Il più antico documento che parla di questo abate è un Privilegio concesso da papa Giovanni VII nel 705 al ricostruttore del monastero di Farfa, Tommaso. All’inizio della Bolla, il papa afferma che il venerabile monastero di S.Maria fu fondato da “Laurentius quondam episcopus venerandae memoriae de peregrinis veniens in feudo, qui dicitur Acutianus, territorii Sabinensis” (Bull. romanum, ed. Taurin, I, p.213). Evidentemente all’inizio del sec.VIII, stando al testo, non erano molte le notizie che si avevano su questo vescovo monaco: proveniva dall’Oriente, ma non è precisata l’epoca e non è determinata la regione de peregrinis. Cronache posteriori, come il Libellus constructionis Farfensis di un anonimo del sec. XI (in Fonti per la Storia d’Italia, a cura di U.Balzani, XXXIII, pp.1 sgg.) ed il Chronicon farfense di Gregorio da Catino, del sec. XI (ibid., XXXIX, pp.1 sgg.), aggiungono altri particolari. L. forse originario della Siria abbandonò la propria patria con la sorella Susanna ed i discepoli Giovanni ed Isacco; venne a Roma e poi in Sabina ove fu nominato vescovo. In seguito, deposta la carica, fondò un monastero in un luogo dedicato precedentemente alla dea Vacuna; ciò si sarebbe verificato nel sec. V o VI. Analoghi particolari si trovano in s. Pier Damiani (PL, CXLV, coll. 425, 445). Come si può constatare, queste ultime notizie sono identiche a quelle riferite per s. Lorenzo, vescovo di Spoleto, per cui secondo il Lanzoni, è lecito argomentare che la leggenda dei Dodici Fratelli siri del sec. VIII (BHL, I, p.246, n.1620; Suppl., p.226, n. 5791m), fra cui è annoverato un Lorenzo, ha influenzato la storia dell’omonimo fondatore di Farfa. Di due personaggi se ne sarebbe fatto uno solo mettendo assieme le notizie riguardanti il vescovo di Spoleto e l’abate di Farfa. La scarsezza delle notizie può aver determinato i cronisti medievali a questa identificazione e confusione. Stando al Lanzoni si devono pertanto distinguere due Lorenzo: uno vescovo di Spoleto, l’altro abate di Farfa, vissuti in epoche molto diverse. Di un culto assai antico si ha menzione nel Martirologio di Farfa (cf. I. Schuster, in Revue Bénédictine, XXVII [1910], p. 86, nota 3): culto che ebbe un Ufficio proprio fino al 1636. Benedetto XIV lo estese alle diocesi della Sabina (cf. De servorum Dei beatificatione, IV, p. II, cap. VI, n. 2). La sua festa si celebra l’8 luglio.
Autore: Gian Domenico Gordini
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