Carmagnola, Torino, 14 febbraio 1844 – Montevideo, Uruguay, 6 agosto 1904
Anna Maria Rubatto nacque a Carmagnola, in provincia e diocesi di Torino, il 14 febbraio 1844. Rimasta orfana, si trasferì a Torino da una sorella, quindi passò a servizio di una ricca signora, che la considerò come una figlia adottiva; alla morte di lei, Anna Maria tornò dalla sorella. Costantemente dedita alla preghiera e a opere di carità, le svolgeva anche in estate, quando si recava a Loano per i bagni di mare. Invitata dal cappuccino padre Angelico da Sestri Ponente a mettersi a capo di un nascente istituto religioso, pregò molto e si consigliò, tra l’altro, anche con san Giovanni Bosco. Infine, il 23 gennaio 1885, vestì l'abito religioso: fu quella la data di fondazione delle Terziarie Cappuccine di Loano (dal 1973 Suore Cappuccine di Madre Rubatto), dedite all’assistenza degli ammalati e all’educazione della gioventù. Madre Maria Francesca di Gesù, come fu chiamata dalla prima professione dei voti in poi, estese l’istituto fino in America Latina: attraversò l’Oceano almeno sette volte. Morì a Montevideo, il 6 agosto 1904, a causa di un’infezione interna. È stata beatificata il 10 ottobre 1993 da san Giovanni Paolo II, diventando quindi la prima Beata dell’Uruguay. Il 21 febbraio 2020 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto relativo a un secondo miracolo ottenuto per sua intercessione, aprendo la via alla canonizzazione, poi celebrata il 15 maggio 2022. I resti mortali di madre Maria Francesca sono venerati nel santuario a lei dedicato, già chiesa di Sant’Antonio di Padova, nel quartiere di Belveder a Montevideo. La sua memoria liturgica cade invece il 9 agosto.
Martirologio Romano: A Montevideo in Uruguay, beata Maria Francesca di Gesù (Anna Maria) Rubatto, vergine, che fondò nella città di Loano vicino a Savona l’Istituto delle Suore Terziarie Cappuccine e, partita per l’America Latina, si adoperò con ogni cura nel servire i poveri.
|
I primi anni
Anna Maria Rubatto nacque a Carmagnola, in provincia e diocesi di Torino, il 14 febbraio 1844 e fu battezzata lo stesso giorno nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. Era la penultima degli otto figli di Giovanni Tommaso Rubatto, proprietario di una stalla, e Caterina Pavesio, sarta.
Marietta, come la chiamavano in famiglia, rimase orfana di padre a quattro anni. La madre si risposò, ma morì quando lei era ormai diciannovenne. La ragazza, quindi, si trasferì a Torino, in casa di sua sorella maggiore Maddalena, sposata con Giuseppe Tuninetti e senza figli; vi rimase per cinque anni.
Nella Torino della carità
Marietta era anche molto impegnata in opere di carità: visitava ogni giorno la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, servendo con letizia gli ammalati e aiutando con liberalità anche i poveri. Ebbe come guide spirituali l’oratoriano padre Felice Carpignano e il canonico Bartolomeo Giuganino.
Fu quest’ultimo che, con tutta probabilità, la fece entrare in contatto con don Giovanni Bosco. Il futuro santo ebbe molta stima di lei e apprezzò il suo apporto negli oratori, sia come benefattrice sia come catechista.
In seguito entrò a servizio della signora Marianna Scoffone, vedova Costa, come dama di compagnia, pur continuando il suo impegno caritativo. Divenne a tutti gli effetti sua figlia adottiva, tanto da ereditare una pensione vitalizia alla sua morte, dopo la quale ritornò presso sua sorella; ormai aveva trentanove anni.
A Loano, tra bagni di mare e preghiera
In estate Anna Maria si recava in villeggiatura a Loano, sulla Riviera Ligure. Mentre beneficava dei bagni di mare, cercava anche di aiutare i pescatori e gli ammalati nelle loro necessità e s’interessava dei bambini abbandonati.
Ogni giorno andava nella chiesa dei Cappuccini a pregare silenziosamente davanti al Tabernacolo: «Si vede che se l’intendeva col Signore senza parlare», raccontò in seguito una testimone.
