Fino alla precedente edizione del ‘Martyrologium Romanum’, s. Serena, presunta sposa dell’imperatore Diocleziano (243-313) era inserita come celebrazione al 16 agosto, come in precedenza l’aveva inserita Adone († 875) arcivescovo di Vienne, nel suo ‘Martirologio’ e di seguito nei Martirologi successivi, fino al ‘Romano’ sopra citato. Nell’odierna edizione, essa non è più menzionata, il perché scaturisce dalla grande incertezza che la riguarda come sposa di Diocleziano, infatti Lattanzio (Lucio Cecilio, III-IV sec.) scrittore latino cristiano che visse al tempo ed alla corte di Diocleziano, afferma nel suo “De mortibus persecutorem” che la moglie e la figlia si chiamavano Prisca e Valeria e che furono costrette a fare riti pagani. Mentre i leggendari “Atti” di s. Marcello e di santa Susanna, parlano invece di un’imperatrice di nome Serena, moglie di Diocleziano, che intervenne per difendere i cristiani dalla persecuzione scatenata dal marito, la decima e la più violenta. Evidentemente il suo intervento fu proficuo, riguardo il termine della persecuzione, perché nel 305 Diocleziano abdicò e si ritirò a Spalato. Probabilmente dall’antichità, venne considerata per questo, una figura santa da venerare, senz’altro con evidente esagerazione.
Autore: Antonio Borrelli
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