il padre Bertario venne ucciso dal fratello Ermenfrido il quale poi fece uccidere anche l’altro fratello Baderico per impadronirsi del trono.
Il regno di Turingia, nel 531 venne sconfitto da Clotario I re di Francia e Radegonda, appena dodicenne seguì i prigionieri di guerra in Neustria, dopo aver visto morire uccisi gli altri parenti.
Ma la sua straordinaria bellezza e la distinzione del suo grado attrassero l’attenzione di Clotario, il quale già pensando di farne una futura moglie, la inviò agli studi nella villa reale di Athies. Ricevette un’educazione adatta al suo alto rango e un’istruzione letteraria di grande rilievo, forse unica per una donna dei suoi tempi.
Intorno al 540, Clotario la volle come sposa, benché non fosse consenziente; per lunghi anni dovette sopportare con infinita pazienza il carattere collerico e brutale del marito, il suo umore instabile e i continui tradimenti, condusse a corte una vita da perfetta cristiana, quasi da monaca pur senza trascurare i suoi doveri di sovrana.
Ma quando anche l’amato fratello Clotacario venne ucciso a tradimento da Clotario, già responsabile della morte di tutti i suoi familiari, Radegonda disse al Re che per lei non vi era più posto in quella reggia e ottenuto il suo consenso, si fece consacrare diaconessa e si ritirò nel monastero di Tours, lì dove già viveva la regina Clotilde, intristita dalle gesta infami del figlio, ma consolata per la venuta della diletta nuora.
Da lì passò poi nel chiostro di Saix ove stette per sei anni, dedicandosi ad ogni cura per il sollievo della povera gente del luogo, accudendo gli ammalati specie quelli più ributtanti per le malattie, a cui all’epoca non vi erano rimedi, come la lebbra.
Appena poté, entro nel nuovo monastero di s. Maria poi chiamato di s. Croce a Poitiers da lei fatto edificare,
In breve duecento vergini popolarono il sacro luogo ma Radegonda non volle avere il titolo di badessa che diede invece a s.Agnese, sua figlia adottiva (lei non aveva avuto figli) a cui si sottomise secondo la regola di s. Cesario d’Arles, come una semplice novizia.
Clotario tentò, non riuscendovi, di farla tornare con lui infrangendo i voti, ma davanti alla sua fermezza si ritirò pentito, ed è la prima volta che si vede in lagrime un uomo che grondava sangue per i numerosi delitti; comunque un anno dopo questo tentativo, egli morì, i suoi quattro figli avuti da altra moglie, favorirono il convento, con continue e generose elargizioni, anzi il più giovane inviò alla veneranda regina il poeta Venanzio Fortunato il quale profuse il suo zelo per aiutarla nei rapporti specie epistolari che lei aveva con il papa, vescovi e re d’Occidente e anche d’Oriente.
Nei 30 anni che stette a Poitiers, senza uscirne mai, assisté a pestilenze, inondazioni, terremoti in tutto il regno e l’assalto dell’infuriata Fredegonda a Poitiers, il cui vescovo s. Pretestato venne sgozzato sull’altare.
Radegonda, morì il 13 agosto 587 circondata dal rimpianto di tutti.
S. Gregorio di Tours, che l’aveva assistita nelle sue ultime ore, vedutone il corpo giacente nella bara, lasciò scritto: “aveva in viso serbata tale una freschezza da vincere al paragone i gigli e le rose”.
Autore: Antonio Borrelli
È regina dei Franchi, ma alle ricchezze e al lusso preferisce la vita umile delle monache e curare i poveri ammalati. La sua infanzia è tristissima. Radegonda nasce a Erfurt, nella Turingia (Germania) nel 518. È figlia del re pagano dei Turingi Bertario che nel 531 viene ucciso dagli invasori Franchi. La famiglia viene sterminata ma Radegonda, che ha dodici anni ed è bellissima, subisce un’altra sorte. Condotta con gli altri prigionieri, con la forza, a corte in Francia, la fanciulla cresce, diventa una ragazza colta, raffinata, buona e virtuosa, orientata verso la spiritualità e il Cristianesimo.
Il brutale re dei Franchi Clotario I se ne invaghisce e intorno al 540 la costringe a sposarlo. Radegonda non può opporsi e così sopporta con pazienza, per dieci anni, il carattere violento del marito. Un giorno, però, il collerico re fa uccidere il fratello di Radegonda, unico parente della sovrana ancora vivo. La regina, sconvolta, scappa per rifugiarsi nel Convento di Tours. Qui ad aspettarla c’è la suocera Clotilde (santa anche lei), mamma del re assassino, sofferente per il riprovevole comportamento del figlio.
La regina ha tanta fede e crede in Dio. È umile, dolce, caritatevole, prova profonda pena per i più sfortunati, dedica con fervore il suo tempo ad assistere e a curare i poveri ammalati trasferendosi presso l’Abbazia di Saix. Re Clotario si arrabbia molto per la fuga della moglie. Pretende che ritorni subito a corte. Invia alcuni soldati con l’ordine di trovarla e riportarla al suo cospetto. La leggenda narra che la sovrana riesce a scappare percorrendo un campo di avena che i contadini avevano appena seminato. All’improvviso l’avena comincia a crescere, molto velocemente, tanto alta da permettere alla regina di nascondersi e di sfuggire alla cattura dei soldati. Il marito, pentito, si rassegna a perdere la moglie: per la prima volta in vita sua piange e, dopo un anno, muore.
Radegonda fonda, poi, un convento di monache a Poitiers intitolato a Nostra Signora e dedicato alla Santa Croce. L’ex regina di Francia muore nel 587, a Poitiers, attorniata dai sudditi, ricchi e poveri, uniti nella devozione e nel rimpianto per la loro splendida e buona sovrana. Viene invocata contro la scabbia.
Autore: Mariella Lentini
Fonte:
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