Napoli, 21 gennaio 1839 - 28 dicembre 1894
Nata a Napoli in una famiglia dell’alta borghesia, Caterina Volpicelli fu la prima zelatrice dell’Apostolato della Preghiera nella sua città. Colta e intelligente, fece della casa paterna un circolo dedito alla preghiera, alla diffusione della stampa cattolica e del culto al Sacro Cuore di Gesù. Sotto l’impulso dell’arcivescovo di Napoli, il cardinal Sisto Riario Sforza, fondò le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, impegnate nell’apostolato e nella santificazione delle anime. Morì a Napoli il 28 dicembre 1894, a 55 anni. Beatificata a Romail 29 aprile 2001,è stata canonizzata, sempre a Roma, il 26 aprile 2009. I suoi resti mortali sono venerati nel Santuario Diocesano del Sacro Cuore alla Salute, in largo Caterina Volpicelli 7 a Napoli.
Martirologio Romano: A Napoli, beata Caterina Volpicelli, vergine, che, tutta dedita all’assistenza dei poveri e dei malati, fondò l’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore, in cui cercò di fare sempre esprimere la carità cristiana in attività adeguate alle esigenze della società contemporanea.
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Nacque a Napoli il 21 gennaio 1839, da una famiglia dell’alta borghesia. Educata in casa, secondo i sani valori della tradizione del Meridione d’Italia, passò poi a completare la sua formazione nel Real Collegiodi San Marcellino, avendo così un alto grado di cultura, cosa non comune per una donna del suo tempo.
Desiderando di poter raggiungere “l’intima unione con Dio” entrò a vent’anni nel monastero delle Adoratrici Perpetue, ma dovette lasciarlo dopo sei mesi, a causa della sua salute cagionevole. Il francescano padre Ludovico da Casoria “amico dell’anima sua” (canonizzato nel 2014) glielo aveva predetto, ripetendole: «Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua».
Nel 1864 venne a conoscenza dell’esistenza dell’associazione dell’“Apostolato della Preghiera”. A quel punto, la sua vita ebbe una svolta decisiva. Scrisse al padre Enrico Ramière, che in seguito incontrò personalmente e da cui ricevette tutte le informazioni per impiantare l’associazione a Napoli. Ottenne il diploma di zelatrice, la prima della città, e fece della propria casa un centro per l’espandersi dell’Apostolato della Preghiera.
Napoli è la patria di san Tommaso e di sant’Alfonso, i teologi dell’Eucaristia, che hanno segnato la pietà popolare e nel cui solco si colloca anche l’amore di Caterina Volpicelli per il Santissimo Sacramento. È l’Eucaristia la sorgente del suo convinto servizio alla Chiesa, che lei considera Corpo Mistico di Cristo. Venera quindi i Pastori con devozione filiale e eroica umiltà, accettando da loro ogni sorta di prova che richiedono.
Del suo circolo di preghiera entrò a far parte anche un avvocato, Bartolo Longo, uscito da una grave crisi religiosa che l’aveva portato ad avvicinarsi allo spiritismo. Improvvisamente, e per un certo tempo, lui che era così assiduo a quegli incontri prese a non venirci. Un’amica della Volpicelli, la contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, s’interessò al suo caso e mandò una sua domestica a controllare: in effetti, era ammalato e non mangiava da giorni, a causa dell’assenza della proprietaria della pensione dove alloggiava. Venne quindi deciso che fosse ospitato da Caterina, mentre avrebbe mangiato a casa della contessa.
Un giorno lei gli fece una proposta lavorativa: doveva occuparsi dell’amministrazione di alcuni suoi possedimenti agricoli, situati in una località detta Valle di Pompei. Fu in quel luogo che l’avvocato divenne propagatore della preghiera del Rosario e fondò, in onore della Vergine Maria, un santuario e le annesse opere di carità (è Beato dal 1980).
Lasciata la casa paterna, Caterina fissò la sua dimora e la sede delle sue opere in largo Petrone alla Salute (attuale largo Caterina Volpicelli) dove in seguito, grazie all’aiuto del cardinale arcivescovo Sisto Riario Sforza e per la presenza di gesuiti insigni, di padre Ludovico da Casoria, per la predicazione quasi ininterrotta di esercizi spirituali, divenne un vivissimo centro di spiritualità.
Sotto l’invito del Cardinale, Caterina fondò l’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore che, contrariamente agli Ordini religiosi femminili dell’epoca, dediti soprattutto alla contemplazione e alle opere assistenziali, sorse per l’apostolato e la santificazione delle anime. L’Istituto ebbe dall’origine tre rami, uno religioso (le cui aderenti non portavano un abito definito) e due laicali. Queste particolarità, insieme allo studio della teologia e al servizio alla Chiesa in spirito d’apostolato, sono tutte specifiche che anticipano quasi un secolo prima le novità del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il 14 maggio 1884 il nuovo arcivescovo di Napoli, Guglielmo Sanfelice, consacrò il Santuario dedicato al Sacro Cuore,adiacente alla Casa Madre.
Il 21 novembre 1891 si celebrò a Napoli il primo Congresso Eucaristico Nazionale, che vide Caterina e le sue consorelle impegnate nell’organizzazione delle Adorazioni in Cattedrale, nella preparazione alla confessione e Comunione generale e nella gestione degli arredi sacri.
Il 28 dicembre 1894 Caterina Volpicelli morì a Napoli, a soli 55 anni.
San Giovanni Paolo II l’ha proclamata Beata in piazza San Pietro il 29 aprile 2001, mentre papa Benedetto XVI l’ha canonizzata, sempre a Roma, il 26 aprile 2009. Si è quindi avverato l’auspicio del suo primo biografo,monsignor Michele Jetti:«Napoli abbia presto, al pari delle fortunate città di Alessandria, Siena, Genova e Bologna, la sua santa Caterina».
Autore: Antonio Borrelli
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