Un incontro provvidenziale
Un giorno, probabilmente dell’agosto 1883, Anna Maria stava uscendo dalla chiesa dei Cappuccini di Loano, quando passò per un edificio in costruzione in quei paraggi. Un giovanissimo operaio, Francesco Panizza, venne colpito alla testa da una pietra caduta dai ponti della costruzione e perse molto sangue. La donna lo vide, lo curò e gli diede il corrispettivo di due giornate di lavoro perché andasse a casa a riposare.
L’edificio era stato voluto da una signorina nubile, Maria Elice, la quale faceva parte di un gruppo di pie donne dedite, sotto la guida dei padri Cappuccini, alle opere di carità e di apostolato, destinate a diventare un nuovo Istituto religioso. Fu proprio un Cappuccino, padre Angelico da Sestri Ponente, che invitò Anna Maria a diventarne la superiora.
Lei, rientrata a Torino, si consultò con i suoi consiglieri spirituali e fu incoraggiata positivamente anche da don Bosco. Intanto, i cappuccini di Loano celebravano Messe con l’intenzione precisa che Anna Maria abbracciasse lo stato di vita religioso.
Nascita delle Terziarie Cappuccine di Loano
Infine, il 23 gennaio 1885, lei vestì l’abito simile a quello dei Cappuccini, insieme alle prime quattro compagne (esclusa Maria Elice che si ritirò all’ultimo): fu quello l’atto di fondazione delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano, che ebbero come fini specifici l’assistenza degli ammalati, specie a domicilio, e l’educazione cristiana della gioventù.
Anna Maria cambiò nome in suor Maria Francesca di Gesù e contemporaneamente divenne la prima superiora generale dell’Istituto, carica che mantenne fino alla morte. Emise la prima professione religiosa il 17 settembre 1886.
La sua opera si diffuse molto presto non solo in Liguria, ma anche nell’America Latina. Dal 1892 madre Francesca varcò ben quattro volte l’Oceano, con lunghe soste per erigere case in Uruguay e in Argentina. Il 16 gennaio 1899 compì la sua professione perpetua, insieme ad altre nove sorelle.
Il massacro di Alto Alegre
Nello stesso anno, accompagnò personalmente sei giovani suore alla missione di San Giuseppe della Provvidenza ad Alto Alegre, nella regione brasiliana del Maranhão, retta dai padri Cappuccini.
Due anni dopo, il 22 marzo 1901, un telegramma portò una notizia dolorosa: le suore e una novizia brasiliana, quattro frati Cappuccini, due Terziari francescani e oltre 250 fedeli erano stati massacrati dagli indios. Il fatto era accaduto il 13 marzo.
Madre Francesca reagì inizialmente rimpiangendo di non aver condiviso la sorte delle sue figlie, ma si sottomise presto alla volontà di Dio e incoraggiò le altre suore a fare altrettanto. Continuò quindi a viaggiare tra l’Italia e l’America del Sud, coadiuvata dalla sua vicaria madre Angelica.
Gli ultimi anni e la morte
Nel 1902 madre Francesca partì per l’America per quella che avrebbe dovuto essere una visita di qualche mese, ma che si protrasse invece per due anni. Nel maggio 1904, mentre si trovava a Montevideo, fu costretta a letto per un’infezione interna, trascurata per essersi occupata delle varie case fondate e in fondazione: fu per tutti esempio di forza cristiana e di piena rassegnazione.
Un’operazione chirurgica non valse a salvarla: così, tre giorni dopo aver ricevuto l’Unzione degli Infermi e gli ultimi sacramenti, madre Francesca morì il 6 agosto 1904, compianta specialmente dagli ammalati e dai poveri di Montevideo, oltre che dalle sue Cappuccine.
La sua salma fu inizialmente sepolta nel cimitero di La Teja a Montevideo: come aveva desiderato nel suo testamento spirituale, era stata posta in mezzo ai poveri. Nel 1914 venne traslata nella chiesetta di Sant’Antonio di Padova a Montevideo, da lei stessa voluta, a sinistra dell’altare maggiore. Attualmente i suoi resti sono venerati sotto l’altare maggiore della stessa chiesa, diventata Santuario diocesano il 9 settembre 2000.
