Ippolito Sandreani (questo il suo nome da laico), nacque a Roccacontrada, oggi Arcevia, in provincia di Ancona, il 22 marzo 1675. Di nobili origini, perché il padre Angelo Sandreani era discendente di una famiglia patrizia di Corinaldo (Ancona) ed era stato funzionario delle Poste Pontificie, la madre Artemisia Clemenzia Fiorani, era anch’essa di famiglia patrizia romana. I suoi genitori lo fecero studiare a Roccacontrada e poi nella vicina Loreto nel Collegio dei Gesuiti, dove si distinse per le sue capacità nell’apprendere e per la sua bontà. Ippolito aveva 16 anni, quando il 27 luglio 1691 decise di entrare tra i Francescani Conventuali di Arcevia, dove il 27 settembre indossò l’abito religioso e mutando il nome di Ippolito in Angelo Antonio, che più tardi specificherà in “del SS. Sacramento”, a dimostrazione della sua particolare devozione verso l’Eucaristia. Per l’anno di noviziato fu trasferito ad Urbino, dove emise la professione religiosa il 25 settembre 1692. Nel triennio successivo proseguì i suoi studi a Macerata e Fano e già maestro di studi, fu inviato a Roma per conseguire i gradi accademici (laurea) nel Collegio Sistino di S. Bonaventura ai Ss. Apostoli. Pur essendo tra i migliori studenti laureandi, per modestia pregò i suoi Superiori di dispensarlo da questi studi, permettendogli di ritornare in Provincia. Ritornò infatti nelle sue Marche, a Macerata dove fu ordinato sacerdote il 22 febbraio 1698 a 24 anni e due giorni dopo celebrò la sua Prima Messa nel suo paese di Roccacontrada (Arcevia), dove rimase come professore di filosofia e teologia morale. Nella sua intensa opera di apostolato francescano, predicò missioni popolari, quaresime e avventi natalizi, in molte città d’Italia; tenne corsi di catechismo al popolo ed esercizi spirituali, sempre assiduo nel confessionale e nella guida spirituale delle anime; varie religiose furono da lui indirizzate sulla via della perfezione e santità. Fu presente da semplice frate o come superiore, nei conventi marchigiani di Arcevia, Corinaldo, Ascoli Piceno, Macerata, Osimo, Iesi; fu Visitatore di monasteri e per due volte venne proposto per i vescovati di S. Severino Marche nel 1710 e di Senigallia nel 1724; ma tutto ciò non scalfì la sua modestia e umiltà, continuando a distinguersi per un profondo spirito di pietà, sacrificio e carità. Gli ultimi diciotto anni della sua vita (1734-1752), li trascorse nel convento di Iesi, dove morì in fama di santità, il 29 ottobre 1752, all’età di 77 anni. Padre Angelo Antonio Sandreani fu sepolto nella chiesa dei Frati Minori Conventuali di San Floriano e si racconta che da allora sul suo sepolcro, avvennero grazie e miracoli. Dodici anni dopo la sua morte, il 5 dicembre 1764 fu introdotta la Causa per la sua beatificazione. Essendo poi stata trasformata l’antica chiesa conventuale in Museo Civico, le sue reliquie furono traslate nella Cattedrale di S. Settimio di Iesi, dove deposte nella Cappella di S. Francesco, riposano tuttora. Il 28 settembre 1852, papa Pio IX gli riconobbe il titolo di venerabile.
Autore: Antonio Borrelli
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