Silvano, soprannominato Sila, negli Atti degli Apostoli viene indicato come uno degli “uomini eminenti” della Chiesa di Gerusalemme. Predica ad Antiochia come profeta, accompagna San Paolo nei suoi viaggi e aiuta San Pietro a scrivere le sue encicliche; muore, forse da martire, in Macedonia.
Martirologio Romano: Commemorazione di san Sila, che, destinato dagli Apostoli alle Chiese dei gentili insieme ai santi Paolo e Barnaba, pervaso della grazia di Dio, svolse senza sosta il suo ministero.
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Gli Atti degli Apostoli lo citano più volte, come pure viene menzionato nelle varie lettere apostoliche sia di Paolo che di Pietro. I due apostoli lo chiamano Silvano, mentre gli ‘Atti’ lo chiamano Sila comunque è assodato che si tratta della stessa persona, e che probabilmente uno sia il diminutivo dell’altro.
Gli Atti degli Apostoli lo presentano come uno degli “uomini eminenti”, pur non specificando di quale autorità fosse rivestito nella Chiesa di Gerusalemme. Per questo viene inviato insieme a Giuda Barsabba ad Antiochia per accompagnare l’apostolo Paolo e il discepolo Barnaba, ad illustrare e raccomandare l’osservanza del decreto emesso dal Concilio di Gerusalemme.
Ad Antiochia predica in qualità di profeta, poi Giuda ritorna a Gerusalemme e Sila rimane ad Antiochia e quindi Paolo lo prende con sé come discepolo nel suo secondo viaggio apostolico. Percorrono la Siria, la Cilicia, la Licaonia, la Frigia, la Galazia, la Misia e arrivano a Troade. Da lì salpano in Europa a Samotracia,
Neapoli e Filippi; qui sono arrestati e messi incatenati ai ceppi, ma liberati miracolosamente, vengono rilasciati con onore.
Il viaggio prosegue per Tessalonica dove Paolo predica per tre sabati nella sinagoga agli ebrei, poi Berea, Atene, Corinto dove sostano per 18 mesi, poi le strade secondo gli Atti si dividono, Paolo conclude il suo viaggio ad Antiochia, mentre di Sila insieme a Timoteo, che si era aggiunto nelle ultime tappe, non si hanno più notizie.
Ricompare verso il 63 o il 66 con Pietro a Roma e lo aiuta a scrivere la sua lettera Enciclica a varie Chiese dell’Asia. Secondo gli Atti Silvano era cittadino romano come Paolo. I vari storici susseguitesi lo hanno inserito nei Sinassari bizantini e nei martirologi in date diverse, il Martirologio romano lo accoglie al 13 luglio, conformandosi a due precedenti cataloghi.
Viene accennato che Silvano avrebbe concluso la sua vita con un martirio in Macedonia. Le reliquie secondo gli ‘Acta Sanctorum’ furono traslate nel 691 a Thérouanne in Francia, dove fu a lungo venerato fino alla distruzione della Cattedrale nel 1553 ordinata da Carlo V.
Autore: Antonio Borrelli
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