Venezia, 23 aprile 980 – Pest (Ungheria), 24 settembre 1046
Patronato: Ungheria
Martirologio Romano: In Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, san Gerardo Sagredo, vescovo di Csanád e martire, che fu maestro di sant’Emerico, principe adolescente, figlio del re santo Stefano, e morì lapidato presso il Danubio nella rivolta di alcuni pagani del luogo.
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Il santo vescovo accomuna nella sua vita, dalle origini alla morte vari Paesi europei; egli nacque a Venezia in un anno imprecisato intorno al 980 un 23 aprile, perciò al battesimo ebbe il nome Giorgio, da una famiglia oriunda della Dalmazia, che secondo una tradizione cinquecentesca discendeva dalla stirpe Sagredo. Giorgio all’età di cinque anni fu colpito da grave febbre ed i genitori impetrarono la grazia a s. Giorgio per la sua guarigione. Una volta guarito e raggiunta un’età adatta, entrò nel monastero benedettino di S. Giorgio Maggiore all’Isola Maggiore di Venezia e in ricordo del padre da poco deceduto, prese il nome di Gerardo. Dopo alcuni anni divenne priore del monastero e poi abate, ma dopo un po’ rinunciò alla carica, perché voleva partire per un pellegrinaggio a Betlemme in Palestina. Partito con una nave, giunse fino a Zara, da dove invece di proseguire per la Terra Santa, ripartì per l’Ungheria dove si stabilì. Ebbe l’incarico di “magister” (maestro) del principe Emerico, figlio del re Stefano I ‘il santo’ (969-1038) primo re d’Ungheria, in seguito si ritirò a Bakonybél per vivere da eremita. Ma dopo un certo periodo di tempo, il re Stefano I lo richiamò dall’eremo affidandogli il vescovado di Csanád. Il vescovo Gerardo Sagredo partecipò attivamente all’opera di evangelizzazione del popolo magiaro, voluta fortemente dal re Stefano ‘il santo’, tanto da meritarsi il titolo di apostolo dell’Ungheria. Risulta che scrisse di sua mano varie opere, ma allo stato si conosce solo il “Commento a Daniele”. Gerardo Sagredo morì il 24 settembre 1046 alla porta di Pest sulla riva destra del Danubio, per mano di un gruppo di pagani, che lo spinsero giù dal monte Kelen che prese poi il suo nome, tuttora si chiama Monte Gerardo. Apostolo dell’Ungheria, l’antica Pannonia, il santo vescovo e martire ebbe un culto ufficiale dal 1083 con l’approvazione di papa Gregorio VII. Nei secoli successivi si ebbe una vasta produzione biografica che lo riguarda.
Autore: Antonio Borrelli
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