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San Domenico Nguyen Van (Doàn) Xuyên Sacerdote domenicano, martire

Festa: 26 novembre

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Tân Mỹ, Vietnam, 1786 circa - Nam Dinh, Vietnam, 26 novembre 1839

Domenico Nguyen Van Xuyen, studioso di lettere, fu ricevuto nell'Ordine domenicano da s. Ignazio Delgado e nel 1819 fu ordinato sacerdote. Fu un apostolo fervente in tutto il Vietnam fondando numerose comunità cristiane. Scoppiata la persecuzione anticristiana, il governo promise un'ingente somma a chi avesse collaborato alla cattura del sacerdote domenicano, cosicché ben presto fu tradito, arrestato e torturato. Condannato alla decapitazione per essersi rifiutato di calpestare la croce, coronò il suo apostolato il 26 novembre 1839. San Giovanni Paolo II lo ha canonizzato il 19 giugno 1988.

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, santi Tommaso Dinh Viet Du e Domenico Nguyen Van (Doàn) Xuyên, sacerdoti dell’Ordine dei Predicatori e martiri, che furono decapitati insieme per decreto dell’imperatore Minh Mang.


Fa parte del gruppo di 116 martiri, morti per la fede nel Tonchino (Vietnam) fra il 1745 e il 1862, a suo tempo beatificati a gruppi negli anni 1900 – 1906 – 1909 – 1951 e poi elevati agli onori degli altari come santi, tutti insieme, da papa Giovanni Paolo II il 19 giugno 1988, commemorazione liturgica per tutti il 24 novembre.
Volendo sorvolare sull’inizio dell’evangelizzazione del Tonchino avvenuta nel 1627, bisogna dire che il cristianesimo si affermò quasi subito in quelle popolazioni, nel contempo già dal 1630 un editto del re, istigato da un bonzo, proibì al popolo la pratica della religione cristiana e già nel 1644 si ebbe il primo martire nel catechista Andrea Trung.
E così si andò avanti con i missionari indomiti che ad ondate arrivavano nel Paese e le persecuzioni provocate dal taoismo e buddismo che per almeno due secoli si sono avvicendate con schiere di martiri da parte cristiana, fino al 1862 quando il re Tu-Duc sanzionò il principio della libertà religiosa per i suoi sudditi e cessarono così le persecuzioni.
Xuyèn a cui fu dato il nome di Domenico, fu ricevuto sin dalla giovinezza nella “Casa di Dio” dal beato padre Delgado, divenne sacerdote a 33 anni nel 1819, l’anno successivo entrò nell’Ordine dei Predicatori (Domenicani), condusse una vita operosa nell’apostolato percorrendo il vasto territorio del suo distretto, incurante dei pericoli della persecuzione di turno.
Collaboratore nella parrocchia di Pham-Phao ebbe poi l’incarico della parrocchia di Ke men, dove operò la conversione di molti tonchinesi; uguale successo ebbe quando dopo quattro anni, fu trasferito a Dong-Xuyen dove stette tredici anni.
Imperversando più forte la persecuzione di Minh Mang, cercò di operare più prudentemente perché fra i vari incarichi ricevuti vi fu anche quello di segretario del vescovo Ignazio Delgado e quindi dopo l’arresto dello stesso vescovo nel 1838, veniva ricercato quale supposto tesoriere. Su di lui fu posta una taglia e l’avidità di un pagano fece sì che fosse denunziato ai mandarini e il 18 agosto 1839, mentre era impegnato in una festa della comunità cristiana di Phu duong, venne preso e portato a Nam Dinh presso il capo della provincia.
Fu sottoposto a tormenti molto più dolorosi di altri cristiani arrestati, sia perché i mandarini esigevano la sua apostasia, ma anche per l’avidità di prendere l’oro di cui si riteneva fosse il custode. Gli venne chiesto di calpestare la Croce in modo così brutale che gli venne un tremito per tutta la persona, dopo molte sferzate perse la parola, con tenaglie fredde o roventi gli veniva strappata la carne viva, nonostante tutto questo, rispondeva al mandarino Trinh Quang Khanh: “Nella vita come nella morte mai abbandonerò la fede”.
Tanta fermezza provocò la sentenza di morte il 25 ottobre 1839; sentenza che fu confermata dalla corte a Nam Dinh e così il padre Domenico Xuyèn insieme con il beato Tommaso Dué, che era stato condannato qualche giorno prima, il 26 novembre 1839 salirono il patibolo per essere decapitati poco dopo mezzogiorno, aveva 52 anni di età, fu sepolto sul luogo del supplizio e traslato due anni dopo nel collegio di Luc Thuy.
Beatificato da Leone XIII il 27 maggio 1900.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2024-11-10

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