Crisogono, detto martire dal Martirologio geronimiano, figura anche come vescovo di Aquileia nel relativo catalogo episcopale. Dalla Passio (sec. V) di S. Anastasia di Sirmio sappiamo che: "Diocleziano comandò di condurlo al luogo detto Aquas Gradatas e là decapitarlo", qui probabilmente venne sepolto, come documentato da un sarcofago del sec. IV, esistente a S. Canzian d’Isonzo con la dedica: ‘Beatissimo Matyre Chrysogono’. La sua venerazione ebbe diffusione universale, avendo ottenuto a Roma un ‘titolo’; il suo nome è incluso anche nel Canone romano della Messa e la sua figura appare in due mosaici ravennati del sec. VI.
Etimologia: Crisogono = nato nell'oro, dall'ebraico
Martirologio Romano: Ad Aquileia in Friuli, commemorazione di san Crisógono, martire, che si venera a Roma nella chiesa titolare che porta il suo nome nell’anniversario della sua dedicazione.
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Il nome Crisogono deriva dal greco e significa "nato dall'oro". Il Santo soldato e prete fu martirizzato ad Aquileia nel IV secolo e sepolto nella stessa cittadina. Sue reliquie sono nella cattedrale di Zara. Le notizie su questo Santo sono talvolta contraddittorie. Così ci parla di lui il M.R. “ Nello stesso giorno il natale di san Crisogono Martire, il quale, dopo aver lungamente sofferto catene e prigionia per la costantissima fede di Cristo, per ordine di Diocleziano fu condotto ad Aquileia, e finalmente, decapitato e gettato in mare, compì il martirio”. Secondo alcune fonti, Crisogono esercitò in Roma l'ufficio di vicario per due anni; uomo di salda fede cristiana fu arrestato e confinato nella casa di un certo Rufino per ordine di Diocleziano. Anastasia, figlia dell'illustre Pretestato, era sposata con Publio, il quale avversava ferocemente la nuova religione; egli perciò l'aveva segregata in casa sottoponendola a maltrattamenti. Anastasia di nascosto portava aiuto ai cristiani incarcerati. Tramite una buona vecchia, iniziò una corrispondenza epistolare con Crisogono, ricevendo da lui parole di conforto e incoraggiamento. Dopo la morte di Publio, Anastasia poté godere per breve tempo di una relativa serenità. Intanto Crisogono, che aveva convertito Rufino e la sua famiglia, fu convocato da Diocleziano ad Aquileia. L'imperatore, riconoscendo il valore di Crisogono, gli offrì la prefettura e il consolato, a patto che abiurasse. Ma il Santo rifiutò sdegnosamente e perciò fu decapitato il 24 novembre 303 alle Aquae Gradatae, località attraversata dalla Via Gemina, a circa dodici miglia da Aquileia. Il suo corpo fu abbandonato sulla riva del mare, nei pressi di una proprietà detta Ad Saltus, dove abitavano tre cristiane di nome Chione, Agape e Irene con il vecchio prete Zoilo. Questi, raccolti il corpo e il capo troncato di Crisogono, diede al martire dignitosa sepoltura in un loculo sotto la sua casa. Secondo altre fonti invece San Crisogono era un aquileiese amico dei fratelli Santi Canzio, Canziano e Canzianilla e fu martirizzato e sepolto alle Aquae Gradatae poco più di un mese prima del loro arrivo ad Aquileia. Secondo altre fonti il Santo era un Vescovo, infatti tra la fine del III e l’inizio del IV secolo vissero 2 vescovi con il nome di Crisogono che diressero la comunità cristiana di Aquileia. Il culto di san Crisogono era molto sentito anche a Roma, dove esisteva in Trastevere un titulus Chrysogoni, documentato fin dal V secolo. Tuttora però risulta impossibile sapere con certezza se il Crisogono del titulus trasteverino sia da identificare con il martire aquileiese o, invece, con uno romano dello stesso nome, di cui peraltro nulla si sa. Su questo c’è da dire che la chiesa trasteverina di San Crisogono conserva la reliquia di una mano e la calotta cranica (ovviamente di San Crisogono), che, pervenuta qui nel XV secolo, fu asportata una prima volta nel 1846 e restituita nel 1850. Custodita in un reliquiario, fu rubata negli anni 60 di questo secolo e ritrovata dopo pochi giorni, forse abbandonata dagli stessi ladri sacrileghi, priva della custodia a S. Maria in Trastevere. Attualmente è visibile all’altare maggiore di S. Crisogono. Anche San Proto fu sepolto nello stesso cimitero dei Canziani e di Crisogono, cioè nella vasta necropoli che si estendeva ai lati della via Gemina, arteria collegante Aquileia a Tergeste (Trieste). A San Canzian d'Isonzo, nella cappella di San Proto, é conservato un sarcofago del IV secolo, vuoto, sulla fronte del quale é incisa l'iscrizione Beatissimo Martyri Chrysogono. Nella stessa cappella c’è anche il sarcofago (vuoto) di San Proto. Il culto di San Crisogono si diffuse subito. La sua tomba era meta di pellegrinaggio e visitata da folle di pellegrini fin dal IV secolo. Abbiamo anche diverse opere d’arte che ritraggono San Crisogono: un affresco dei Santi Proto e Crisogono si trova nella cappella di San Canzian d’Isonzo sopra citata; i due Santi sono rappresentati anche nei mosaici di Sant’Apollinare Nuovo in Ravenna. Uno splendido dipinto di San Crisogono a cavallo si trova invece nella chiesa di San Trovaso a Venezia. Autore dell’opera d’arte (realizzata anteriormente al 1450) è l’artista Michele Giambono. Nel dipinto il Santo è rappresentato come un cavaliere che pigramente attraversa una selva ombrosa, lungo un viottolo sinuoso ed irreale.
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