Le fasi della causa di beatificazione
La causa di beatificazione di madre Francesca iniziò coi due processi informativi celebrati a Montevideo e a Genova: l’uno fu aperto il 21 novembre 1941 e concluso il 16 maggio 1945, l’altro inaugurato il 27 gennaio 1947 e chiuso il 17 aprile 1948. I due processi furono integrati da un processo rogazionale, svolto ad Albenga dal 21 novembre 1944 al 28 marzo 1946.
Il 25 luglio 1952 si ebbe il decreto sugli scritti, mentre il 13 aprile 1965 ci fu il decreto sull’introduzione della causa. Si svolsero quindi i processi apostolici, di nuovo sia a Montevideo (25 luglio 1967 - 8 settembre 1970), sia a Genova (10 maggio 1968 – 12 maggio 1970). Il decreto di convalida del processo informativo e di quello apostolico porta la data del 12 dicembre 1975.
Nel 1984 fu depositata la “Positio super virtutibus”, esaminata positivamente sia dai Consultori
teologi, il 22 dicembre 1987, sia dai cardinali e vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, il 12 aprile 1988. Infine, il 1° settembre 1988, il Papa san Giovanni Paolo II autorizzò la promulgazione del decreto con cui madre Francesca veniva dichiarata Venerabile.
La beatificazione
Come miracolo utile a ottenerle la beatificazione è stato considerato il caso di Giovanni Battista Bottino, un bambino cui erano state tolte le tonsille a causa di un’infiammazione. L’operazione di tonsillectomia aveva però causato un’infezione grave, degenerata in shock settico. Il piccolo risultò guarito in seguito alle preghiere rivolte a Dio per intercessione di madre Francesca Rubatto.
Il fatto era avvenuto nel 1939, ma il processo sull’asserito miracolo si svolse nel 1951 presso la Curia vescovile di Genova e fu convalidato il 12 novembre 1991. La giunta medica della Congregazione delle Cause dei Santi giudicò inspiegabile la guarigione riunendosi l’8 ottobre 1992, mentre i Consultori teologi comprovarono l’intercessione di madre Francesca l’11 dicembre seguente. Infine, i cardinali e vescovi ratificarono i pareri positivi, aggiungendo il proprio, il 9 marzo 1993.
Il mese seguente, il 2 aprile 1993, san Giovanni Paolo II autorizzava la promulgazione del decreto con cui la guarigione di Giovanni Battista Bottino era dichiarata inspiegabile, completa, duratura e avvenuta per intercessione della fondatrice delle Cappuccine di Loano. Lo stesso Pontefice presiedette la Messa con il rito della sua beatificazione il 10 ottobre 1993.
Da allora, l’Istituto da lei fondato la ricorda nel proprio calendario liturgico al 9 agosto, con il grado di festa.
Un ulteriore miracolo e la canonizzazione
Secondo quanto riferisce il sito della Congregazione delle Cause dei Santi, come secondo miracolo valido per la canonizzazione fu preso in esame il caso avvenuto nell’aprile 2000 a un giovane di Montevideo, che fu investito e riportò un trauma cranico con emorragia e coma grave. L’invocazione alla Beata Maria Francesca di Gesù fu univoca e antecedente alla guarigione.
Il 21 febbraio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del relativo decreto, aprendo la via alla canonizzazione di madre Maria Francesca, poi celebrata il 15 maggio 2022.
Le Suore Cappuccine di Madre Rubatto oggi
Le Terziarie Cappuccine di Loano sono state aggregate all’Ordine dei Cappuccini il 10 giugno 1909. Sono state riconosciute dalla Santa Sede col decreto di lode il 28 febbraio 1910 che ne ha approvato definitivamente le Costituzioni generali il 16 gennaio 1928. Nel 1973 hanno cambiato nome in Suore Cappuccine di Madre Rubatto.
In Italia contano presenze in Lombardia, Liguria, Piemonte, Umbria e nelle Marche; la Casa generalizia è stata trasferita da Genova a Roma. Quanto al resto del mondo, alle storiche case in Argentina e Uruguay si sono poi aggiunte quelle in Brasile (1963) e quelle in Perù (1992). Hanno anche case in Africa, precisamente in Etiopia, Eritrea, Camerun, Kenya e Malawi.
I loro compiti sono gli stessi delle origini: assistenza dei malati a domicilio, educazione dei bambini e dei ragazzi, servizio infermieristico negli ospedali, cui si aggiungono quelli di promozione umana e di pastorale nelle parrocchie.
Autore: Emilia Flocchini
|